domenica 8 novembre 2015

Crimson Peak – Guillermo del Toro

Guillermo del Toro, quando va male, fa film molto belli, le altre volte eccezionali.
forse qui va male, ma non troppo.
la prima parte è davvero lenta, poi si parte davvero,.
il film cita molti altri film, e ognuno vede e ricorda qualcosa.
a me ha ricordato un poco Shutter Island, molto Eliza Graves, di Brad Anderson, e i fantasmi finali mi sembrano arrivare da Sospesi nel tempo di Peter Jackson (con Michael J. Fox).
si tratta di una storia gotica maledetta, amore (non quello preferito dalla santa romana chiesa per gli altri) e morte.
attori bravi, e Jessica Chastain da Oscar.

se pensate agli altri film di Guillermo del Toro potreste restare delusi, astraete, fate finta che sia il suo primo film che vi capita di vedere, allora di sicuro non vi deluderà - Ismaele




Crimson Peak gioca con le aspirazioni letterarie di Edith, in bilico tra Jane Austen e Mary Shelley, e con cromatismi elementari ma suggestivi: il bianco del vestito e della neve, il rosso dell’argilla, del sangue, della passione. Ed è così che rintracciamo facilmente i cliché del genere, coi luoghi che si fondono col subconscio e i suoi rimossi, con il superamento dell’essere figlia e vergine, col trauma della crescita, della disillusione dell’amore romantico e travolgente. C’è un po’ de Il sospetto, di Angoscia e di Tragico segreto, ma c’è soprattutto la follia di Lucille, di un amore che è costretto a farsi morte per sperare di sopravvivere. Più (iper)melodrammatico di così…
Crimson Peak trova la propria fertilità nelle emozioni inconfessabili, negli abissi di angoscia evocati dalla profondità di campo (e dalle maschere dell’immancabile Doug Jones), nell’amore per un cinema che non ha paura di essere bigger than life, eccessivo, citazionista, cinefilo, finto eppure verissimo e vivissimo.

Più che sugli aspetti inquietanti e orrorifici della storia, la sceneggiatura si concentra sulle dinamiche amorose, ma lo fa in maniera dozzinale, quasi che si trattasse di un qualsiasi romanzo d’appendice, e finanche il presunto colpo di scena viene dato per scontato sin dai primi minuti di film. Tra tutti solo Tom Hiddleston dà l’impressione di aver cercato di dare una maggiore profondità al proprio personaggio, ma i dialoghi sono talmente intrisi di elementi grotteschi non voluti da renderne vano ogni tentativo.
Crimson Peak è un esercizio di stile stanco nonostante la facciata sontuosa…
da qui

Peccato che del Toro non riesca o non voglia liberarsi di tanti segni  e modi dell’horror più di consumo, col risultato di inquinare la cifra stilistica di Crimson Peak, il suo tono, il suo clima. Tutta la parte supernatural e ghost, con il potere di Edith di vedere, materializzare i fantasmi e di parlarci, è del tutto superflua, e non si salda mai davvero con la storia della ragazza venuta dal mondo nuovo alle prese con un vecchio sinistro castello, un marito indecifrabile e un’inquietante cognata. Sarebbero bastati questi elementi a tenere in piedi il film, ma del Toro non si è fidato e ha infarcito con troppo d’altro. Comunque il nucleo tiene, e si arriva alla fine con la sensazione di aver visto un prodotto anomalo rispetto alla media corrente. Certo, vien da chiedersi come i consumatori dei blockbuster possano accogliere un film dall’impianto così classico e old fashioned, per quanto astutamente aggiornato. Le prime due settimane nei cinema americani la risposta l’hanno data, ed è stata negativa...

