sabato 26 ottobre 2024

Musica per vecchi animali – Stefano Benni

anche Stefano Benni ha girato un film, tratto dal suo libro Comici spaventati guerrieri.

partecipa Dario Fo, e lascia il segno, ma anche gli altri attori sono bravi.

vedere per credere - Ismaele



QUI o QUI  si può vedere il film completo 




 

Un film che lascia meravigliati, in pochi sono capaci di apprezzare a pieno quest'opera.

In un futuro catastrofico indefinito, un professore in pensione, un giovane meccanico ed una bambina ribelle, si ritrovano ad intraprendere un viaggio in una città distopica e surreale, mossi ognuno dalle proprie motivazioni. 

Un capolavoro dimenticato, mal distribuito ai tempi e non capito dalla critica, un film d'autore pieno di poesia, simbologie e fantasia, scenografia e location suggestive, una colonna sonora meravigliosa, senza parlare degli attori protagonisti perfetti con una lode ad un Dario Fo adorabile. Per gli italiani finché i film autoriali complessi li fanno altri oltre confine va tutto bene, quando è un italiano a farlo a parte Fellini, deve essere disprezzato e trattato con prevenuta superficialità.

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Un film originale che non riesce però a conservare la leggerezza e l'aura favolosa del romanzo da cui è tratto (Comici spaventati guerrieri). Benni non si dimostra all'altezza dell'incarico della regia, ma dissemina qua e là qualche battuta carina. Direi che dividerei il film in tre parti: l'inizio è spiritoso, allegro, spigliato; poi c'è una parte intermedia che risente dell'appesantimento della storia che perde l'avventura e l'azione; nel finale si riscatta perché raggiunge toni surreali e grotteschi ben gestiti.

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Un film di certo grottesco, fuori dagli schemi... ambientato in un atmosfera surreale e ricco di un mix di ingredienti: comicità, avventura, rischio, ricerca.
Film con cadenza simboliche, fantasiose, da scoprire.. Difetta un pò nel ritmo, ma è piacevole soprattutto per l'interpretazione dei personaggi e per il loro carattere tragi-comico. Toccante la scena finale.

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…La predilezione per il monologo e il modo quasi fumettistico di costruire i dialoghi (frasi ad effetto, tono di voce quasi sempre alto, ritmi serrati) fanno di lui uno dei migliori scrittori in circolazione, ma sul grande schermo trasmettono un senso di artefazione e di dispersione che non funziona.
Il film somiglia più ad un racconto aiutato dalle immagini e interpretato da attori eccellenti che parlano e si muovono come a teatro e ne sembrano consapevoli.

Forse la razionalità esce sconfitta da certe scene e la realtà, pur essendo vicinissima alla nostra, è talmente estremizzata da richiedere uno sforzo di fantasia perché l'opera risulti gradevole.
Ma anche se il film non parla direttamente al cervello, vi posso assicurare che arriva dritto al cuore.

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