fiction, documentario, cinema-verità, il film racconta il "casuale" incontro fra il regista e Blanca (Paloma Calle), a Imatra, una cittadina finlandese a pochi chilometri dalla Russia.
i tentativi di Corso Salani di riallacciare i rapporti con Blanca sono patetici, l'uomo innamorato torna ragazzino.
Corso Salani ci manca.
buona visione - Ismaele
Non parlerei male di Corso Salani nemmeno
sotto tortura, ed a maggior ragione dopo che ci ha prematuramente lasciati, a
nemmeno 49 anni. Questo Imatra, più che un
documentario, mi sembra la descrizione di un’ossessione, quella per Blanca (Paloma Calle), l’ex fidanzata che ha lasciato il
regista/occhio e si è trasferita in Finlandia, in una cittadina ai confini con
la Russia, ad insegnare lo Spagnolo. Gli aspetti documentaristici sono
decisamente secondari ed assumono la funzione di un pretesto per le patetiche
ed infantili richieste di Corso di avvicinarsi all’amata perduta. Da una parte
non si può fare a meno di provare simpatia, o meglio: empatia, per i tentativi
del protagonista, dall’altra non si può non notare qualche inevitabile momento
di stanca, in un film che non sembra capace di decidersi tra il documento di
viaggio e la narrazione introspettiva.
Imatra è una città finlandese situata ai
confini dell'Europa, alla frontiera con la Russia. E' un luogo affascinante
dove la natura è ancora pressoché incontaminata. La maggiore attrattiva sono le
sue imponenti cascate, nascoste per poter produrre energia elettrica. Non vi è
mai stato fatto alcun progetto urbanistico e l'economia è decollata soltanto
grazie all'afflusso continuo dei turisti russi, che vi accorrono in ogni periodo
dell'anno per fare acquisti a prezzi competitivi. In questo luogo dimenticato
da tutti, in bilico tra l'opulenza dei paesi scandinavi e la povertà della
nuova Russia, arriva Blanca, una professoressa di spagnolo. Sta cercando un
posto dove poter riflettere in pace al termine di una brusca e difficile storia
sentimentale. Ma il suo compagno non è disposto a lasciarla da sola e la
raggiunge a Imatra con la scusa di volervi girare un documentario.
Una delle storie ai Confini d'Europa che coinvolge il regista
in prima persona con una specie di confessione e ritratto e con cappello iniziale
che giustifica il proseguo della storia. Un storia che prende spunto dalla
determinazione femminile che ormai ha fatto le sue scelte e la presentazione
della debolezza maschile su certi comportamenti che hanno compromesso
inesorabilmente un sentimento. La donna reagisce in maniera anche materna, ma
determinata, il maschio si arrampica sugli specchi del suo egoismo, tenendo
conto che poi questa è un'autentica autocritica, o rappresentazione di un
maschilismo di routine quotidiana.
Imatra è una cittadina finlandese che si
trova ai confini con la Russia nella Carelia meridionale. Bianca, insegnante di
spagnolo, ci è andata a vivere e lavorare per sfuggire a una relazione
complicata. Il suo ex fidanzato la raggiunge: il suo incarico è quello di
realizzare un documentario industriale sulla preparazione della pasta di legno.
Corso Salani rappresenta una vera e propria eccezione nel panorama
cinematografico italiano. Regista e attore di indubbie qualità si impegna
costantemente in nuovi progetti che abbiano come caratteristica principale
l'originalità. È il caso della serie "I confini d'Europa" di
cui Imatra costituisce il terzo capitolo. Salani vuole
esplorare luoghi che si trovino ai bordi di quell'organismo complesso che è
ormai l'Unione Europea. È in piccole o grandi città che rispondano a questa
caratteristica di base che va a cercare il senso liminare di realtà sociali che
sono divenute punto di snodo (talvolta anonimo ma non per questo meno
significativo) di scambi culturali e umani. La ricerca è indubbiamente
interessante, anche se lascia qualche perplessità la scelta di costruire
intorno all'indagine sociologica una storia di finzione che non sempre regge al
vaglio della verosimiglianza.
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