domenica 8 febbraio 2015

Occident - Cristian Mungiu

l'opera prima di Cristian Mungiu, un film divertente e fresco, dove molti vogliono fuggire a Occidente, non importa come.
Luci è troppo pigro per fuggire, e per troppe altre cose, e perde le due donne della vita.
la struttura del film è come a episodi, ognuno racchiude in precedente dando elementi in più per capire il tutto.
poi Cristian Mungiu ha fatto cose diverse, ma si trova a suo agio col dramma e con la commedia, con l'humor nero e con il realismo.
"Occident" è un film divertente e amaro, un debutto coi fiocchi - Ismaele








alla fine il film diverte, e un po’ ci si appassiona alle peripezie dei suoi eroi ipersfigati, che vanno per trovar l’America e finiscono impantanati in un mondo che non li accetta ma anzi li ignora. E tutto sommato per un’ora e mezza abbondante si finisce per esorcizzare lo spettro del lamento funebre dei popoli dell’Est, con quest’ultimo non-luogo ridotto a dependance o discarica dell’Ovest opulento e industrializzato. In fondo Occident racconta, con una leggerezza inusitata e a tratti sconcertante, una semplice storia di uomini e donne che tentano di rimettere insieme i brandelli della loro esistenza fuggendo da un presente forse troppo simile al passato che li opprime. Che poi l’esito finale sia lo scacco o il trionfo, forse, non è nemmeno così significativo.
Proprio per questo, alla fine, nonostante le numerose cadute di gusto e gli alti e bassi di scrittura (intesa sia come script propriamente detto che come scrittura filmica), Occident è un film che si lascia vedere con gusto e suscita un’innata simpatia; anche perché, in epoche di requiem transculturali e post-globalizzati, un film così allegro fa l’effetto di una boccata di aria fresca...

Occident è un film che tecnicamente non ha molto da dire, ma che è però sostenuto da una sceneggiatura piuttosto efficace e certamente interessante. L’idea di raccontare separatamente le storie dei protagonisti, dividendo così il film in tre episodi distinti, è buona e dà modo di creare un pizzico di suspense che certo non guasta, ma quando si arriva al terzo capitolo nello spettatore nasce un po’ di impazienza.
Il finale della vicenda sembra un po’ troppo costruito, troppo studiato, e lascia il pubblico con l’amaro in bocca; ma nella Romania di oggi, anche se si sta meglio rispetto a prima della rivoluzione, l’happy ending apparirebbe decisamente fuori luogo.

Le film est construit en trois parties, reprenant la même histoire mais focalisée sur des personnages différents. On en apprend donc un peu plus à chaque fois, et l'histoire s'éclaircit au fur et à mesure. Le système de narration est fort original et très bien maîtrisé, ce qui n'était pas chose aisée ! Cristian Mungiu porte un regard drôle et caustique sur son pays. Les personnages du film sont partagés entre ceux qui veulent le quitter et les autres. Le héros masculin assiste impuissant à l'éloignement des jeunes femmes qu'il connaît. Il se retrouve piégé malgré lui par l'occident, entre le désir des ses amies et le centre commercial où il travaille, véritable modèle occidental.
Ce film est une très bonne surprise, une découverte de la quinzaine des réalisateurs. On espère bien qu'un distributeur prendra le relais pour le distribuer dans nos salles obscures hexagonales.

 It's unusual, however, to come across a script so ambitious and accomplished – Mungiu's main strength clearly lies in his writing, he does a competent enough job of bringing it to the screen. He only makes one notable error – building to a terrific final freeze-frame, then letting the action begin again for a superfluous few extra seconds.
Mungiu does delight, however, in wrongfooting audience expectations, and manages the tricky feat of keeping the characters broadly sympathetic even while accurately endowing some of them with less-than-endearing traits. This has resulted in Occident coming under fire for "blatant naïve racism" in the  'Michaela and Her Mother' section, but the film is explicitly anti-racist. In the words of one of his characters, Mungiu's approach involves "looking life in the eye" to diagnose the very real social problems that afflict this country in the throes of painful transition…

Theme-wise, everything is westernized in this film. There is the hope of being saved by the rich Westerner (the Italian), the hope of saving oneself in the West (Sorina), and the disillusion about economic liberalism (humans metamorphosing into merchandise). And yet Mungiu’s film radically differs from the accounts of the same conflict his contemporaries offer. Most astonishingly, the characters inOccident don’t give the illusion that the fulfillment of their “Western” aspirations will actually make their life any better, nor does it demonstrate how it gets worse. In this point, Occident stands alone against the above mentioned films, where suspense and character identification are conditioned by the fulfillment or non-fulfillment of the “Western” promise. In Occident, the West only appears as the shifting of a frame, but is never able to actually construct a filling content. It is just not convincing to think that Sorina left Luci because of the opportunity offered by the Frenchman. Nor is Luci’s job in the shopping mall stylized into a melancholy soul-selling activity. The merit of Mungiu’s film is to remind us that human illusions and disillusions reach beyond the borders of political frames…
da qui

2 commenti:

  1. Un Mungiu diverso dai film più noti, mi pare di capire. Incuriosisce ancora di più allora!

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  2. non è perfetto, ma Mungiu ha classe.
    mi dirai...

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