venerdì 26 febbraio 2021

The Hunt - Craig Zobel

con Craig Zobel non sai mai dove si va a parare, meno male.

The Hunt sembra una cosa, poi un'altra, poi un'altra ancora, e sono appena iniziati i colpi di scena.

meglio non sapere niente prima, per non perdere il gusto.

il film è un po' vendetta, un po' nasce da un'equivoco, e dentro c'è una sacco di roba, azione a 100 all'ora, con due eroine femminili, critica e satira politica, i social, umorismo nero e dark comedy, e un altro po' di cose, per non parlare del maialino.

non sarà un capolavoro, ma non ti annoi un attimo, sceneggiatura e regia sono di alto livello, con attori in ottima forma (le due protagoniste Betty Gilpin e Hilary Swank sono davvero formidabili) .

buona divertente visione - Ismaele


 

 

 

il pregio maggiore del cinema serie B (anche di questo prodotto dall'ormai immancabile Blumhouse) è da sempre quello di farsi specchio della realtà e ridefinire continuamente la propria possibile lettura: ma nel caso della caccia all'uomo raccontata da The Hunt non c'è nulla di mitico o universale. Il fulcro del film non è affatto la sopravvivenza delle dodici persone coinvolte - lo si intuisce dal piacere con cui la trama fa fuori nei primi minuti i potenziali protagonisti, a cominciare dal personaggio interpretato da Emma Roberts - bensì lo scontro politico e sociale di cui sono parte.

The Hunt è innegabilmente un film parte di un mondo in cui la realtà è scomparsa, sostituita dalle bolle autoreferenziali e dalle zone di comfort garantita dal web e dalle reti sociali. Lo stesso gioco della caccia nasce dai desideri delle vittime più che dalla volontà dei predatori, ed è frutto della pigrizia con cui le persone anonimamente appartenenti al popolo costruiscono un'immagine del mondo a misura del proprio odio; sul fronte opposto, il piacere della gestione del potere è anch'esso parte di questa pigrizia, come soluzione animalesca a problemi complessi e per molti versi irrisolvibili…

da qui

 

con con lo scorrere dei minuti e delle sequenze assistiamo alla messa in scena di uno scontro non tanto fra cacciatori e cacciati quanto fra verità sempre più difficilmente distinguibili dal falso. Sono le nostre certezze morali ad essere messe in dubbio. Per chi dovremmo “tifare”? Le vittime dopotutto sono persone deplorevoli, ed è facile pensare che senza esse il mondo scorrerebbe più felice verso un futuro di diritti civili, inversione dei cambiamenti climatici, redistribuzione della ricchezza. Ma i carnefici, in teoria dalla parte del giusto, sono pur sempre assassini a sangue freddo che non danno alle loro vittime una reale possibilità di difendersi.
E cosa faremmo, noi, se fossimo al posto dei cacciatori? Se per una volta potessimo dare sfogo all’istinto di mettere da parte ciò che ci rende diversi da razzisti, omofobi, maschilisti, fanatici delle armi? Si può combatterli diventando come loro, oppure questo e gli inevitabili errori del fato ci porterebbero ad essere uguali a loro, senza risolvere i grandi problemi di questo mondo ma addirittura esacerbandoli?...

da qui/

 

Spogliato di ambizioni alte, The Hunt non è comunque privo di un modesto fascino, soprattutto se cercate un survival horror che garantisca ammazzamenti inventivi e improvvisi (è stato classificato R-Rated per un buon motivo). Appare chiaro che Craig Zobel si compiaccia nell’inscenare morti atroci e sanguinarie, che si tratti di sbudellamenti o di corpi che esplodono. Betty Gilpin non è la solita ‘eroina per caso’, riuscendo a bilanciare la giusta fisicità che il ruolo richiede (memore delle quattro stagioni passate sul ring di GLOW) con le curiose espressioni facciali con le quali affronta anche i momenti più splatter e grotteschi (in questo ricorda non poco l’Ash di Bruce Campell), ed è l’unica, assieme a Hilary Swank, a lasciare una qualche impressione in chi guarda. Intorno a lei si muovono in camei rapidissimi Emma RobertsAmy Madigan ed Ethan Suplee, tutti in grado di garantire diversivi moderatamente divertenti.

In definitiva, per qualcosa che avrebbe dovuto essere così politicamente schierato, la vena satirica offerta da The Hunt è poco affilata e irregolare, indecisa su quanto spingere sul pedale del ‘commento sociale’ a scapito dell’intrattenimento, e viceversa.

da qui

 

The Hunt, nonostante sia un film preceduto da polemiche e controversie sulla sua presunta violenza e sulla supposta critica della classe politica attuale, offre un’ora e mezza di puro divertimento con una decina di minuti finali bestiali e noi possiamo solo elogiare questa piccola gemma del genere che, sebbene non contenga nulla di nuovo, fai il suo dovere con sufficiente fiducia nei propri mezzi per acquisire personalità e intrattenere più che degnamente lo spettatore.

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…La película, dirigida por Craig Zobel, no se anda con metáforas complicadas y va directo al grano ridiculizando tanto a la derecha oligofrénica contemporánea, repleta de ignorantes del vulgo y las corporaciones que se sumergen en delirios paranoicos permanentes, un egoísmo fanático, la basura religiosa antiaborto y la destrucción de la vida silvestre, como a los payasos que simulan ser “progres” y lo único que dan es risa porque jamás salieron de sus burbujas burguesas patéticas, hablamos de -sobre todo- los snobs de cotillón, las feminazis misándricas, los hipsters y bobitos alternativos de pose, los populistas que la van de “abiertos” pero en verdad son bien intolerantes, los pelmazos huecos de las redes sociales cual ágora omnipresente, los infradotados de la corrección política a los que les interesa nada la cultura y todos los otros imbéciles que ayudan a sostener a gobiernos de demagogos de derecha disfrazados de heterodoxia, hoy por hoy todo un sector en auge al igual que su complemento cual yin y yang, léase los empresarios metamorfoseados en políticos kitsch…

da qui


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