venerdì 23 ottobre 2015

The lobster – Yorgos Lanthimos

il film è girato in Irlanda, Colin Farrell è bravissimo, gli altri attori anche,  la fotografia pure, Yorgos Lanthimos è bravo, il cane fa la sua figura, e però...
a me è sembrato un copia-incolla di tanto cinema già visto, la caccia in bei film di fantascienza, un po' I figli degli uomini, di Alfonso Cuarón, un po' Non lasciarmi, una scrittura un po' ripetitiva, a tratti annoia anche.
poi forse è un capolavoro e non me ne sono accorto, ma era travestito bene da film profondo, denso, un film di lonely hearts, ma non mi ha preso molto, preferisco questi (qui), di cuori solitari.
il tempo, che è signore, ci dirà se è un capolavoro, o un film sopravvalutato, ho una mia idea (si capisce?).
citando il mio critico cinematografico preferito, il film arranca.
molto stile (anche troppo?), troppo pesante, senza leggerezza.
buona visione, se lo danno in un cinema vicino a casa vostra, poi mi direte - Ismaele





in fondo poco importa la differenza tra la coppia e la singletudine, l’amore e il non amore, la verità e la menzogna o, e questo pare essere ad un certo punto l’obiettivo del film, se sia più facile fingere di avere sentimenti o fingere di non averne. Gli interrogativi sono ponderosi e gli ingredienti ammiccanti, ma la seduzione non va mai in porto e lo humour non può da solo fare da collante. Viene da pensare allora che, sebbene possa sembrare alla perenne ricerca di un confine su cui muoversi o dal quale innescare dialettiche e ragionamenti, in realtà Lanthimos prediliga il gioco del silenzio, la stasi, bella da contemplare, ma in fin dei conti sterile, inane, proprio come una dissertazione sulle mezze stagioni.

Maitrisant totalement son approche esthétique, Yorgos Lanthimos confirme son acuité à un cadrage parfait au coeur duquel l’absurde s’impose comme une réalité tangible. Outre l’emploi d’un renfort musical dosé avec soin et d’une voix-over qui révèle l’intelligence du scénario, il se risque avec succès à quelques effets de ralenti qui transcendent l’émotion des scènes. Grand imagier, il magnifie son casting qui ne cesse de nous surprendre transformant physiquement Colin Farrell, offrant à Léa Seydoux une perversion sensationnelle et sublimant une nouvelle fois le talent d’Ariane Labed et d’Angeliki Papoulia.

…Nel cinema di Lanthimos si annida incontrovertibilmente un eccesso di programmaticità che può, a tratti, infastidire. Tuttavia il suo essere urticante al limite del nichilismo rappresenta una merce rarissima, di questi tempi in cui regna l’omologazione più assoluta. Ed è proprio questo assunto, in fondo, che The Lobster combatte con le affilate armi dell’ironia e del gusto per l’iperbole. Teniamocelo stretto.

12 commenti:

  1. Un film terrificante per la noia, i dialoghi senza senso, una recitazione fine a se stessa senza capo né coda. Ore lunghissime che non finiscono mai. Che spreco di attori e risorse!

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    1. come se fosse una stroncatura?
      siamo minoranza, ma cresceremo :)

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  2. Mi chiamo Giuseppe anche io ma, lo sai, sono del parere opposto all'altro ;)

    Solo due cose Francè

    per una volta hai messo una rassegna stampa tutta da una parte (te che metti sempre pro e contro) :)

    e sì. senza leggerezza, ma Lanthimos la leggerezza non sa che sia, o lo prendi o no

    per il resto legittime rimostranze, ci mancherebbe

    ciao!

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    1. Giuseppe secondo, ho messo tre citazioni, una negativa e due positive, ti sei fermato alla prima e ti sei arreso :)

      è vero che il tema è terribile e drammatico, e c'è poco da ridere, ammetto che la pesantezza abbia un senso, per sottolineare una società e una vita da incubo, quello è lo stile di Lanthimos sempre, mi dici, e vabbè.

      e però...

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    2. Ahah, pardon!

      No no, ho letto il trafiletto della prima, poi la seconda in francese ho dato per scontato fosse negativa e poi ho letto la prima riga della terza.
      E ho scritto.
      Direi: touchè!

      no, ma mica deve piacere eh,anzi..., dico solo che se uno ha visto Alps e Dogtooth (e te sono sicuro di sì) sa dove va a parare ;)

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    3. di Dogtooth ho visto la prima mezz'ora, a suo tempo, mi ha annoiato, l'ho messo da parte per il futuro.

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  3. A me è piaciuto da matti, e non l'ho trovato affatto un copia-incolla: questo film può definirsi come il capitolo conclusivo di una trilogia che comprende anche Kynodontas e Alps, e lo stile di Lanthimos lo trovo assolutamente originale. Forse è la "confezione" ad essere classica, ma non certo i contenuti. Per ora lo considero il miglior film della nuova stagione

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    1. ogni tanto non siamo d'accordo, per fortuna :)

      al cinema da settembre ho visto una decina di film, finora è ultimo a pari merito col film di Marcias

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  4. Io ho visto ieri parte di Kinetta, dello stesso regista. Praticamente inquadrabile, e dello stesso regista. Oltre Straub e Hullet, per certi versi, moltissimo primo Rivette. Anche troppo. Nel senso... ha senso una Nouvelle Nouvelle Vague nel 2015??? La risposta mia è implicita. No.

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  5. Dogtooth però per me è peggio. Paraculo per molti versi, mentre Kinetta pare non esserlo.

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