lunedì 16 novembre 2015

45 anni - Andrew Haigh

quando sono entrato nel cinema per un attimo ho pensato che fosse un film vietato ai minori di 45 anni, in realtà è solo il titolo del film.
una storia senza effetti speciali, senza urla, piccoli spostamenti del cuore e dell'anima.
dopo 45 anni Kate scopre qualcosa che ignorava, e tra loro emerge una montagna a dividerli.
Kate non conosceva il segreto di Geoff e Katia, Geoff è turbato da quel ricordo, da quel fantasma, Kate sembra non farcela a farsene una ragione.
grandissimi i due attori, in una specie di "Segreti e bugie".
mica li conosco, Geoff e Kate, i giorni dopo il sabato, ultimo giorno della settimana, e anniversario del loro matrimonio, qualche giorno dopo spero che ascoltino una grande canzone dell'immenso Jacques Brel.
non perdetevelo, sconsigliato a chi si aspetta gli effetti speciali, ci sono solo sguardi, parole, ricordi, fantasmi, un futuro da disegnare e tanta buona musica - Ismaele






…Chi pensava di vedere, come spesso sta accadendo nel cinema, una storia zuccherosa e con eventuali toni di commedia consolatoria e celebrativa di un grande amore poco o nulla scalfito dal tempo, sarà rimasto deluso nelle sue aspettative. Invece no, in questo film duro e freddo a tratti come il vento del luogo (si pensa alla lontana anche ad Haneke ) si mostra la possibilità che i drammi e le delusioni d’amore possono turbare anche ad età avanzata e che la cifra della riuscita del film sta nel mistero del non detto o detto troppo tardi per cui giustamente viene lasciata allo spettatore la scelta dell’evoluzione della storia…

45 anni non ha nulla di sentimentale o di patetico. È al contrario molto trattenuto, costruito su dettagli, su frasi dette a mezza bocca, su di un propalarsi di ipocrisia borghese che ammanta le vite dei protagonisti e che pian piano, di fronte ad ogni nuova rivelazione, li avvolge in una sorta di abbraccio mortale, dal quale è impossibile liberarsi…

…Non si può non apprezzare un dramma di tale levatura filmica. Infatti 45 anni, diretto dal britannico Andrew Haigh, è un film riuscito in ogni sua piccola sfaccettatura, in ogni suo piccolo mutamento d’emozione. Perché il dramma, che pesca a piene mani da un passato che ritorna prepotente e che si consuma fuori campo, sfigura i volti dei due protagonisti, li cambia silenziosamente e profondamente. Perché la pellicola non esaspera, non ne ha l’interesse; scava nei sentimenti e nelle convinzioni di una donna che dopo quarantacinque anni di matrimonio si accorge di quanto sia stata un’ordinaria sostituta. Tutto ciò passa attraverso gli espressivi sguardi di Charlotte Rampling, una donna intensa che misura la propria vita e ne trae una disamina impietosa…

45 anni è infatti un film che scandaglia con acume e dolente puntualità la complessità delle relazioni sentimentali, le difficoltà di costruire una intimità condivisa e la volubilità di certezze che si credono acquisite. Un film sulla coppia e sulla memoria, dunque, come dichiarato fin dai titoli di testa che non a caso scorrono uno dopo l'altro accompagnati dal tipico rumore delle diapositive.
Al centro di questa analisi struggente e amarissima ci sono Kate e Geoff, amanti affiatati e compagni sodali, che, forse per la prima volta, si trovano costretti a confrontarsi con i ricordi e i non detti di una relazione apparentemente inossidabile…

Lo spettatore scopre con la protagonista la dissimulazione del marito attraverso un’inquadratura che racconta simultaneamente passato e presente: Kate è davanti alla diapositiva di una giovane donna che cinquant’anni prima guarda il suo fotografo, Geoff. Chi guarda e l’oggetto guardato divengono sintesi di un triangolo che prende vita da una sommatoria di tempi, di rimandi, di vecchiaia e giovinezza. Emerge chiaro un sentimento nascosto, forte e inalterato che da 45 anni vive parallelo a un matrimonio apparentemente riuscito…

…Haigh ricostruisce il teorema intimo di un matrimonio con delicata raffinatezza. L’impianto visivo, asciutto e nel contempo denso di particolari, ci restituisce nelle immagini tutta la profondità di un rapporto che si esprime anche nella condivisione dello spazio. Kate e Geoff, infatti, lo occupano. Non sono semplicemente “lì” ma all’interno di un’inquadratura essi materializzano, nell’intesa di un semplice gesto o di uno sguardo fugace, una simbiosi che si fa quasi tangibile. A pochi giorni da un traguardo importante l’inattesa “entrata in scena” di Katya sembra polverizzare ogni certezza. Il fantasma di quell’amore che Kate voleva credere svanito tra le nebbie del tempo è, invece, più che mai presente e forse, come la protagonista stessa dice: “E’ sempre stato qui, dietro di noi”

una cinta que juega la engañosa baza del relato amable de pareja anciana que redescubre su amor en los últimos estadios de su vida; pero aportando una oscuridad de sentimientos que, bajo la superficie, se intuyen duros, especialmente los de ella que, a la manera de una Joan Fontaine luchando contra el recuerdo de la eterna Rebecca, debe sobreponerse a los recuerdos del pasado ocultando en su interior cuestiones que podrían arruinar todo aquello que para ella significaba seguridad. En los últimos minutos, sólo queda la certeza de algo terrible, de una verdad desgarradora que se queda en el aire. Haigh se ha superado a sí mismo con 45 Years. Es un filme que crece en el recuerdo, merced a un cierre magnífico, y que seguramente le valdrá nuevos éxitos a Charlotte Rampling, no sin merecimiento.

It’s breathtaking, abrasive drama that relies on subtle infractions to deliver a gut punch of emotion. There’s nothing vulgar here. Instead the lens through which Kate is required to reconsider her entire life is a series of small, cumulative transgressions not against her, but her perception of life. The final moments of the film recall an offhand suggestion made in the first few minutes, but stretch beyond that to what must have once been the happiest day of her life. Words take on new meaning, as a clarion call for a life not lived is echoed in a final expression, which may be one of the most authentic moments of lucidity ever captured on screen.








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