venerdì 6 novembre 2015

Corn Island - George Ovashvili

una piccola storia, di sapore biblico.
il contadino cerca di sfruttare quello che la natura gli offre, benigna o matrigna, dipende dai momenti.
la guerra è lì, a portata d'orecchio, una guerra inutile, per confini, una guerra dimenticata.
vennero in barca dei gendarmi
vennero in barca con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino.
un gran bel film, cercatelo, non ve ne pentirete, promesso - Ismaele




Estaríamos pues ante una especie de estado de la naturaleza que, con todo, lleva en él una violencia latente e inminente. En este caso la misma queda claramente ilustrada por la lucha armada, pero también por sus consecuencias indirectas, como la escena nocturna en que unos soldados matan a un ciervo que se había refugiado en el islote. Luego lo arrastran por los brotes verdes para cargarlo en su bote, dejando en la plantación rastros de sangre que a la mañana siguiente la nieta descubre, más desconsolada por este detalle visible de la muerte que por el parcial estropicio causado a la plantación. Mientras tanto, sin embargo, el abuelo confía en poder terminar su labor y cosechar sus frutos. Y la meticulosidad que le dedica, de la que se nos hace directamente partícipes, permite que sintamos verdadero desasosiego cuando, inevitablemente, la empresa fracasa. Lo hace en un clímax portentoso, que en una tempestad implacable culmina y resuelve los distintos frentes del drama, desde el apuntado contraste entre los protagonistas hasta su subtexto metafísico. A ello sigue aún una escena final que marca la estructura simétrica de Corn Island, reflejando el propio ciclo de la naturaleza. Se trata de un detalle que refuerza más si cabe el desgarrador humanismo de una película que no podemos sino calificar de obra maestra. 

Un film dove l'immagine ha la meglio sulla parola, esibendoci, in tutto il suo crudele splendore, una natura tanto generosa quanto capricciosa. Il regista ce la mostra con estremo realismo, ai limiti del documentario. I due attori protagonisti contribuiscono a rafforzare questa poetica del reale, agendo davanti alla macchina da presa con grande naturalezza, parlando solo con gli occhi: solcato, lui, dalla fatica dell'età e dalle intemperie della vita - ma nonostante tutto determinato e teneramente preoccupato per la nipote - e animata, lei, da un bisogno di vita che la spaventa e la incoraggia al contempo. In questo deserto di comunicazione, non è tanto la parola a mancare, quanto le risposte alle domande che questa storia incompiuta di uomini suscita. Curiosità e desiderio di emozioni più forti che il regista non soddisfa, interessato più ai capricci della natura che a quelli degli uomini.

…la sceneggiatura di Corn Island si rivela altrettanto solida e potente quando, attraverso una serie ben calibrata di “colpi di scena”, va ad arricchirsi di elementi drammatici e simbolici forti, dal potenziale tragico esplosivo.
Tre sono i fondamentali pericoli in agguato, pronti a contrastare l’obiettivo dei due protagonisti: da un lato abbiamo la natura effimera dell’isola, che potrebbe sgretolarsi da un momento all’altro e mandare in rovina il raccolto, dall’altro c’è la presenza costante sul fiume delle motovedette dell’esercito regolare georgiano alla ricerca dei ribelli. E poi c’è un altro aspetto della natura foriero di tumultuosi sviluppi: è l’adolescenza incipiente e inarrestabile della ragazza. Quando sull’isoletta sbarcherà un ribelle gravemente ferito, i reagenti, accuratamente approntati, innescheranno una miscela esplosiva.
Fa capolino di quando in quando, in Corn Island, qualche leggera forzatura “fictionale”: un movimento di macchina che attraversa dal basso i primi pilastri della capanna edificata dal nonno e ci palesa la presenza dell’autore, qualche gesto o espressione dell’anziano protagonista è un po’ troppo “recitata” e un erotismo insistito nella contemplazione del corpo “in transito” della ragazza rivela la volontà, sempre calata dall’alto, di incrementare la tensione del racconto. Ma si tratta di brevi istanti, di peccati veniali immediatamente riassorbiti nell’incanto visivo e nel solido tessuto narrativo del film…

... Corn Island cuando busca ciertas condiciones arquetípicas de un relato y las explicita suprimiendo el alejamiento que el abuelo ha impuesto, parece sentirse insegura y acaba sacrificando en contra de su voluntad cierta capacidad de fascinación. Como si el creyente al final se derrota y se negase a sí mismo la posibilidad de lo que parecía apuntarse al principio. Es imposible mantenerse al margen de todo. Al final, aunque uno no quiera, acaba impregnado de la violencia de esta sociedad enfrascada en enfrentamientos irracionales.


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