domenica 10 giugno 2012

Amici per la pelle – Franco Rossi


Camurati e Petrocinetti sono i due amici, in un'età in cui l'amicizia è assoluta e la delusione altrettanto, amici che avresti voluto avere.
una storia universale, che capisce chiunque dappertutto, un piccolo capolavoro da non perdere - Ismaele



Mario è un ragazzo di circa quattordici anni molto sicuro di sè che frequenta la terza media, amato e rispettato dai suoi compagni per via della sua risolutezza. Un giorno arriva in classe un nuovo alunno, Franco, che viene messo dall'insegnante nel banco di Mario, arrivato, quest'ultimo, in ritardo.
Il fatto suscita nel ragazzo una certa ostilità nei confronti del nuovo arrivato il quale, oltre ad averli rubato il banco, nonostante la sua forte timidezza si dimostra subito un ragazzo intelligente e destinato ad entrare presto nelle grazie di compagni e professori. Dopo qualche tempo però, complice un orologio da taschino di proprietà di Franco che Mario manomette per fargli uno scherzo, i due ragazzi cominciano a frequentarsi, all'inizio sporadicamente, poi sempre più spesso…

Amici per la pelle si segnala come uno dei migliori film italiani per e sull'adolescenza e questo in un panorama produttivo storicamente povero di film validi su un argomento che, per la sua particolare natura, si è prestato sovente a banali moralismi e patetismi. E', insomma, quello che si dice un classico per ragazzi sul tema dell'amicizia, che conserva ancor oggi, a distanza di tanti anni, e in un contesto sociale e antropologico profondamente mutato, una sua indubbia forza ed efficacia. Il merito di questa mirabile longevità va attribuito alla regia discreta e sensibile di Rossi, che riesce a cogliere la misura giusta per raccontarci una storia abilmente trattenuta su un tono medio, che evita eccessi drammatici e facili sdolcinature (pensiamo al tocco delicato con cui viene descritto il dramma interiore di Franco per la morte della madre o all'intensità emotiva creata dalla sequenza finale dell'addio), attenta a penetrare nei risvolti più intimi e veri della condizione adolescenziale per consegnarci personaggi assai ben tratteggiati dal punto di vista umano e psicologico.
La sceneggiatura, poi, toglie al film una precisa contestualizzazione storica (è ambientato nella contemporaneità, che all'epoca era quella degli anni Cinquanta, ma potrebbe adattarsi anche a sfondi storici d'ogni periodo o quasi), trasformando opportunamente la storia dell'amicizia di Mario e Franco in una vicenda senza tempo, perché i sentimenti di cui tratta sono universali.
da qui


…Pochissimi film hanno ritratto le delicate relazioni e i sentimenti che costituiscono gli affetti della fanciullezza, come quella tra Franco e Mario, con tanta sensibilità, calore, e vera saggezza. Merito va al regista Franco Rossi per il suo ammirevole lavoro con i ragazzi, gli attori meravigliosi che interpretano i loro genitori, e al gruppo di ottimi sceneggiatori che hanno creato le situazioni, i dialoghi e la drammatica storia…
da qui


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