sabato 17 settembre 2016

False verità (Where the Truth Lies) – Atom Egoyan

una coppia di attori di spettacoli comici dal vivo è al massimo della popolarità e dell'adorazione del pubblico, sono così famosi che addirittura sono scelti per guidare il telethon.
capita poi che le cose non vanno come dovrebbero, muore una ragazza (Rachel Blanchard) dopo una notte di eccessi, i rapporti fra i due attori (Colin Firth e Kevin Bacon) si incrinano, ma quella morte viene dimenticata.
finché non arriva una giornalista/scrittrice (Alison Lohman) che vuole capire qualcosa in più.
e alla fine del film i misteri si sciolgono.
bravissimi gli attori, merito anche di Atom Egoyan, che non farà un film perfetto, ma mai lascia indifferente, fino alla fine non sai mai cosa è successo, se non sei chi ha scritto la sceneggiatura.
buona visione - Ismaele








False verità è stilisticamente notevole.
La struttura è complessa: il racconto degli eventi è intervallato da flashback, sprazzi di passato che diventeranno tessere del mosaico finale.
L'immagine è ricercata: gli ambienti sono sfarzosi, la fotografia è elegante, luci e colori vengono sapientemente gestiti, la regia sa essere vivace e dinamica ma anche compassata e suadente.
I personaggi sono intriganti: la caratterizzazione è ben delineata, anche ad opera di una prova recitativa decisamente positiva che rende interessanti i vari profili.
La trama, elaborata e complessa, si svolge nel camaleontico mondo dello spettacolo. Un mondo fatto di colori ed immagini studiati ad arte per colpire ed affascinare (secondo il concetto più classico di spettacolo, di televisione). Ma è un fascino sinistramente morboso, di cui ricchezza ed ipocrisia nascondono le putrescenze. I visi belli e sorridenti delle star mascherano individui che, a riflettori spenti, strisciano nei meandri della perdizione tra droga e alcool, sesso e perversioni. Vino di lusso accompagnano casse di aragoste, mentre sotto gli occhi di un voyeur impasticcato donne drogate si perdono inconsapevolmente in un lascivo amore saffico.
Ecco perché la storia, seppur tratta dal romanzo di Rupert Holmes (2003), evoca immagini alla James Ellroy. Perché sembra trasudare quella dissolutezza degli ambienti mondani tipica delle opere di e della sua Los Angeles anni '60, così sudicia e così corrotta. E' un crudo affresco di una generazione arricchita, che ha imparato a sognare stando davanti e dentro al televisore. E' il gioco perverso del mitico "american dream": la promessa di un paradiso a portata di mano per chi sa farsi apprezzare, finché l'ebbrezza dell'ascesa causa e nasconde la vertiginosa caduta nella svilente abiezione umana…

…Kevin Bacon is on a roll right now after several good roles, and here he channels diabolical sleaze while mugging joylessly before the telethon cameras. His relationship with the Colin Firth character involves love and hate and perhaps more furtive feelings. There is a stunning scene in a nightclub where a drunk insults Morris, and Collins invites him backstage for a terrifying demonstration of precisely how those happy pills do not make everyone equally happy.
Lohman has the central role. I've known young reporters like her. Some of them may be reading this review. You know who you are. She is smart, sexy, hungering for a big story, burning with ambition, and (most dangerous all) still harboring idealistic delusions. Would a young woman like this find herself suddenly inside two lives of secrecy and denial? Yes, more easily than Kitty Kelly would, because she doesn't seem to represent a threat. Her youth is crucial because in some way the danger Maureen O'Flaherty walked into is still potentially there.
There's another way in which the movie works, and that's through the introduction of an unexpected character, Maureen's mother. Another director might handle the showbiz and the murder and intrigue with dispatch, but Egoyan thinks about the emotional cost to the characters, as he also did in "Felicia's Journey." The mother and the young reporter have a meeting during which we discover the single good reason why the solution to the murder should not be revealed. It is a flawed reason, because it depends on the wrong solution, but that isn't the point: It functions to end the film in poignancy rather than sensation.

Le false verità è un film decisamente appassionante, in cui la fine di una delle coppie più famose dell'entertainment americano coincide con una sorta di perdita dell'innocenza vera o presunta da parte di un gruppo di persone che abbiamo visto sin dall'inizio coinvolte nella storia.
Ricco visivamente, intenso emotivamente e dal punto di vista delle atmosfere,  Le false verità punta ad un finale non consolatorio in cui il ritrovamento della verità perduta è tutt'altro che catartico. Vinti e sconfitti restano al loro posto, sprofondando nelle proprie inquietudini senza concessioni di carattere assolutorio. In questo senso il film di Egoyan diventa un piccolo gioiello di lungimiranza per il suo puntare ad una violenza emotiva tutt'altro che rassicurante dove nessuno è senza peccato e dove la stessa ricerca di un estremismo sessuale diventa l'unico modo per confrontarsi quotidianamente con i propri limiti, guardando nel buio del confine da non superare. E che eppure viene superato con conseguenze devastanti per tutti.
L'esplorazione dell'abiezione  è l'unico modo per investigare e - perfino - riconoscersi laddove - come recita il titolo originale - è sepolta la verità. Nei ricordi, nel cuore, in una registrazione audio, sotto un albero di un giardino, nel desiderio di una giovane donna, nella sua incapacità di fermarsi su un limite, superato il quale, nulla sarà mai più come prima...

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