lunedì 22 luglio 2019

La antena – Esteban Sapir

Qualcuno ha rubato le voci, e prova a rubare anche le parole.
Citazioni del grande cinema del passato, giochi con le parole, un bellissimo bianco e nero, film quasi muto, una storia (purtroppo) sempre d’attualità, una storia di resistenza, grande colonna sonora di Leo Sujatovich, una gioia per gli occhi, grandi attori. Come non guardare questo piccolo grande capolavoro? 

ps: qualcuno si può chiedere come mai questo film del 2009 non è passato al cinema in Italia. 
provo a risponder(mi): non è che un padrone della tv, con le scarpe con un abbondante rialzo, avrebbe potuto far pensare al signor B? - Ismaele



QUI il film completo, in spagnolo


…Il punto di partenza è dunque - come dice anche uno dei personaggi - l'idea del popolo a cui sono state tolte le voci ma non le parole e Sapir ha avuto una grandiosa intuizione per la messa in scena, dato che nella città, da quando è stata assoggettata da Mr. Tv, regna un silenzio assoluto nel quale le persone si parlano leggendosi le labbra, il regista ha deciso di girare la pellicola come fosse un film muto e in bianco e nero. In questo modo richiami e omaggi al cinema degli anni '20 sono davvero enormi, ma non per questo il film si riduce ad un puro esercizio di stile. Infatti, fra scenografie che richiamano l'espressionismo tedesco (alcune tra l'altro realizzate in maniera originale con fogli di giornali pieni di articoli e fotografie - vedi le montagne fra le quali è situata l'antenna), musiche che riportano perfettamente in vita i nomi di Lang, Murnau, Dreyer e chi più ne ha più ne metta, e inserimenti surrealisti degni del miglior Dalì, Sapir si diletta anche con iniezioni di modernità, come ad esempio le didascalie dei dialoghi (che ricordano molto i balloon dei fumetti) che fuoriescono da megafoni sottoforma di onde sonore o che seguono i personaggi mentre essi pronunciano le proprie battute. Ovviamente sto tralasciando molte altre idee più o meno simboliche, ma lascio a voi il piacere di godervele tutte durante la visione…
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…Un film interessante e brioso con degli attori molto bravi nel dare l’idea del film muto, interessante il lavoro di scenografia, le musiche e la perfetta fotografia in un bianco e nero d’altri tempi.Un’ opera che vuole essere istruttiva e ci riesce con uno stile del tutto peculiare.
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... Nonostante il silenzio, nonostante le parole siano ridotte a logoi luminosi che compaiono sullo schermo e sono protagonisti fra i protagonisti, i personaggi sono dipinti a tutto tondo, sia gli umani, sia le amene creature che li attorniano: un autista assassino deforme con la coda di topo, una cantante soprannominata The voice dal volto sempre nascosto e con un figlio privo degli occhi (unici individui in possesso della voce: l’una può usarla solo per intrattenere, l’altro non può raccontare il mondo che lo circonda), uomini mongolfiera che si librano in cielo a scopo pubblicitario ed una bambina intrappolata in una sfera di vetro che macina le parole per ridurle negli ingredienti degli AlimentosTV, biscotti-droga per i cittadini…
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…sobre todo hay imágenes llamativamente bellas, hipnóticas, como cuando Sapir usa la cámara lenta (la niña saltando, por ejemplo), los reiterados planos de las lágrimas en las mejillas de los personajes o ese soberbio encuadre en el que la mujer sin rostro dibuja la expresión que le falta en el vaho de la ventana. Por lo demás, en un film de este tipo, es obligado destacar la omnipresencia de la música, que aquí está compuesta con maestría por Leo Sujatovich. Es ejemplar cómo se ha logrado la adecuación melódica de las notas con la sucesión de imágenes, especialmente en la escena del combate de boxeo, probablemente en homenaje al cine mudo de Chaplin y su Luces de la ciudad.
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