in un posto desolato, in un motel, si incrociano: uno che consegna valigette, piene di non sappiamo cosa, mandato in Sardegna per punizione, un tossicodipendente estremo insiem a una ragazza adolescente, in un rapporto malato, un meccanico che fa il gigolò ma anche usa il sesso come terapia, e infine una madre che ha perso sua figlia per un tumore.
un film che non fa ridere, e che ha un suo perchè.
buona visione - Ismaele
QUI si può vedere il film completo, su Raiplay
Noir inquieto e
malinconico. I personaggi di Happy Days Motel sembrano sospesi nel tempo,
smarriti in solitudini che provano a curare come possono.
Sulla trama
«Qui non
c'è niente e niente succede sul serio. Qui è il paradiso»
Balti è un padre separato. I suoi incontri con la figlia sono regolati da un
semaforo. Dustin ama solo quando soffre. Candy ha bisogno di essere al centro
dell'universo di qualcuno. Lupo è ossessionato da una pubblicità di biscotti.
Laura vive un dolore troppo grande e scopre di avere uno strano dono.
Questi personaggi si incontrano all'Happy Days Motel, sembrano sospesi nel
tempo, smarriti in solitudini che provano ad affrontare come possono anche
prendendosi cura di chi sta loro accanto. L'arrivo di Balti al motel
rappresenta un punto di rottura nelle loro esistenze. Ognuno sarà costretto a
guardare dentro di se per capire cosa vuole davvero.
Sulla colonna
sonora
La musica
on the road è suggestiva e adatta a raccontare questa storia.
Uno strano hotel
come terra franca dove le alienazioni personali arrivano a una resa dei conti che
modifica la vita: un impiegato frustrato, un gigolò masochista, una madre in
lutto, un tossico maturo, una ragazza senza riferimenti... insomma, una fauna
un po’ stereotipata ma interessante, calata in un’atmosfera sospesa in quello
che è evidentemente un algido apologo sulla condizione esistenziale. A tratti
ficcante, a tratti noioso. A tratti intrigante, a tratti banale e prevedibile.
Comunque interessante come opera prima.
Il nulla, il vuoto è l'unico protagonista. Le esistenze che si
incontrano in questo squallido motel con la piscina verde sono avvolte da una
solitudine difficilmente colmabile, ciascuno è sprofondato nel proprio abisso.
Dialogo tra
solitudini
Atemporalità,
depressione e vuoto: sono gli ingredienti di questa placida pellicola che non
sprigiona, forse, alcuna emozione nello spettatore, ma regala la rarefazione
del senso che è centrale nella nostra contemporaneità.
L'incomunicabilità
tra gli atipici frequentatori del motel viene aggirata solo attraverso atti di
violenza o di sesso. Spezzano questa norma solo Lupo e Candy, o almeno così
vorrebbero...
Balti è il
protagonista e dovrebbe essere il filo conduttore del film, ma la sua
fiacchezza non gli consente neppure questo, eppure è l'unico che conserva un
filo razionalità (e bontà) ove i personaggi sfilano solitari come equilibristi
precari fra dolore e follia.
"Un film
sull'essere persi" mi suggerisce la regista
In
un hotel in mezzo al nulla confluiscono alcuni personaggi sconclusionati che
non hanno niente in comune se non le loro fobie personali,chi si droga ,chi
vende prodotti,chi "sopravvive".Un film che non va da nessuna parte e
si arena nel nulla piu' assoluto tra dialoghi senza senso e comportamenti al
limite della follia.Io arrivo a considerarlo un film SPERIMENTALE e nulla
piu'.Ai limiti della visibilita'...ma non penso che in sala abbia avuto molti
spettatori...e questo un po' mi dispiace perche' e' un film italiano e perche'
e' stato girato interamente in Sardegna da una
giovane (penso) regista.Rimandato...a data da destinarsi....
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