lunedì 13 agosto 2012

Project Nim - James Marsh

alla fine ci si ricorda degli occhi di Nim, e di quello che non può dire, ma che possiamo capire, se vogliamo.
un film doloroso, che non fa male vedere, anzi aiuta a capire qualcosa.
da non perdere - Ismaele



Da un lato ricostruisce un clima (quello della stagione hippy e delle innumerevoli nuove teorie su tutto lo scibile umano) e propone ad animalisti e non il percorso di un primate che diventa cavia di un esperimento che finisce con il procurargli altrettanto dolore (anche se non fisico) di quelli messi in atto per testare alcuni farmaci. Dall'altro (con uno sguardo che fonde emotività e razionalità) ci mette di fronte ad interrogativi ancora più complessi. Perché in definitiva Marsh è più interessato al comportamento degli esseri umani che hanno avuto contatto con lo scimpanzé che non a quello di Nim. Scava nei volti e nei gesti per fare riemergere, a distanza di decenni, gli echi di un'esperienza che ha finito con il provocare in loro un profondo disagio. Perché hanno fatto sì che l'animale provasse per loro dei sentimenti 'umani' per poi farselo sottrarre in nome della scienza destinandolo in definitiva a una cattività lontano dalle loro cure…

…Tutte le volte che un film racconta il rapporto tra l’uomo e la scimmia, i risultati non sono mai dei migliori. Qui però non siamo su “Il pianeta delle scimmie”: “Project Nim” non parla di ipotesi o di fantasie, piuttosto racconta una storia vera che per questo motivo non può non lasciare un segno sullo spettatore che guarda.
“Project Nim”” è un docufilm estremamente affascinante e stimolante, una pellicola che stupisce e fa riflettere ma che fa anche soffrire. Strabilianti sono i progressi, i risultati, i comportamenti di Nim, presuntuosi ed egoisti quelli degli uomini che sfidano la natura per poi arrivare sempre, in conclusione, a tradirla. E a farle male. Troppo male…

…comincia il vero calvario di Nim: prima affidato ad un centro di recupero primati (quello dove era nato), passando dal salotto di una casa ed i vestiti “da umano” all’essere buttato nudo in una gabbia sporca, e poi, acquistato come cavia per la sperimentazione in un laboratorio.
Grazie a una persona che gli si era affezionata al centro primati, Nim riuscirà a sfuggire, dopo mesi di esperimenti di laboratorio, a una fine certa, per inedia, per malattia, per il dolore dei voltafaccia di tutte quelle persone che lo avevano prima cresciuto e vezzeggiato come uno di loro, e poi lo avevano relegato al peggiore dei destini.
Ma si tratterà di un recupero lento, che vedrà il faccia a faccia, ad anni di distanza, con quelle stesse persone che lo avevano tradito.
Insomma, vedrete la storia raccontata con gli occhi di Nim, tutta la pochezza e l’ipocrisia umana che si cela sotto l’egida della scienza…
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