giovedì 21 aprile 2016

99 homes – Ramin Bahrani

Due grandi attori per un dramma dei nostri giorni, un pezzo di storia economica recente al cinema (come La grande scommessa).
alla sceneggiatura ha collaborato il grande regista Amir Naderi.
Andrew Garfield (Dennis Nash) e Michael Shannon (Rick Carver), e una bravissima attrice, Laura Dern, vittime e carnefici in un gioco terribile.
Andrew veste i panni dell’usuraio-ladrone, ma dopo qualche tempo la coscienza, impossibile sopirla completamente, riemerge.
Michael Shannon è un (povero?) diavolo che cerca collaboratori, compra anime come compra le case.
un bel film, di quelli di una volta, lo capisce anche un bambino (è un complimento!) - Ismaele



…Una storia semplice e potente, insomma, raccontata in maniera altrettanto semplice e potente, attraverso un film drammatico che ha la forza trascinante, il ritmo e la tensione di un thriller.
Ramin Bahrani, sceneggiatore e regista, accusa un sogno americano che funziona alla grande, ma solo se si appoggia sulle disgrazie altrui e mostra un protagonista che, se messo di fronte all'opportunità di conquistarsi facilmente una vita agiata, sposta parecchio in alto la soglia di tolleranza per le disgrazie che fanno la propria fortuna. Il messaggio non viene comunicato in maniera particolarmente sottile, ma 99 Homes funziona forse anche per questo e per il taglio da film di genere, che alimenta una tensione torcibudella grazie alla notevole colonna sonora e al ritmo incalzante…

…Interessante è però l’idea di accompagnare la mala educazione del protagonista a un percorso dickensiano, per cui il povero Nash, oramai passato dalla parte del nemico, si trova poi a sfrattare di casa proprio chi gli aveva mostrato appoggio e solidarietà. Come un novello Oliver Twist, Nash, per imboccare il suo percorso di redenzione, dovrà affrontare l’umiliazione, perché senza di essa non è possibile alcun perdono.
Gli elementi narrativi “classici” vengono poi scelti e posizionati con notevole acume: in questa wilderness post-post-capitalista dove la legge non ha più (e ancora una volta) alcun potere, la resa dei conti non può che essere in perfetto stile western e il povero colono residenziale dovrà difendere la sua “fattoria” con il fucile. Solo che fuori non ci sono i “selvaggi pellerossa”, bensì gli agenti di polizia.
Forse la sua simbologia potrà apparire a tratti troppo semplice o persino didattica, ma 99 Homes con il suo studio sociologico sull’America immobiliare contemporanea, non intende tralasciare nulla, compreso ciò che dovrebbe essere universalmente noto. E non è casuale poi, a ben pensare, nemmeno la location in cui il film si svolge, quella Orlando, Florida in cui ha sede la mitologica Disneyworld, più volte citata nel film quale luogo-non luogo paradisiaco che – come ben ci ricordava il finale di Arizona Junior dei Fratelli Cohen – incarna una promessa di felicità ontologicamente beffarda.

En ella podremos observar a quienes siempre llevan la cabeza alta, miran a los ojos y pueden vivir consigo mismos, y a los que no son capaces de acostumbrarse al dolor ajeno, a ser los portadores de las noticias que destrozan la vida a cientos de personas, gente que no es capaz de hablar a la cara porque el peso de la conciencia les impide levantar la barbilla. Al final, todo se reduce a la primigenia ley de la selva y a la del cazador o la presa. Supervivencia urbanística.

Côté mise en scène, Ramin Bahrani nous embarque dans un drame plutôt poignant. Le traitement de ses différents personnages est très intéressant. Entre un promoteur immobilier plutôt scrupuleux et un homme quasiment au fond du gouffre, les remises en question seront au centre du récit. On y découvrira un engrenage sans fin sur fond de corruption. L’évolution des personnages sera constante ce qui nous maintiendra en haleine jusqu’au dénouement final.
Avec ce nouveau film, Ramin Bahrani nous emmène dans un cercle vicieux avec des personnages forts. Le casting est parfait, le duo  Garfield/Shannon est bluffant. 99 Homes nous mettra à rude épreuve dans un milieu où le plus fort fait sa lo.

Laddove invece il film fa centro è nel realismo del contesto e nell’espressione della sua concretezza: i personaggi di contorno hanno volti e parole apprezzabili e coerenti, che restituiscono dignità al progetto nel suo insieme. Sarebbe facile parlare delle doti di un Michael Shannon mefistofelico e tridimensionale come valore aggiunto, ma la verità è che 99 Homes è un film dignitoso che si piazza poco al di sopra della media, nobilitato principalmente da un’ottima scrittura dei dialoghi meno ricattatori e da tematiche su cui, in fondo, era abbastanza difficile sbagliare. Lo spettacolo offerto non è in sostanza privo di una sua forza, ma lascia l’impressione che Bahrani abbia di nuovo sprecato un’occasione per uscire da paletti molto comuni, imputabili in parte anche alla produzione.

…Bahrani firma un thriller social cuya principal baza es no dejar al espectador sin opinión acerca de los acontecimientos que se suceden a buen ritmo, al adentrarnos en la mafia inmobiliaria y conocer aspectos que seguramente intuíamos, pero no sabíamos confirmar…

…99 Homes continues Bahrani's curious late run as the unaccomplished middlebrow answer to Nicholas Ray. It stays afloat where his last sank, though, largely thanks to some inspired scenery-gorging by the perpetually-vaping Michael Shannon, playing slick Rick Carver, a side-armed real estate broker who makes his bones seizing other Floridians' foreclosed houses and flipping them to the banks that probably shouldn't have given them a loan in the first place. Enter Andrew Garfield as working-class angel and struggling single-dad Dennis, who cedes his keys to the devil in the tan jacket only to go to work for him for a shot at getting his family home back. What are the odds he'll keep his house and, more importantly, his soul?...


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