domenica 14 ottobre 2012

Time bandits (I banditi del tempo) - Terry Gilliam

un viaggio nel tempo, un'avventura che fa restare a bocca aperta un ragazzo (e un po' lo siamo tutti).
non è perfetto, non è il suo migliore, ma è un film di Terry Gilliam, e allora come non guardarlo? - Ismaele


Kevin è un ragazzino di 11 anni letteralmente ignorato dai genitori, che preferiscono competere con i vicini in fatto di possesso degli ultimi modelli di elettrodomestici sul mercato. Nel suo isolamento forzato, Kevin è diventato un appassionato di storia, soprattutto del periodo dell'antica Grecia. Una notte, Kevin viene svegliato bruscamente da un cavaliere a cavallo che irrompe nella sua stanza uscendo dall'armadio per poi fuggire al galoppo in una foresta raffigurata in una foto appesa sul muro della camera da letto. Quando lo spaventato Kevin si guarda in giro, però, trova che la sua stanza è tornata alla normalità. La sera successiva, chiede espressamente ai suoi genitori di lasciarlo andare a letto presto, curioso di quello che potrebbe succedere. Anche questa volta viene svegliato dai rumori provenienti dal guardaroba, ma questa volta sono sei nani che escono fuori. I nani sembrano essere in missione e completamente ignari di dove siano capitati. Dopo averlo scambiato per qualcun altro da loro temuto, realizzano che Kevin è solo un ragazzino, e scoprono di poter fuggire spingendo il muro della camera da letto, come se fosse posto su dei binari, facendolo scorrere fino alla fine di un lungo corridoio. Inseguiti da un luminoso e minaccioso volto fluttuante, che i nani chiamano l'Essere Supremo, e che li esorta a restituire la mappa in loro possesso, evidentemente a lui sottratta. Il corridoio termina bruscamente in un abisso nero attraverso cui Kevin e i nani sprofondano in cerca di salvezza, iniziando così la loro avventura attraverso il tempo e lo spazio…

E' inutile. Terry Gilliam mi sfugge, è troppo complesso. Anche davanti ad un film apparentemente semplice come I banditi del tempo riesce comunque a lasciarmi con delle domande senza risposte, dei dubbi "esistenziali". Molto banalmente, infatti, questa pellicola è un simpatico film d'avventura per ragazzi, nel quale un bambino solitario, molto intelligente e fantasioso, ottiene l'opportunità di viaggiare nei periodi storici di cui ha potuto leggere solo sui libri e aiutare questa strana combriccola di ladruncoli nelle loro imprese "criminali". Il fatto però è che il regista e sceneggiatore americano inserisce qua e là anche qualche riflessione sulla natura della creazione stessa, sull'essenza di Dio e sull'eterno conflitto fra Bene e Male: Dio, o l'Essere Supremo, come viene chiamato nel film, non viene dipinto come un padre amorevole o come un entità vendicatrice, bensì come uno spocchioso e noncurante demiurgo che non esita a giocare con la vita e la morte solo per portare avanti le sue ricerche e i suoi esperimenti, come se l'intero universo e tutti gli avvenimenti in esso accorsi dall'inizio del tempo non fossero altro che una sequenza ininterrotta di eventi già pianificati da qualcuno che, fondamentalmente, non prova alcun sentimento verso la propria creazione…

Fantasia e ironia difficilmente riescono ad andare a braccetto, e le caratteristiche anarchiche dell’umorismo del gruppo non possono trovare libero sfogo in un film che, come ogni favola che si rispetti, ha l’obbligo di esprimere un insegnamento. Se, infatti, Dio è un distinto signore in doppiopetto grigio che, pur non giocando a dadi con l’universo – come affermava Einstein – ha lasciato dei ‘buchi’ nella sua creazione, il Male, che vuole invadere con centrali nucleari e computer la terra, appare troppo sprovveduto per intimorire seriamente. Il messaggio umanista e vagamente luddista che il film vorrebbe lanciare si scontra, inoltre, con l’impiego diffuso del mezzo digitale per la creazione degli scenari di questa imagerie sicuramente simpatica ma un po’ sgangherata.

Con delle premesse e un regista così non poteva che venir fuori una sceneggiatura molto ricca e vivace, resa peraltro frenetica dal continuo zampettare della simpatica compagnia di nani; tuttavia il film manca di quello spessore che le successive pellicole di Gilliam hanno (Brazil specialmente), col tutto che sembra più che altro una scusa per rappresentare su schermo alcune situazioni umoristiche e paradossali, senza peraltro un solido collegamento tra un certo passaggio storico e il seguente.
Insomma, I banditi del tempo ha una trama vivace, ma non è certamente un film indimenticabile; se volete approfondire Gilliam, guardate piuttosto gli altri film consigliati.

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