mercoledì 4 dicembre 2013

La mafia uccide solo d'estate – Pierfrancesco Diliberto (Pif)

questo film è un oggetto strano, la storia di Arturo dentro una Storia più grande, che ci riguarda tutti. 
le due storie insieme funzionano abbastanza bene e l'Arturo bambino è davvero bravo e spesso fa ridere, come fanno ridere i bambini quando vedono le cose con i loro occhi, non coi nostri. 
il film è insieme un po' cinema civile, un po' di testimonianza (didascalica), un po' comico (amaro), non tutte le parti si fondono bene fra loro, e però il film ha una sua personalità e si vede bene.
è anche un'opera prima, non bisogna essere troppo ingenerosi, il tempo ci dirà se Pif ha stoffa davvero, o resterà un'opera unica.
è comunque un film che merita la visione, al cinema - Ismaele.




…Perché quegli anni a Palermo in cui era quasi normalità un morto al giorno, anche quasi sotto casa (Chinnici di fronte casa di mia nonna, Giuliano di fronte casa della mia amica S., per non parlare del covo di Riina a 200 metri dalla mia), quegli anni in cui a scuola, nei momenti di noia, contavamo le sirene della polizia, per non parlare di quel '92 in cui scavalcammo i muri della cattedrale per assistere a un funerale inutilmente blindato, li ho vissuti in pieno anch'io. E la cifra di Pif, la sua scelta di una commedia surreale che si mescola e si trasforma continuamente in un reportage fedele di quel periodo, mi ha conquistato. Andate a vederlo, cazzo.

…Il film di Diliberto è un continuo crescendo di spessore e di emozioni: comincia come una commedia sarcastica e surreale, finisce con la macchina da presa che indugia sulle targhe che ricordano le vittime della mafia. Non vi diciamo come mai, ma sappiate che difficilmente riuscirete a trattenere le lacrime. Una volta si diceva che questi film erano necessari, parola impegnativa che non abbiamo mai amato. Così come non ci sono mai piaciuti gli insegnanti che fanno vedere i film nelle scuole (perché la cultura non va imposta, semmai incoraggiata). Ma se per qualche titolo è doveroso fare un'eccezione, questo è davvero uno di quelli giusti.

Mai fidarsi di quanto si dice e scrive di un film prima che venga proiettato. Sarà un film da ridere sulla mafia, perché anche di mafia si può ridere, che poi una risata li seppellirà tutti (i mafiosi). Questo più o meno quanto si leggeva un po’ di qua e un po’ di là di La mafia uccide solo d’estate, cine-esordio registico di Piefrancesco Diliberto in arte Pif (che si tiene per sé anche il ruolo d’attore principale). Ridere e far ridere della mafia? Però, mica robetta. Impresa che avrebbe fatto tremare anche titani come Billy Wilder e Ernst Lubitsch. Poi, una volta visto, ti rendi conto che quello di Pif non è il grottesco mafia-movie che ci si aspettava, o si temeva, ma una cosina gentile e garbata, fin quasi all'evanescenza, che ha come primo obiettivo quello di ricordare al mondo e agli spettatori, con intento didascalico-didattico da cinema civile di una volta…
da qui

4 commenti:

  1. Mi trovi assolutamente d'accordo: film genuino, sentito e dalla forte personalità. Non tutto funziona ma alla fine si esce con gli occhi lucidi. Per essere un'opera prima è quasi un miracolo. Da vedere.

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    1. una bella sorpresa, sì, non perfetto, ma non importa, se avrà una seconda occasione potrà andare meglio.

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  2. Perso al TFF volutamente, e da come ne scrivi non lo rimpiango troppo.

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    1. non è un film "classico", più testimonianza, giusta, condivisibile e necessaria, che sceneggiatura, ma in fondo mi è piaciuto

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