lunedì 7 agosto 2023

Il giovedì – Dino Risi

un padre inaffidabile separato dalla moglie può vedere il figlio solo il giovedì.

e Walter Chiari (Dino) questo giovedì vuole stupire Robertino, un giovedì delle meraviglie.

Robertino vive con la madre (come mai Dino si sia sposato con lei non si capisce, se non perché è rimasta in cinta di Robertino) e la governante, una pesante signorina Rottenmeier.

Dino è un tipo un po' incasinato, capiamo che ha difficoltà a trovare un lavoro e fa il mantenuto, eppure quel giorno sarà indimenticabile per Robertino (e per noi).

non perdetevi questo gioiellino, il miglior film di Walter Chiari.

buona (paterna-filiale) visione - Ismaele

 

 

QUI si può vedere il film completo

 

 

Un bel film di Risi questo,che riesce a cavar fuori da un attore considerato leggero e prettamente usato per ruoli comici come Walter Chiari una interessante vena malinconica per tutto l'arco del film. In fondo a Risi non interessa tanto il bambino,che a dir la verita'è pure piuttosto antipatico,ne'il suo rapporto col padre,non tratteggiandolo con dovizia di particolari. Al grande Dino interessa descrivere la figura di un perdente,di uno arrivato fuori tempo massimo nella vita,uno di quelli che perdono costantemente il treno della buona occasione e del successo nella vita,un ultraquarantenne spiantato,che ancora cerca di vendere enciclopedie ma che in realta'vive sulle spalle della sua donna la quale quando gli propone un lavoro magari modesto ma dal reddito sicuro viene rampognata con pervicacia.Il finale coincide con la speranza che questo padre che in realta'sembra piu'infantile del figlio,abbia messo la testa a posto e accetti il lavoro modesto al posto dei voli pindarici e delle pietose bugie che aveva raccontato al figlio nel giovedi'in cui gli è consentito stare insieme a lui,un giovedi'che pare fatto apposta per demolire tutte le piccole bugie e omissioni che il padre pietosamente racconta per non sfigurare davanti al bambino....

da qui

 

Buon film che non ha avuto l'accoglienza che avrebbe meritato e che rappresenta una delle poche valide occasioni colte da Walter Chiari nel cinema di qualità. L'attore è l'assoluto mattatore di un film che analizza bene un rapporto padre e figlio a parti invertite, con il figlio forse più maturo del padre. Buona sceneggiatura, bella caratterizzazione ambientale (siamo nel pieno del boom economico italiano) per un film pervaso da un'atmosfera malinconica perfetta per la storia in questione.

da qui

 

Splendido film di Risi in cui padre e figlio ritrovano in una giornata passata insieme un rapporto speciale. Il rischio di cadere nel patetico in una storia del genere era altissimo, ma l'esperta mano del regista riesce a creare un clima di spensierata tristezza in cui Chiari (immenso) intaglia uno dei suoi migliori personaggi, coadiuvato dal piccolo Ciccolini che si rivela una spalla perfetta. Confezione raffinata che non trascura i dettagli, script attento e coinvolgente. Fantastica colonna sonora e un cameo delle gemelle Kessler. Prezioso!

da qui

 

Il migliore film di Chiari, in un ruolo serio,in una storia malinconica e amara. Padre separato, da una ex, che si intravede soltanto ma s'intuisce  essere  una donna elegante, raffinata, ricca, con appresso tanto di inflessibile tata tedesca,ha un figlio che gli è consentito vedere solo il giovedì,lui é il suo omologo opposto, il classico fallito, da tutti i punti di vista, senza risorse economiche, malvestito e senza lavoro,un pover'uomo, che ostenta un benessere economico che non ha,millanta amicizie di rango,ma è invece puntualmente mortificato e umiliato da quelli che contano, odia il posto fisso che continuamente cerca di propinargli la compagna, ma che lui rinvia pateticamente ogni volta,  prefererendo  vivere da parassita alle sue spalle.In una simpatica girandola di situazioni, si confronterà continuamente con il figlio che pur ancora piccolo, è già più saggio di lui, dopo tante vicissitudini,piccole incomprensioni,litigi e scontri, troveranno il loro"feeling"

