domenica 28 agosto 2016

Caro Michele – Mario Monicelli

il protagonista del film non c'è, è sparito, probabilmente è fuggito perché ricercato per terrorismo.
la madre (Delphine Seyrig) gli scrive sempre, lo aspetta, appare una ragazza (Mariangela Melato) che ha conosciuto Michele, con un bambino forse suo, è sempre presente un amico di Michele (Lou Castel), Osvaldo, che sa un po' di cose.
i protagonisti sono straordinari, grazie anche a Monicelli, il film è ricco di episodi da ricordare, un piccolo gioiellino da non perdere - Ismaele






Un ragazzo di famiglia borghese, coinvolto nel Sessantotto e in fatti e fattacci collegati, è costretto a lasciare l’Italia e andarsene a Londra. Incomincia un dialogo a distanza, e in forma epistolare, con la famiglia e altre persone vicine. Ma lui non tornerà più. Cos’abbia attratto Monicelli in una materia simile, così lontana dalla sua sensibilità corrosiva, non è dato sapere. Ma conviene guardarcelo, questo film anomalo così poco monicelliano, anche perché porta con sè, come pochi, umori e dolori di quegli anni balordi (il film è del 1976). Bellissimo cast: Mariangela Melato, la mitologica Delphine Seyrig di Marienbad, Lou Castel. Può bastare?

Caro Michele,
qui tutto bene, altrettanto sperasi di te.
Devo dire che il film dedicatoti (o, meglio, dedicato alle belle donne che hanno costellato la tua vita) mi è piaciuto molto.
La Mara ("Castorelli? Pastorelli? Insomma, quell'amica di Michele che ha tanto bisogno", come direbbe tua madre) interpretata dalla Melato è un piccolo capolavoro di surreale pietas (ella stessa si compatisce, in tristi momenti di lucidità) e la sua costanza nel perpetrare innumerevoli errori è quasi commovente. Il suo (vostro?) bimbo, Ciccetto, è un adorabile fagotto che, come tanti altri bambini di Monicelli, assiste, suo malgrado, alle tragicomiche vicende imbastite dai grandi. Penso che Monicelli avesse un occhio dolente ed affettuoso nei confronti dei "piccoli": dall'infante di Brancaleone, al figlio di Tiberio ne I soliti ignoti, fino ai nipotini di Parenti serpenti, emerge l'ineluttabilità della loro condizione di inascoltati e di destinati all'emulazione pateticamente negativa.
Tua sorella Angelica (Aurore Clément) è una delicata e un po' sfiorita casalinga che, come vostra madre (Delphine Seyring), tanto rimpiange la tua presenza. La scena, apparentemente inutile, della doccia (un must altrove pruriginoso della commedia italiana) non è qui fine a sé stessa: il corpo ancora bello e formoso di Angelica è prossimo all'oblio, nonostante la giovane età, e Monicelli indulge con tenerezza sul biancore delle sue carni.
Osvaldo (Lou Castel) è l'amico (innamorato, come suppone l'altra tua sorella, Viola) migliore che un uomo possa incontrare sul suo cammino e la sua apparente distonìa, il suo incedere lentamente nella tua vita, è molto toccante.
Come spesso accade nei lavori del regista viareggino, le case hanno un'importanza fondamentale, sono lo specchio delle vicende che egli decide di raccontare. Così, le case in cui si aggira Mara sono sconclusionate come lei, quella di tua madre è un caldo nido medio-borghese traboccante di persone, vettovaglie e libri, il tuo scantinato è privo di carattere perché manchi tu.
Caro Michele,
che bel film.

…Caricature di uomini come Monicelli amava ideare e sempre fin troppo veri.
L’ultimo atto di una borghesia stanca e decadente vista attraverso il ritratto di una famiglia smembrata, (ri)composta da una moltitudine di personaggi che il regista rende inafferrabili e aleatori. Buttati addosso allo spettatore senza il tempo di capire nemmeno bene chi siano si moltiplicano continuamente tra madri, padri, zie, figli, amici, amanti. Vediamo il loro re morente, il capo famiglia, che agonizza dando le ultime disposizioni dal suo letto/trono circondato da inutili ricchezze. Cerca come conforto quel suo unico erede maschio ormai perduto dietro a moti rivoluzionari, inghiottito da quel mondo che voleva cambiare.  Volti femminili di fine porcellana contrapposti a volti maschili unti e rozzi sprofondano insieme in un liquame affettivo in cui ormai le emozioni si sono dissolte per sempre ed è calato uno strano abbandono nel tempo andato…


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