come un gatto, anche una domestica (da molti anni) è legata alla casa.
e quando gli eredi vogliono liberarsene fa di tutto per ostacolare la vendita della casa.
come Bartleby, anche Ada (Lucia Sardo, bavissima) preferirebbe di no, non andare via da quella casa, che è anche la sua.
un piccolo film che non delude (anche se la fine è troppo melensa e scontata).
buona (domestica) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film completo, su Raiplay
…Il centro di gravità della storia è Ada, e
l'interpretazione di Lucia Sardo è semplicemente magnifica: una donna ruvida e
allo stesso tempo di animo gentile, sempre indaffarata, mai a mani vuote. Ada è
l'esempio di operosità e altruismo femminile che tutti abbiamo almeno una volta
nella vita incontrato, e la scrittura di Cecere, che firma la sceneggiatura
insieme a Pierpaolo Pirone, non ne fa una vittima ma una donna complessa e
piena di spigolosità, mai motivata da egoismo nonostante la reticenza ad "abbandonare
il campo", e con un senso alto della propria dignità…
…Lucia Sardo ci ha regalato dei ritratti di donna del sud
indimenticabili, da Felicia Impastato ne I cento passi all’ultima
performance in Picciridda di
Paolo Licata. Qua lascia da parte la totale drammaticità dei suoi ruoli più
famosi e alleggerisce il tutto con un pizzico di perfidia, che la rende
irresistibile.
Montato e girato con uno sguardo classico, tutto votato
alla storia e alla resa delle atmosfere, oltre che alla valorizzazione del
contesto naturale e culturale, Sulla giostra è un film
“piccolo”, ma molto ben riuscito. Coerente con il suo messaggio di
imprevedibilità e semplicità, sarà una bella sorpresa per il pubblico. Molto
azzeccata la scelta del finale, che concentra il punto di svolta in cambiamenti
tutti interiori, senza colpi di scena poco credibili e – forse – neanche
auspicabili. Se non tutto finisce come in una favola, è perché la vita vera – a
volte – dà anche più soddisfazioni.
…Un ritmo sgonfiato, rassicurante, che lascia ai problemi
lo giusto spazio, senza lasciarsi sopraffare, nella consapevole certezza di
avere delle priorità come l’amicizia, l’amore, le buone maniere, la gentilezza.
Non il paradiso perduto, soltanto un rifugio da coltivare, non certo da
abbandonare a cuor leggero. Luoghi nei quali ancora è possibile essere
riconosciuti per strada ed onorati di un saluto, magari di un poeta o di un
vecchio filosofo, piccoli paesi abituati a dare una festa in ogni occasione per
non dimenticare quanto è bello stare insieme a ballare e cantare, e non per
questo essere provinciali od obsoleti. Realtà transitorie, scandite dalle
esigenze biologiche, meno ossessionate dalla velocità, schiave una decadenza lieve bagnata dal nettare
dell’abitudine. Sulla giostra sembra proprio una cura. Adatta all’imbarazzo,
alle urgenze immaginarie, alle malattie della modernità. Sposta l’orologio sui
bisogni primari, rimuove la visibilità momentanea, interessata, in cambio di
uno sguardo più lungo. Un’occhiata piena di dolcezza, una carezza anche
maliziosa, ma sincera. Sullo schermo scorre un romanzo esistenziale, di
formazione sensibile, per arrivare ad un obiettivo nascosto, lontano ed
ambizioso, verosimile accordando fiducia alle persone, anche quando quella
fiducia è stata tradita mille e mille volte, per non trasformarsi nei mostri
che vengono a farci paura.
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