Di grande spessore e profondità il film affonda il coltello in un piaga sociale molto diffusa,la separazione di due coniugi lascia indietro spiacevoli strascichi, a carico soprattutto dei figli.La posizione del bambino è interessante,si capisce che è bene istruito ed educato, ma gli manca quel pizzico di audace incoscienza,che caratterizza i fanciulli a quell'età, la briciola di fantasia, la capacità di scherzare e di giocare,  che malgrado tuttti i suoi difetti, il papà riesce a trasmettergli, con la sua anarchica, immatura e incosciente disinvoltura.

E'un confronto serrato che ha momenti d'ilarità,ma soprattutto di dolorosa riflessione.

Risi non sbagliava un film.

da qui

 

Il “cinico” Risi firma un film dalle delicate sfumature cechoviane. Un uomo ai margini della società e marito separato ma che conserva ancora uno spirito un po’ smargiasso riconquista, grazie alla sua nuda e indifesa genuinità, l’affetto del figlio che non vedeva da anni durante lo spazio di un giornata qualunque. Malinconia, pudiche introspezioni, esami di coscienza sul rapporto padre e figlio e gli abituali emblemi risiani del boom economico visti in una luce sinistra: la spiaggia che si svuota per un temporale, l'automobile che rimane senza benzina.

da qui

  

Il film era una delle creature predilette di Dino Risi (“Voglio molto bene a Il giovedì: dei piccoli, è quello che amo di più”), ma, quando uscì in sala nel gennaio del 1964, venne accolto con tiepidezza e ancora oggi non è strano vederlo trascurato o spacciato per un prodotto minore. Le ragioni della cecità odierna rimangono un mistero, un’altra sciocca ripetizione di luoghi comuni; all’epoca, invece, l’ombra de Il sorpasso (1962), del quale costituisce una sorta di secondo tempo, no giovò di certo alla sua carriera commerciale, così come non lo fece il protagonista, nonostante siamo di fronte a una delle sue prove più straordinarie.

E questo perché, come rifletteva il proprio regista, Chiari non venne mai identificato come un vero “volto cinematografico”. La critica non fu all’altezza del suo genio, disdegnandolo criminalmente fino alla fine, con tanto di Coppa Volpi strappatagli di mano alla Mostra di Venezia del 1986, un po’ per pressioni della DC, un po’ per quel voto di Alberto Lattuada, che ne approfittò per saldare un vecchio conto. Ugo Tognazzi, che avrebbe voluto il ruolo protagonista, disse a Risi: “Con me, Il giovedì avrebbe avuto successo”. Sicuramente aveva ragione e sicuramente non è una bella cosa (e no, non per Tognazzi)…

da qui

 

Esistono film che piombano inesorabilmante nel dimenticatoio. Film che alla loro uscita non destano che un flebile ricordo che poco dura, ma che a ben guardare, dopo molti anni, è possibile rivalutare serenamente e coglierne il senso nonchè l' attualità. E' il caso di questo azzeccato e grazioso film di Dino Risi del 1964, che ci spiega come due mondi contrapposti, quello di un padre fallito (Dino Versini), separato dalla moglie e che si finge ciò che non è, un uomo ricco e di successo, e quello del figlio Robertino, un obbediente e rigoroso bambino che la madre fa crescere in un collegio tedesco. L'avvocato che cura la separazione legale della coppia, decreta il Giovedì quale (unico) giorno in cui Dino può vedere il figlio. Dino è uno spiantato, vive alle spalle della nuova compagna che lo mantiene e ne sopporta la vacuità, nonchè la mancanza totale di voglia di lavorare…

da qui 

  


Nessun commento:

Posta un commento