mi ricorda un po' Polanski, un po' Bertolucci (la cantina), un po'
Tornatore, di sicuro questo è un gran film, un esordio davvero bello.
inquieta all'inizio nei titoli il contributo di Mps, poi scopri che la città
ideale è Siena, quella del suicidio (?) del dirigente Mps, e del marcio che
ancora è da scoperchiare, la realtà supera la fantasia.
il film alla fine ti lascia poco tranquillo, quello che succede a Michele può
succedere a chiunque di noi, è prigioniero, non si vedono i fili, ma le
sensazioni, le atmosfere sono da film del terrore, non urlato, gentile, la
gabbia c'è, ma non si vede.
una cosa che mi ha colpito è che solo a Palermo c'è il sole, Siena è buia,
grigia, le città ideali sono quelle “dove
il sole del buon Dio non dà i suoi raggi”.
io non me lo farei scappare, cercatelo e
soffrite tutti, è grande cinema - Ismaele
…Grottesco,visionario, onirico e a tratti
thriller il cinema di Lo Cascio, non è classico, nè bacchettone anzi tenta vie
nuove di rappresentare i fatti e gli stati d’animo. Suggestive le immagini
della città, specie la sera con chi la contempla ripreso di spalle in
campo medio, con buona fotografia e montaggio. Il protagonista è convincente
nel suo addolorato stupore, qualche comprimario di fama sfugge al suo controllo
registico con recitazioni più teatrali e di maniera (Alfonso Santagata e Luigi
Maria Burruano, suo zio nella vita), sincera e misurata la madre Aida Burruano,
che lo è realmente. Bel ritorno di Massimo Foschi, suo maestro all’accademia, e
insuperabile come sempre in un cammeo Roberto Herlitzka, guardiano di cavalli
che, se gli andasse, lo potrebbe aiutare con una testimonianza tanto autentica
quanto poco credibile. Per essere un esordio, pur con qualche oscillazione
nella ricerca della cifra da dare al film, alcune ellissi narrative troppo in
contrasto con la minuziosità di altre parte, con quest'opera Luigi Lo Cascio
promette di rimanere un primo della classe anche dietro la mdp.
…Con uno stile secco e asciutto, Lo Cascio svolge un
tema robusto, denunciando l'incoscienza civile, le derive giudiziarie, i
contratti sociali fondati sulla connivenza, l'indifferenza e la mancanza di
pudore. La città ideale, con singolare forza simbolica, mette in schermo il trauma di chi si sente
e si vuole 'diverso' rispetto alla cultura diffusa e condivisa da tutti. Lo
Cascio individua quel trauma, lo mette a fuoco e poi lo indaga incarnando il
suo personaggio, accompagnandolo con lo sguardo dentro la macchina della
giustizia e dell'umana (in)comprensione. Posseduto dal proprio demone,
l'ecologista Grassadonia coltiva sogni, speranze e illusioni che si spengono…
… La provincia come dolce rifugio capace di nascondere un'umanità
orrenda, le donne viste o come madri o come oggetto del desiderio, il genere
come filtro cinematografico solo accennato e mai perseguito veramente, un
protagonista dal carattere pacifico ed idealmente perfetto, la lotta contro i
vizi nazionali, il rapporto tra meridione e settentrione (radici e vita nuova)
dentro la mente dell'emigrante, i sogni come strumento di rivelazione di un
inconscio represso, in superficie tutto di La città ideale fa pensare al
peggio, tutto è un segno del cinema più sciatto.
E' però (a totale sorpresa) nella messa in scena che Lo Cascio dimostra
come tali elementi, per quanto abusati e svuotati di gran parte del loro senso,
possano trovarne di nuovo il modo di parlare di umanità e coinvolgere in
maniera inedita. La grande conquista di La città ideale è
quindi di essere riuscito a ridare senso e feralità ad arnesi filmici, quelli
abusati dal cinema italiano degli ultimi 20 anni, che si credevano
definitivamente spuntati.
…Si è parlato molto di Kafka per questo
film. In realtà l'immenso scrittore ceco scappa fuori troppo spesso quando un
film affronta certe tematiche come il disagio interiore, la surrealtà, il non
riuscire a difendersi, il tormento, il sentirsi imprigionato in qualcosa di
indefinito, la burocrazia etc... etc... .
Io ci ho visto tanto anche dei racconti di
Gogol, questa atmosfera tra il tragico e il comico, queste povere persone a cui
accadono piccoli e strani avvenimenti, questa "società" sfuggevole e
pericolosa.
L'intreccio è semplice, un pasticciaccio brutto
dal quale Michele non riesce ad uscire...
Ottima recensione! E grazie mille per la 'visita' :) mi ha permesso di conoscere questo blog: mi sono unito ai tuoi lettori fissi, ti seguirò!
RispondiEliminaallora ci siamo incrociati via Lo Cascio, che ci è piaciuto:)
RispondiEliminaBella recensione! Complimenti per il blog, mi sono iscritta e grazie per aver fatto lo stesso!
RispondiEliminaavremo molti film da vedere, anche il tuo blog è interessante, buone visioni:)
EliminaDi soffrire non è che ne abbia molta voglia, ma sto a Palermo e con il sole aumentano le endorfine.
RispondiEliminaci sono sofferenza ben peggiori, ma qui non stai tranquillo,
RispondiEliminacome dice Pavese,
"non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola"