martedì 20 gennaio 2015

Bernie - Richard Linklater

un film di Richard Linklater praticamente sconosciuto, da noi.
ci sono Jack Black (straordinario, un grassone che ricorda a tratti Oliver Hardy, ed è un complimento), Shirley MacLaine (odiosa e bravissima), Matthew McConaughey (bravo e quasi irriconoscibile), la storia è davvero stramba, un aiuto becchino, consolatore di vedove (non nel senso che avete pensato), quasi un guru per quella piccola comunità.
dalla commedia leggera si passa alla commedia nera, nessuno può sopportare troppo le angherie di qualcuno, e anche il più buono del mondo a volte non ce la fa.
è un film che non ti aspetti, non perdetevi questo gioiellino, non potrà non piacervi - Ismaele





…Molto coeniano per la messa in scena, per il modo di raccontare una certa parte di america rurale, nonché per l'humour e per i personaggi, ha il pregio di non aver mai cadute di ritmo. 
Diverte con leggerezza pur trattanto un fatto sconvolgente. 
Una piccola perla. Da vedere assolutamente (possibilmente in lingua originale). 

Bernie's courtship of Marjorie is a masterpiece of social delicacy. In the odd dance between the two, he never seems to want anything in particular. Not sex, certainly; there were those in Carthage who assumed Bernie was gay and rumored to be a few who knew. Nor was he boldly after her money, although he suggested purchases that in embellishing her lifestyle did nothing to diminish his. Surely Marjorie knew she was hated in the town and surely she enjoyed being paid tribute; MacLaine allows the slightest of smiles to sometimes shine out from a fixed frown. They began to be seen around town, especially at the theatrical and artistic events that Bernie supported and sometimes performed in. They shared such sublimated sexual experiences as holding hands while having simultaneous massages in a (respectable) local spa…

Al di là dei risvolti comici, la pellicola di Richard Linklater si muove sul confine che separa satira e dramma e dietro l'apparente normalità i suoi personaggi non sono altro che maschere tragiche. L'abilità del regista, e del suo interprete, sta nel costruire una pellicola stratificata e molteplice, sofisticata, mai banale facendo sì che il vero significato del film si riveli a poco a poco. Alla pienezza della maturità del Linklater autore corrisponde quella dell'interprete Jack Black. Il suo Bernie è il fulcro del film mentre il personaggio affidato a Shirley MacLaine, la bidimensionale Marjorie, ruolo quasi muto e apparentemente mortificante per la diva hollywoodiana, è funzionale alla storia così come quello di Matthew McConaughey, altro texano doc già diretto da Linklater in La vita è un sogno, che sfodera l'accento natio nel ruolo del rozzo pubblico ministero affidato al caso Tiede. Di fronte alle miserie dell'esistenza si rivolge lo sguardo partecipe del regista, critico, ma mai giudicante. Che tipo di persona era Bernie Tiede? Era buono o cattivo, opportunista o generoso? Di fronte a queste domande non esiste una risposta preconfezionata. In puro spirito southern non resta altro da fare che indossare un cappello di cowboy, imbracciare una chitarra e strimpellare una sad song ispirata alla vicenda.

L'esperimento (riuscitissimo) del regista texano è stato quello di mescolare varie modalità narrative all'interno di un'unica storia. Bernie per tutta la prima parte può essere inquadrato come una love story mentre nel finale può essere identificato come un legal thriller. Talvolta diventa una commedia dai toni garbati, ma in alcuni punti è un vero e proprio dramma per poi trasformarsi in una black comedy. Ma resta comunque un documentario con tanto di testimoni che raccontano tutta la vicenda, ma non è una vera e propria docu-fiction perché alcuni di questi testimoni non sono reali ma degli attori…

… Chi spera di ritrovare il solito Jack Black potrebbe rimanere molto deluso, chi invece è curioso di vedere l’attore all’opera in una veste insolita, resterà fortemente colpito da un talento spesso sottovalutato e penalizzato da copioni troppo spesso improntati al commerciale, che non sempre fanno giustizia alle reali capacità interpretative, che come in ogni buon comico di razza nascondono molteplici sfaccettature.
Linklater confeziona un caustico, ma sentito ritratto dei suo conterranei, il regista è texano, ma durante la fase processuale del film porta alla luce anche un’ambiguità di fondo che mette lo spettatore di fronte alla possibilità di patteggiare per il povero Bernie, difeso a spada tratta dai suoi concittadini e meritevole secondo loro di essere assolto, nonostante abbia tolto la vita ad un altro essere umano.
Di pregevole fattura lo script, sottile l’intento e davvero riuscita l’intera messinscena che gioca sul filo della docufiction con tanto di interviste che costellano l’intera pellicola, senza mai però abbandonare la connotazione da black-comedy che rimane preponderante.
Bernie è un’opera eclettica, che va oltre qualsiasi catalogazione, un’intrigante pellicola che diverte e fa riflettere, coinvolgendo lo spettatore con l’appeal tipico di un servizio giornalistico, unito a qualche puntatina nel pettegolezzo e la tipica e ficcante ironia che contraddistingue il filone della comedy a tinte dark

…Carthage may be a relatively affluent town, although as of 2000 the median income for a household in the city was only $31,822 and one in six children lived in official poverty, but something of the desperation and painfulness of contemporary American life is missing in Bernie. And what of Tiede himself? He must have been torn by any number of agonizing internal conflicts, which are only hinted at by Linklater’s movie. In fact, one of the film’s most moving moments occurs during the final credits—we see the real Tiede, behind bars, in an encounter with Jack Black, who, for once, is not smirking.
Nevertheless, it is pleasing to see Richard Linklater returning to intriguing subject matter rooted in “in the actual business of human life,” as a novelist once put it. We hope he continues and deepens his efforts.

2 commenti:

  1. A me Jack Black in questo film ricordava Umberto Smaila, ma questo, a differenza del tuo paragone con Oliver Hardy, potrebbe non essere un complimento.
    Film interessante, che oltretutto si basa su fatti reali... pare che solo l'agenzia di pompe funebri per cui lavorava Bernie non abbia autorizzato l'uso del suo nome nel film...

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    1. eh sì, Smaila non è il massimo.
      ho pensato a Ollio per la camminata e alcune espressioni facciali

      ho letto anche che all'uscita dalla galera Richard Linklater abbia ospitato a casa sua per un po' il signor assassino

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