lunedì 3 febbraio 2014

Qui e là (Aquí y allá) - Antonio Méndez Esparza

quasi un documentario, attori non professionisti, una storia davvero neorealista, premiato anche a Cannes nel 2012.
Pedro torna a casa, dopo anni da emigrato a New York per mantenere la famiglia, che sta in un paesetto messicano che più sud del mondo non si può.
non ci sono risorse economiche, la vita è al di sotto della sussistenza, dignitosa, ma come dappertutto i poveri soffrono a casa propria, immaginiamoci quando si allontanano.
bellissimo il rapporto di Pedro con le moglie e le figlie, che viene ricostruito dopo anni.
nasce anche una bambina, e si paga anche per nascere, Pedro resiste, ma deve ripartire.
ti affezioni a tutti i protagonisti, Pedro, Teresa, e le loro figlie per primi.
tutti sono rassegnati, non c'è neanche un moto di ribellione, la vita è così e sarà così.
un film che fa male, e però è bellissimo, cercatelo se arriva in zona - Ismaele 






…È senz'altro piacevole e gratificante vedere che esistono ancora film come Qui e là, un lavoro prettamente politico, ma in cui l'assunto non è gridato quanto piuttosto incarnato nei volti e nelle rughe dei personaggi, nella loro delusione, nella loro amarezza e nell'amore per una terra che non li vuole e non li può accogliere.

Para intentar lograr una objetiva en los hechos, el director se limita a colocar la cámara y dejar que la acción fluya, en lugar de enfatizar con primeros planos o movimientos de cámara. Además, hay prácticamente una carencia de música en todo el metraje lo que otorga a todo el trabajo un alo casi de documento real…

Cette mise en scène justement, d'un minimalisme qui égale sa rapidité pour aller à l'essentiel, donne un résultat proche de ses personnages et instaure une distance humaine avec le spectateur. Il ne se passe pas grand chose à l'écran, mais l'ensemble sonne résolument juste et réaliste…

…Case di pietra, polverose, con i piani lasciati a metà e un buio assoluto, che ricordano i paesini di montagna dei nostri appennini o del sud, svuotati dall’emigrazione che ha portato via gli uomini e lasciato solo le donne, gli anziani e i ragazzi, che non vedono l’ora di finire la scuola per poter partire anche loro. La destinazione è quel “lì” del titolo, sono gli Stati Uniti di cui tutti parlano, ma che con la sua assenza pesa sulle spalle del protagonista in maniera insostenibile. Un altrove al di là dalle montagne che li fa sperare ci sia qualcosa di diverso da sognare per il loro futuro.
Attraverso piccoli riferimenti ci viene rappresentato un governo incapace di garantire uno stato sociale dignitoso, che possa evitare di doversi trovare dei donatori di sangue in ospedale pena il passaggio in fondo alla lista d’attesa. Ci racconta di un'America latina che dietro ai numeri di una crescita economica sostanziosa nasconde una disuguaglianza terribile, nascosta magari in qualche paesino di montagna che nessuno conosce.
Qui e là è un film in cui i suoi abitanti, facce che trasudano verità, non alzano mai la voce. Le loro vite sembrano seguire un flusso inevitabile; anche quando prendono decisioni coraggiose sono le condizioni esterne a guidare in realtà i loro destini.  Un viaggio angosciante sulle piccole enormi sfide quotidiane di un uomo semplice

Antonio Méndez Esparza transita cerca de la frontera del documental con largos planos secuencia y casi episódicos para contar de una manera intimista cómo se adapta al nuevo entorno el protagonista. De manera sosegada y con planos fijos, la realidad fluye de forma natural delante de la cámara sacando los miedos, dudas y esperanzas de unos personajes herméticos con sutileza.
Los ojos de un espectador espabilado encontrarán una riqueza temática llena de aristas porque nos habla de la inmigración, pero también de la familia, el destino, sueños rotos y la dignidad. Nos muestra el sentimiento de estar en casa rodeado de extraños y de cómo recuperar el tiempo perdido. La película logra convertir una historia local en universal para quien se atreva a entrar en ella.
En los tiempos que corren donde los flujos migratorios están cambiando, por lo menos en España, el filme enseña qué significa emigrar dejando atrás una vida que luego es tan difícil recuperar. Es de agradecer una mirada fresca, alejada de cualquier topicazo y manierismo a un drama que hemos visto por encima del hombro, y que ahora nos afecta en primera persona.

Here and There is written and directed by Antonio Mendez Esparza who deserves credit for reminding us how much suffering and pain is endured by good people like Pedro and Teresa. The wear and tear of poverty has taken the air out of their hopes, physical vigor, and mental rigor.
This meditative film has shown us that we can look into the face of poor people and see them as brothers and sisters. The dark night will end when we eradicate poverty that keeps affecting more and more people so that in the end they are invisible to us. As we find ourselves Let's hope and pray that we will have more opportunities to see our brothers and sisters in the light of day. As we have seen and empathized with Pedro and Teresa.

Eppure Antonio Esparza ha realizzato un qualcosa di estremamente interessante, con un linguaggio diretto, che lascia tanti spunti di riflessione. Certo non sarà mai il film da vedere in compagnia mangiando biscotti e bevendo bibite gassate, non è il film del sabato sera al multisala. Ma per chi ha curiosità di entrare in una tipica casa messicana, questa pellicola lo accompagna per mano, passando tra le vie, vicino alle persone, presentando le abitudini degli abitanti di Copanatoyac. E così come Pedro, Teresa e tutti gli altri hanno avuto la mancanza dei giorni di ripresa a film terminato, anche noi spettatori abbiamo un senso di mancanza quando scorrono le ultime note della canzone, curiosi di sapere le loro sorti.
Da vedere, sicuramente, anche se forse per una volta soltanto.

…Ce partipris explique sans doute l'incroyable justesse du film, sa façon de fairenaître l'émotion à partir des situations les plus triviales. L'amour profond qui lie cet homme à cette femme, les ruses du père pour reconquérir le regard que portent sur lui ses filles, adolescentes pudiques et facétieuses qui lui font gentiment payerla souffrance de son éloignement, tout cela est rendu avec une délicatesse et une simplicité presque miraculeuses. L'endettement de Pedro pour faire exister son groupe de musiciens, le drame qui se noue autour de la nouvelle grossesse de sa femme, l'obligation de régler un traitement onéreux de ses propres deniers, vont rapidement avoir raison du bonheur des retrouvailles.
A cette trame mélodramatique, Esparza a l'élégance de ne rajouter aucun pathos. L'art de l'ellipse et le sens du détail, un simple geste et les paroles d'une chanson lui suffisent à créer l'émotion, avec une dignité qui est à la hauteur de celle dont les pauvres gens accueillent le sort qui les accable.
da qui

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