Che il male si annidi proprio nelle parti più presentabili e attraenti dell’umanità mentre il paranormale, proprio nel suo essere spaventoso ma genuino, raccapricciante ma onesto, esprima invece i valori più ragionevoli e positivi, è il concetto che il film esprime meglio, con convinzione e proprietà di linguaggio filmico da parte di un cineasta che è bravissimo a generare immagini ma stavolta annoia con la storia. In quella fantastica ambientazione che davvero pare viva (è un clichè, la casa che è un personaggio, ma stavolta è così) non si trova però niente di interessante e le dinamiche tra irreale e reale, tra orrido e ripulito di Crimson Peak in nessun caso tutto possono essere considerata farina del sacco di Guillermo Del Toro. Quello che quest’autore ha da dire sul cinema e sui rapporti è rimasto tutto negli altri titoli della sua filmografia.
detrás de todo está Guillermo Del Toro, uno de los mejores realizadores del momento que se reafirma como una máquina de creatividad y maravilla visual, capaz de cambiar de géneros mientras estos acompañen las ideas que surgen de su mente. La cumbre escarlata es su carta de amor al género gótico y en general, es la demostración del alma hecha película, un producto tan original como benevolente con el espectador. Nunca es autocomplaciente en la puesta de escena (en contraposición, por ejemplo, al decadente cine de Tim Burton), sabiendo siempre como supeditar lo visual al guión, y puedo decir sin temor a equivocarme que es una de las películas que más he disfrutado en lo que va del año, un espectáculo visual inteligente, creativo y maravilloso en su lúgubre modo, con la marca inequívoca del brillante director mexicano, que afrontando muchos riesgos, saca adelante una nueva obra original para gusto de todos los espectadores.

… la película se encuentra llena de referencias a varios clásicos fílmicos y literarios, y éstas son a veces tan evidentes que perjudican la originalidad del relato. No se trata sólo de que Edith sea verbalmente comparada con la figura central de “Jane Eyre” en la primera parte, marcada por no tan discretas referencias a la Cenicienta, o de que ella misma se apellide Cushing; el asunto se acentúa en lo que viene después, cuando la estancia en la mansión de incontables habitaciones y el enfrentamiento con la hermana -que es a la vez ama de llaves- remiten de inmediato a “Rebecca”, lo que se suma a detalles visuales y argumentales relacionados a otras obras de Hitchcock, sobre todo “Notorious”. Cerca del final, hay incluso un momento que, salgo mejor parecer, se inspira en el desenlace de “The Shining”.
Esta abundancia de tributos (porque está bastante claro que eso es lo que son) le quita a la cinta la posibilidad de alcanzar un grado de excelencia, al igual que lo hace una trama que, en medio de la sofisticación de sus detalles y de sus personajes, puede llegar a ser predecible; y tampoco hay una extensión mayor del tema feminista que se insinuaba al principio.
Pero “Crimson Peak” introduce a cada momento circunstancias inusuales que son capaces de tocar fibras particulares en el espectador y nos sumerge con habilidad pasmosa en el ambiente que fabrica, ofreciendo con ello una propuesta que no se suele encontrar en el cine de terror comercial, ya que, sin salirse del todo de las fórmulas, les brinda un tratamiento extremadamente creativo. Y uno de los aspectos más importantes es que, como suele suceder en las cintas de Del Toro, las criaturas no son las que más hay que temer, por más espantosas que parezcan; ése es un privilegio que le corresponde a los humanos.






4 commenti:

  1. Ah! Ecco! Io questo vorrei vederlo e l'avevo proposto, ma mia moglie puntava più su Suffragette e abbiamo visto quello. E non ce ne siamo pentiti per niente. Però questo continua a incuriosire, anche perché ambientato in Cumbria, la regione nostra limitrofa....

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  2. Suffragette ancora niente, qui.

    Cumbria sembra una regione italiana :)

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  3. Ah! A me è piaciuto tanto, con tutte le eventuali riserve del caso.
    Sì! La verde Cumbria! È una regione rinomata e apprezzata per il suo turismo naturalistico e ospita per gran parte il Lake District!

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  4. Urca! Ho appena visto 5 minuti de La bella e la bestia di Cocteau perché lo sta guardando Simo, e ho dovuto distogliere lo sguardo per la troppa bellezza (di Simo o di Cocteau? O di entrambi????)

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