mercoledì 16 luglio 2014

Essere John Malkovich – Spike Jonze

Charlie Kaufman aveva mandato la sceneggiatura di questo film a Francis Ford Coppola, al quale piacque molto e la fece leggere a Spike Jonze (al tempo suo genero, marito di Sofia Coppola).
a Spike Jonze piacque così tanto che cercò subito Charlie Kaufman (da qui).
è un’opera prima per entrambi, ma quando inizi a guardarlo non ti stacchi più.
invenzioni a ripetizione, un John Malcovich strepitoso, molto bene gli altri attori, sceneggiatura ad incastri che stanno tutti insieme, Charlie Kaufman, Spike Jonze, Catherine Keener (Maxine, nel film, e attrice in molti bei film di Kaufman e Jonze, e non solo) sono stati candidati all'Oscar nel 2000.
l'attore quasi mai citato, e però eccezionale, è lo scimpanzé Elijah.
folle e geniale il mezzo piano e i viaggi nei corpi degli uomini traghetto.
un piccolo grande capolavoro, imperfetto per alcuni, ma non importa, guardatelo e godetene tutti - Ismaele






What an endlessly inventive movie this is! Charlie Kaufman, the writer of "Being John Malkovich," supplies a stream of dazzling inventions, twists and wicked paradoxes. And the director, Spike Jonze, doesn't pounce on each one like fresh prey, but unveils it slyly, as if there's more where that came from. Rare is the movie where the last half hour surprises you just as much as the first, and in ways you're not expecting. The movie has ideas enough for half a dozen films, but Jonze and his cast handle them so surely that we never feel hard-pressed; we're enchanted by one development after the next…

Signore e signori, si va in scena. Cala il sipario e compare sullo schermo l'inizio di un viaggio meta-cinematografico, in bilico tra fantasia, schizofrenia, surrealismo, grottesco e dramma psico-sentimentale. Come è potuto accadere tutto ciò in un unico film? Grazie al talento, il genio, l'inventiva del soggettista/sceneggiatore Charlie Kaufman. Poi certo con la mano importante di Spike Jonze, che per l'occasione esordisce come regista così come Kaufman entra di prepotenza nel mondo del cinema. E non si deve dimenticare un cast di lusso e davvero eccezionale nelle varie prove. Ma se Essere John Malkovich è degno della nomea di capolavoro il motivo principale sta senz'altro nel suo sorprendente soggetto, che porta a livelli elevatissimi il livello di avanguardia meta-cinematografica. Meta-cinema, cioè il cinema che parla di sé stesso, o in cui evita di nascondersi (come si faceva una volta) e preferisce mostrarsi apertamente, sfruttando addirittura il proprio potere acquisito nella società…

…Jonze e Kaufman alle porte del nuovo millennio regalano al pubblico uno dei film più stani, innovativi, originali e geniali degli ultimi anni. Con una regia che riesce per buona parte del film a essere dinamica facendo vivere  allo spettatore l’esperienza di trovarsi dentro il corpo di un'altra persona (anche se va detto che in alcuni punti  non sembra essere in grado di mantenere inalterato il proprio ritmo e seguire il livello narrativo visionario mostrando momenti piatti in cui ci sono difficoltà nel rendere fino  in fondo la sceneggiatura) al film va dato il merito di aver portato sul grande schermo tematiche attuali in maniera originale, personale e visionaria, come lo spasmodico desiderio di massa di entrare in contatto quasi maniacale con il mondo delle celebrità. La sceneggiatura è sicuramente il punto forte, infatti i lavori di Kaufman sono sempre particolari ed eccezionali tanto che in molti casi si identifica un film più perche è scritto da lui che perche è girato da un determinato regista…

Spike Jonze esordisce nel lungometraggio con uno dei film più folli e lucidi degli ultimi anni, un turbinio d'invenzioni (s)folgoranti di struggente inquietudine. Al centro del sulfureo script di Charlie Kaufman, l'insoddisfazione, la noia, la tragedia di un gruppo di anime sole e ostili che spera di trovare in un'impossibile intrusione il segreto dell'autorealizzazione: ma il rimedio è solo temporaneo (il quarto d'ora warholiano) e persino più illusorio del previsto…

Essere John Malkovich filtra e ripropone un nuovo complesso concetto di fama. L’attore normalmente è il burattino del suo regista, e il burattinaio dei suoi spettatori, perché ne controlla le emozioni facendo date azioni. L’attore sa cosa sta recitando e che emozioni destare. Nel film di Jonze questa concezione si capovolge, e l’attore diventa il burattino dello spettatore. Malkovich è un bamboccio irritante privo di un’identità integra, sospinto dagli altri (e non da se stesso) verso un successo che è un enorme fantocciata. Il pubblico batte le mani e avverte nella sua figura una consolazione, quella di vivere una delle tante vite che l’attore reinterpreta, e capisce che l’attore deve aspirare alla normalità per fare bene il proprio lavoro e imitare quella stessa normalità. Allora il pubblico istruisce il suo attore, e ne diviene la spinta inconscia. Il divo diventa strumento nelle mani del pubblico, che è cosciente della portata filosofica di simile evento ma non gliene frega più di tanto perché il suo desiderio è essere quella finzione, essere quel manichino-fantoccio, essere finto. Nella confusione fra realtà e finzione, il motore che muove Essere John Malkovichè in accelerazione verso la finzione…
da qui

2 commenti:

  1. un film da non perdere; si potrebbe inserire un link alle teorie di Pierre Janet, che diceva che abbiamo molte personalità differenti dentro di noi, e che una predomina ma non è detto che sia sempre la stessa. (psichiatra e psicanalista che fu sicuramente letto da Freud). L'unica cosa che mi dispiace è che i film successivi di Jonze, e anche quelli di Kaufmann, non sono stati all'altezza di questo. Qui la discontinuità nella sceneggiatura è un pregio, negli altri film invece è un difetto (spesso grosso)

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    1. non conoscevo Pierre Janet, ho fatto un piccolo recupero.

      quando l'opera prima è un film così, difficile fare cose "troppo" migliori, e però, a modo loro, "Her", "Se mi lasci ti cancello" e "Nel paese delle creature selvagge", per dirne due, sono ottimi film, troppo perfettini, forse, ma non si può avere tutto tutte le volte

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