lunedì 14 giugno 2021

Comedians - Gabriele Salvatores

Barni (Natalino Balasso) è un maestro che insegna ai discepoli le profondità dell'arte comica, il non cedere ai gusti del pubblico, il provare a elevarlo, evitando le strade facili e già tracciate.

il suo discepolo più problematico, ma coraggioso, è Giulio (già visto, bravissimo, in Tutto il mio folle amore, sempre di Salvatores), uno che stupisce il pubblico, senza mai farlo ridere, che per un comico sembra un fallimento.

si tratta di una gara di fronte a un pubblico vero, i più amati dal pubblico e sopratutto dall'esaminatore, un De Sica in forma,  vinceranno un ingaggio.

è sempre la solita lotta fra coraggio e conformismo.

è vero, il film è troppo teatrale, probabilmente.

ma guardatelo, nei cinema estivi vuoti, e la musica di Tom Waits è senza prezzo - Ismaele 



 

 

Il comico, secondo Barni, è "uno che osa" e va a stanare le paure e i pregiudizi del pubblico, senza sfruttarli né "lasciarli lì", e sempre cercando di cambiare la situazione, perché "i migliori illuminano". Per Celli invece la comicità è soprattutto intrattenimento ed evasione, non cerca di essere profonda o filosofica, ma semplice e accessibile. Che a intrepretare Celli sia Christian De Sica, che colora i suoi monologhi tanto di precisione comica quanto di malinconia esistenziale, diventa metacinema, e pone l'accento sull'altro tema del film: il valore delle scelte e il rispetto della propria vocazione. Barni è invece interpretato con grande spessore da Natalino Balasso, anche qui in un cortocircuito metacinematografico dovuto alla sua immagine pubblica di cabarettista più che di attore drammatico...

da qui

 

Piove a Milano, si sente la voce roca e malinconica di Tom Waits e l’atmosfera è cupa: non è di sicuro l’incipit ideale per un film comico, e infatti Comedians non lo è, perché l’ultima fatica di Gabriele Salvatores è un film sulla comicità. Una comicità spiegata, sezionata e vista da due punti opposti: quella del maestro Barni per il quale una battuta deve “illuminare lo spettatore” e deve essere libera da paure, pregiudizi e volgarità, e quella del cinico Bernardo Celli per il quale i comici non devono essere dei filosofi, né tantomeno profondi, perché il pubblico cerca la leggerezza e perché “due risate sono meglio di una”Divisi tra queste due teorie i sei aspiranti comici arrancano, appaiono da subito come dei “clown tristi”, arrabbiati, frustrati e non hanno la forza catartica che spesso la comicità nasconde dietro battute e situazioni esilaranti. Nemmeno il personaggio dell’outsider, Giulio Zappa, le quali esibizioni si avvicinano più al Teatro dell’assurdo, riesce a scuotere e a raccontare onestamente il presente come il film, almeno sulla carta, tenta di fare…

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il valore di un’opera che seppur verbosa per certi aspetti, ha il merito di far diventare cinema un trattato sull’arte del comico. Un film sull’arte del buffo in cui si riderà ben poco, e dove a farla da padrone è il lato più oscuro, clownesco e malinconico della comicità. Il resto lo fanno le interpretazioni di un cast capace di restituire la parte più dolente di un’umanità piccola piccola, una scalmanata combriccola di “uomini ridicoli”.

da qui

 

Comedians è un film complesso, che nella sua esecuzione rimane sospeso in una sorta di limbo e non riesce davvero a spiccare il volo. Siamo fermamente convinti che se Salvatores avesse portato questo cast a teatro, invece che al cinema, questa incarnazione della pièce avrebbe fatto parlare a lungo di sé. Dobbiamo però rendere conto della bravura degli interpreti coinvolti in questo progetto, che regalano grandi performance, in particolare Balasso e De Sica.

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