lunedì 6 dicembre 2021

Scompartimento n.6 - Juho Kuosmanen

chi ha viaggiato almeno una volta con Interrail capisce meglio cosa succede (-va?) nei treni a lunga percorrenza, gli incontri con le persone sempre diverse è la normalità.

Ljoha (Yuriy Borisov), apparso per la prima volta in Elena, di Andrey Zvyagintsev) e Laura (Seidi Haarla) sono perfetti per la loro parte.

Lioha è un operaio che nasconde nell'alcool le sue inadeguatezze e Laura non sa bene perché è su quel treno. Lioha è molto antipatico, all'inizio, poi scopriamo che è un uomo con un senso dell'amicizia altissimo, è uno che mantiene le promesse.

Laura lo teme, all'inizio, poi quasi si affeziona, fino a quando lui riesce in una missione impossibile, per Laura.

nel film si parla dei petroglifi di Murmansk, non lontano dai confini della Russia con la Finlandia e la Svezia, eccone uno, vicino al lago Kanozero.


un film che viene dal freddo, da non perdere. - Ismaele


 

Non viene dall’America e non viene dai soliti paesi che conosciamo il film più bello del 2021. Non viene nemmeno dai registi più famosi né ha come protagonisti gli attori che conosciamo di più, ma è un’operazione tra Finlandia e Russia che cattura subito, a partire dalla ricostruzione di un posto e un’epoca che in pochi hanno conosciuto ma che a tutti sembra subito familiare. È un viaggio in treno nella Russia degli anni ‘90 che viene usato per far emergere i rapporti tra sconosciuti. È la storia di due persone che non si potevano incontrare se non così, che non si somigliano per niente, vengono da paesi diversi, appartengono a tipologie umane diverse per reddito, cultura e idee sulla vita ma che in modi strani hanno entrambi bisogno di qualcosa che forse l’altro, per caso, può dare. Solo che ci vorrà un viaggio intero e lo spettacolo che rende Scompartimento n. 6 un film eccezionale è proprio la maniera molto umana in cui questo accade…

La nostra lingua non ha una parola per il rapporto che stringono. Non è certo una storia d’amore, come non è una storia di sesso e nemmeno una di quelle favole sognanti, ma un racconto che sembra fatto da un amico tanto è realistico e difficile da spiegare a parole (ma facile da capire quando si guarda la ritrosia che diventa confidenza). Lui vuole saltarle addosso, a lei fa schifo, ma entrambi nel recitare queste spinte tradiscono anche l'opposto, un bisogno di sentimento da una parte e una certa fascinazione per un'anima in fondo dolce dall'altra. In nessun posto se non in quel treno, da soli e per fatti loro, queste due persone potrebbero frequentarsi e parlarsi senza disprezzarsi. Juho Kuosmanen lo racconta facendo un’attenzione maniacale ai primi piani e ai volti, cercando in quei toni di colori che ricordano gli anni ‘90 e contaminano di un po’ di patina di ricordo le immagini e grazie ad una sceneggiatura, tratta dal romanzo omonimo di Rosa Liksom, di eccezionale misura e clamoroso umorismo. Scompartimento n. 6 ha infatti anche la delicatezza di saper ridere di sé e degli altri, di usare l’umorismo ordinario delle cose della vita per rendere questa trama più realistica del solito…

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Scompartimento n. 6 è un film delicato, in cui ogni dettaglio, anche il più insignificante, riesce a modificare il corso dell’intera narrazione. Così come la pellicola anche lo spettatore dovrà quindi prendersi i suoi tempi per poter interiorizzare ciò che vede su schermo. Il regista finlandese ha cercato di tradurre in immagini e suoni l’incontro tra due intimità, riducendo al minimo ogni elemento di disturbo. Peculiare la scelta di inserire una colonna sonora diegetica. L’unica musica presente proviene infatti dagli stereo delle macchine su cui i due protagonisti intraprenderanno dei brevi tragitti.

Vi consigliamo di recuperare questo film in sala. Solo uno schermo sufficientemente grande infatti è in grado di trasportare lo spettatore nella dimensione dei due protagonisti, Ciò risulta fondamentale per riuscire a entrare in risonanza con tutto ciò che viene raccontato in Scompartimento n.6.

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Basta vedere Scompartimento N.6 per capire come mai tutti siamo impazziti per questo interprete russo. Nelle mani di Borisov un personaggio molto vicino a un certo stereotipo superficiale legato alla Russia tutto vodka, uomini violenti e anziane babuske con la balalaika in salotto ("ci deve essere una fabbrica qui vicino che produce in serie tipi come lui", dice a un certo punto un personaggio alla protagonista) in un ritratto vibranti e persino tenero.

Quello di un uomo che non trova le parole per manifestare il suo istantaneo interesse per la straniera bella e volitiva che rischia il suo lungo viaggio verso un lavoro in miniera. Rivisto una seconda volta Borisov stupisce ancor di più per come trasmetta i veri sentimenti del personaggio sin dal primo sguardo con Laura; sentimenti che dissimula con un atteggiamento ora indifferente, ora aggressivo…

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