giovedì 25 febbraio 2021

It Comes at Night - Trey Edward Shults

qualcosa è successo, che non sappiamo, un veleno nell'aria, una malattia, qualcosa che porta alla lotta di tutti contro tutti.

la famiglia è il nucleo da salvare prima di ogni cosa, da fuori viene solo male.

del filone dei film di sopravvivenza, angosciante e claustrofobico.

non sarà un capolavoro, ma riesce a inquietare quanto basta.

buona visione - Ismaele




  Travis è al centro della storia, assurge spesso al ruolo di mdp-narrante, rappresenta quel poco di istinto vitale residuo e si carica sulle spalle talvolta anche il ruolo di mistico-veggente, sia tramite i disegni che, molto di più, attraverso i sogni allucinati che facilmente discendono negli inferi dell’incubo.


La trama si dipana, o collassa, fra le cineree e asfittiche mura della sicura prigione nella quale i protagonisti scelgono di confinarsi. Questa prigionia, è chiaro fin da subito, non promette nulla di buono: non ci saranno eroi sovraumani pronti a salvare l’umanità e nessuna catarsi attende lo spettatore dopo l’impegnativa ora e mezza di It Comes by Night.

Trey Edward Shults organizza questa apocalisse minimalista ignorando gli espedienti più semplici connaturati al genere e rifacendosi a metodi più lenti, insinuanti e ansiogeni.

I pochi brandelli di civiltà che Sarah e Paul cercando di difendere crollano progressivamente aggrediti dagli impulsi sessuali di Travis; si accartocciano sotto il peso delle tenebre di quel lungo corridoio; tremano nei presagi da Cassandra di Paul che, data la sua (ex)professione, ben ricorda cosa sia successo ai Romani; si frantumano nelle visioni e nei disegni di Travis e, a proposito di “disegni”, a chi mastica un minimo di storia dell’arte basterà ricordare il titolo del dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio onnipresente nel film per abbandonare qualsiasi speranza residua…

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Although It Comes at Night embraces its share of tropes, it becomes almost impossible to guess where the story is going. 60 minutes into the 97-minute running time, I found myself unable to predict how things would end up – something unusual for a horror movie circa 2017. Shults, appropriating a technique from Hitchcock, peppers the film with red herrings. Some mean nothing but they prod viewers to think and wonder about characters. Clever misdirection keeps us off-balance. The ending doesn’t blindside us but is no less powerful for its inevitability.

It Comes at Night is built on a foundation of mood. The woods are a character. They surround the house providing protection and hiding potential enemies. When the family watchdog scampers off and his barks suddenly stop, only the trees know what has happened to him. The inside of the house is claustrophobic – the diametric opposite of what a “home” should be. Nightmares bleed into reality and, despite Shults’ reluctance to make It Comes at Night about jolts, there are a couple of top-notch jump-scares. The sound department deserves special recognition – the use of sound in this movie, especially the percussive music – is extraordinary…

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El director demuestra una habilidad visual para ir generando tensión, creando una atmósfera de claustrofobia constante, con movimientos de cámara lentos y bastantes precisos. La casa situada en un frondoso bosque es otro personaje más de la cinta.
No te cuenta mucho, deja que el espectador se imagine lo que puede pasar, y eso para mí es un acierto. No es una cinta de terror al uso con grandes sustos, sino por el contrario es más terror psicológico. La fotografía, ambientación, música y puesta en escenas son formidables…

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It Comes At Night vivacchia di pochi avvenimenti, raccontati in maniera decente ma priva di sussulti, e alla fine viene sepolto da una polverosa patina di noia che non si dissolve neanche nel finale, che tenta anche la carta dello stallo da film western senza risultare in alcun modo interessante. Per questi motivi, il film fallisce praticamente su tutti i fronti, rivelandosi privo di mordente e di sostanza.

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La película es una tensión constante, no baja la guardia nunca, tanto en las interacciones entre las dos familias como en las amenazas exteriores que acechan al grupo. Trey Shults Edwards tiene un talento increíble para crear una atmósfera inquietante basada principalmente en no saber nunca que va a venir a continuación. Nunca romperá ese aura de misterio dando explicaciones innecesarias, ni tampoco va a tratar de sorprendernos con un giro poco probable. Esta aparente sencillez narrativa y honestidad en su proceso creativo es precisamente lo que nos sorprenderá y finalmente nos desconcertará más. El objetivo final del realizador es simple y eficaz, sugerir amenazas que, aunque invisibles, se hacen presentes y reales…

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