una piccola storia, un babbo senza futuro e un figlio piccolo che ancora non può sapere bene cosa sta succedendo.
la ricerca di una famiglia per il bambino è il filo conduttore del film, e intanto i due vivono i giorni più belli della loro vita.
si riesce anche a sorridere, ma non troppo, e si vede come è fatta l'umanità.
un altro avrebbe fatto di questa storia un film strappalacrime, ma per (nostra) fortuna non è lo stile di Uberto Pasolini.
una cinquantina di copie nelle sale, nessuno resterà deluso.
buona visione - Ismaele
ps: QUI è possibile vedere Still life, il film precedente a questo, sempre di Uberto Pasolini; il film è completo, in italiano, su Raiplay
…ancor
più degno di nota è il tocco giusto e delicato con cui, nel film, si affronta
il grande tema della morte dopo la vita. John si rende conto che le sue
condizioni di salute continueranno a peggiorare e allora, oltre a lasciare in
una scatola suoi oggetti personali destinati al figlio, accenna delicatamente
all'argomento mentre sta facendo una passeggiata con Michael. Il pretesto è
offerto dal ritrovamento, da parte di quest'ultimo, della carcassa di uno scarabeo
presso un albero. La curiosità del bambino nasce di fronte a simile fatto ed è
John a spiegargli, molto semplicemente, che quello scarabeo è morto per le
ineluttabili leggi della vita e della morte. Ha lasciato dietro di sé il suo
cadavere ed è così entrato a far parte dell'infinito ciclo naturale. E ciò che
gli è capitato avverrà per tutti noi (papà incluso) che nasciamo, cresciamo,
invecchiamo e poi moriamo, pur lasciando qualcosa che è il ricordo negli altri
tale da farci perpetuare in qualche modo. Spiegarlo così ad un bambino di soli
4 anni è senz'altro il miglior modo per enunciare la relatività delle nostre
esistenze (cosa che spesso si tende a dimenticare). Ma va dato atto al regista
di proporci questo tema alto senza indulgere a toni melodrammatici (con annessa
lacrimuccia facile), ne' ad inoltrarsi in profonde disquisizioni filosofiche
(sulla falsariga dello stile di Bergman). In fondo è solo la conferma che, come
si usa dire in Francia, "c'est la vie" e a tutti noi non resta che adattarci
all'eterno ciclo di nascita, vita e morte.
…Nowhere Special tocca
le corde dello spettatore descrivendo il contrasto tra l’amore e la tenerezza
dei momenti in cui padre e figlio sono insieme, e la rabbia e la frustrazione
di John per il suo destino. Lascia sgomenti di fronte alle domande che John si
pone nel percorso per scegliere le persone migliori per far crescere Michael:
sto facendo la cosa giusta? Conosco davvero mio figlio? Pasolini esplora un
modo diverso di essere monogenitori, di essere padre, ponendosi il quesito dei
quesiti: esiste la famiglia perfetta?
Come già in Still Life,
Pasolini (che è nipote di Luchino Visconti) si avvicina al tema della morte,
della malattia e dell’affetto con garbo e con rara sensibilità, facendo leva
sulle emozioni delle spettatore, ma scongiurando il pericolo di scivolare in un
facile sentimentalismo.
…Ciò che il regista racconta
della morte è che non spazza via tutto con sé, anzi. Quello che resta è la
parte più importante ed è su questo che si poggia il protagonista. Il senso
prezioso della sua vita è quello che lascia al suo piccolo, e niente di più. È
la sua eredità e la consapevolezza di quanto sia importante a dargli forza,
perché sarà la stessa che riceverà Michael col suo ricordo, giorno dopo giorno.
Solo il suo amore rimarrà, ed è descritto con sofferta chiarezza.
Pasolini è sostanzialmente un
artista dal tocco fuori dall’ordinario, che riesce di nuovo ad affrontare un
argomento complesso, non solo senza scadere nel melenso, ma dicendo il minor
numero di parole possibili.
…Conosciuto per Still Life, con cui ha vinto per la
miglior Regia nella categoria Orizzonti a Venezia70, Uberto Pasolini è un
produttore, sceneggiatore e regista italiano.
Il suo esordio nel cinema è nella produzione, si occupa fin dagli anni novanta
di film come Tentazione di Venere e Full monty – Squattrinati organizzati, con
cui raggiunge il successo.
L’esordio dietro la macchina da presa è nel 2007 con Machan, a cui segue nel
2013 Still Life, acclamato da pubblico e critica,
un’opera di grande maturità dal punto di vista del linguaggio.
Su Nowhere Special , suo terzo lungometraggio,
dice :
«Ho voluto girare questo film non appena
ho letto del caso di un padre single che aveva passato gli ultimi mesi della
sua vita alla ricerca di una nuova famiglia per suo figlio. Sebbene la situazione
in cui si trovano i personaggi principali sia molto drammatica, la decisione è
stata quella di avvicinarsi alla storia in un modo molto sottile, discreto, il
più lontano possibile dal melodramma e dal sentimentalismo.
La principale sfida è stata quella di
lavorare con un bambino molto piccolo e di creare una relazione padre-figlio
credibile e onesta. A soli quattro anni il piccolo Daniel Lamont è un
attore naturale, straordinariamente consapevole e sensibile, e ha avuto la
fortuna di lavorare al fianco di un attore di grande talento e generosità come
James Norton».
Film commovente ma dosato bene, devo dire non ho versato fiumi di lacrime come pensavo. Il regista è sempre profondo ma nello stesso tempo misurato. Un po' prevedibile la scelta, il finale non lasciava dubbi in proposito.
RispondiEliminaBasato su una storia vera di cui il regista si interessò per una situazione analoga. Da padre si è voluto immedesimare nel percorso. Ho sentito, corre voce che James Norton possa succedere a Daniel Craig come nuovo 007, chissà.... bravissimi i due interpreti e molto in sintonia tra loro.
Ne approfitto per farti cari Auguri di Buone feste!
il bambino sopratutto, è già un attore coi fiocchi.
Eliminacommovente per sottrazione, potrei dire.
non si urla, non ci si strappa i capelli, è una cosa, per quanto dolorosa, resa nel modo meno traumatico, se possibile, per Michael.
buone feste anche a te!
👍 D'accordo su tutto! Ciao! ☺️
RispondiElimina