venerdì 10 agosto 2012

Ratcatcher (Acchiappatopi) - Lynne Ramsay

ne avevo letto qui la prima volta, un film che Bagdad e Kabul sono città all’altezza di Glasgow.
l'infanzia e l'adolescenza di alcuni ragazzini, in un mondo ostile.
nessuna sa cosa diventeranno, molti non sfuggiranno a un destino segnato.
il cinema inglese come pochi sa raccontare questo mondo terribile (tra gli altri mi ricorda Andrea Arnold, entrambe donne)
un gran film - Ismaele





… Il cinema della Ramsay è asciutto e potente quando indaga senza sovrastrutture e moralismi la dimensione privata del disagio, la quale diventa dimensione pubblica ed evidenza definitiva di una condizione di vita davvero incredibile se si considera il tempo e la latitudine geografica; è meno convincente, e forse volutamente, nel restituire le introspezioni di un protagonista che non regala molto di sé, non empatizza con lo spettatore ma è soprattutto emblematico testimone del degrado in cui molte famiglie sono imprigionate non solo fisicamente. In effetti, oltre alle deprivazioni materiali, non è difficile comprendere come in un simile territorio non possa più esistere nulla che trascenda tale realtà, niente che possa far da contraltare a un’immanenza che cancella qualsiasi possibilità di volare oltre con lo sguardo, di abbandonarsi anche al più elementare conforto spirituale. Nell’intento di fortificare il racconto attraverso una finzione quanto più possibile verosimile la regista sceglie attori non professionisti, a conferma del fatto di voler privilegiare un interesse maggiore per il quadro globale da restituire più che per le vicende dei singoli personaggi. Le storie personali vengono pertanto toccate solo marginalmente, e anche il protagonista, per il quale non è previsto il consueto indugio sulla parabola dal sapore iniziatico, è emotivamente sfuggente...



… Azzeccata è la mise-en-scène, azzeccatissima è la corrispettiva rappresentazione del corollario subumano, non incredibilmente innovativa perché di padri ubriaconi e adolescenti spacconi ne è pieno il cinema, ma precisa e ben definita grazie alla complementarietà con ciò che sta intorno: solo sudiciume. 
Si può fare il medesimo discorso con il fulcro del film: la pubertà ed età limitrofe calata in uno spaccato problematico ha stuzzicato l’intraprendenza di tanti registi, ne risulta che di opere à la Ratcatcher ce n’erano già state e ovviamente ce ne saranno tante altre in futuro, per tutte il salto qualitativo si individua nella realizzazione poiché le tematiche navigano sempre sulle stesse rotte, e in questo campo la cara Lynne, autrice anche della sceneggiatura, non fallisce l’appuntamento…


2 commenti:

  1. Ah, quanto mi è piaciuto! Io quasi quasi lo preferisco a Kevin, bellissimo!

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  2. mi mancano gli altri due, ma l'esordio è folgorante, sono d'accordo.

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