venerdì 30 ottobre 2015

Viva la sposa - Ascanio Celestini

distribuzione straordinaria, questa settimana addirittura 4 (quattro) sale, qualcuno dirà che è sempre meglio che due sale (spero per non piangere).
i film di Ascanio Celestini, come il suo teatro, sono storie di piccoli lillipuziani contro giganti, a volte indefinibili, come il Potere, la Storia, il Caso, la (S)Fortuna.
i lillipuziani cercano di vivere, o anche solo di sopravvivere, faticosamente, sbagliando, a volte, resistendo.
Zygmunt Bauman li chiamerebbe scarti umani, i dimenticati o trascurati dalla Storia.
non è un film perfetto, ma è un film aspro, spigoloso, vivo.
prodotto (anche) dai fratelli Dardenne, una garanzia, no?
guardatelo, se ve lo fanno guardare - Ismaele






…L’obiettivo primario di Celestini è analizzare l’incoerenza e le paure dell’animo umano, costituite nel film dai numerosi tentativi dei protagonisti di cercare il prossimo, ma al contempo di respingerlo, ossessionati da un timore tanto invisibile quanto potente. Tale concetto è incarnato alla perfezione da Nicola, il quale afferma più volte di voler smettere di bere, ma anche da Sofia, che sogna di trasferirsi in Spagna oppure da il Concellino, che aspira a costruirsi una vita normale e una carriera lavorativa.
In Viva la sposa l’essere umano è contraddistinto dal “voglio, ma non posso”, colto così nella sua totale contraddittorietà, in una marea di buoni propositi che alla fine non riuscirà a mantenere.
Ciascuno dei personaggi vaga alla ricerca di un posto dove stare al sicuro, di un’ancora di salvataggio a cui aggrapparsi per non annaspare nelle sabbie mobili che secerne la vita quotidiana, sia che si tratti di un quartiere degradato sia di uno squallido e sudicio bar di periferia.
Viva la sposa dunque vi accompagnerà dolcemente mano nella mano nella poliedricità emotiva della società italiana. Se volete compiere questo viaggio non esitate a farlo.

…A fare da bussola e da chiave di lettura è la battuta pronunciata da Nicola/Ascanio in apertura e che ribalta il finale del Pinocchio collodiano. L’essere umano è buffo, meglio il burattino. Perché l’essere umano celestiniano è fragile e contraddittorio. Cerca il prossimo ma al contempo lo teme. Fa propositi che poi non mantiene e cerca di sopravvivere ai margini del luogo dove la finzione si fa arte (Cinecittà). Anche vivendo al limite della legalità o addirittura superandolo cercando una bellezza che è negata sia dagli esterni che dagli interni, siano essi un’abitazione/ricovero degradata o un bar di periferia ultimo approdo di chi vorrebbe raggiungere un porto sicuro. Magari con in mano una bottiglia di vino con un fiocco rosso.

Tutto da buttare quindi? Non proprio. Piace, ad esempio, la scelta di Celestini di prediligere geografie urbane inusuali, inquadrando con affettuosi movimenti di macchina quell’affascinante mix di degrado periferico e arte di strada che è oggi il Quadraro. Ma è un po’ poco per salvare il film dalla bocciatura. Stupisce semmai, alla luce della risibilità del risultato finale, l’intervento in fase di produzione di un nome altisonante come quello dei fratelli Dardenne. Stupisce invece molto meno che Viva la sposa approdi a Venezia in una delle sezioni collaterali (Giornate degli Autori) anziché essere presentato in Concorso, a differenza di quanto accaduto cinque anni fa al ben più riuscito La pecora nera.

…Siamo sempre nel mondo dei Centri Sociali romani, dei quartieri post-pasoliniani, dei baretti, delle cene da mamma la domenica, delle mignotte e dei pappa, della tristezza di non saper uscire per sempre dal proprio mondo, ma almeno Ascanio Celestini racconta un mondo che conosce alla perfezione con amore e dolore senza inventarsi un altro mestiere o altre storie lontane da lui.
Credo che il bollino produttivo dei Dardenne abbia dato al film un maggior vigore realistico e gli abbia tolto quel po’ di teatralità da Centro Sociale che in un film non funziona benissimo. Probabilmente gli ha anche dato un suono perfetto che la gran parte dei film italiani non hanno. Il resto lo hanno fatto gli attori e questo quartiere meraviglioso che sullo schermo sembra qualcosa di completamente nuovo

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