fino a pochi anni fa il film era di attualità, ora è pura fantascienza, i medici mancano, i medici di famiglia sopratutto.
Alberto Sordi è bravissimo a interpretare un medico avido (figlio di mamma, d'altronde).
la classe medica nel film fa una pessima figura, interessati ai soldi e marginalmente ai pazienti, se non come fonte di reddito.
un film da non perdere, promesso.
buona (malata) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film completo
Una delle commedie all'italiana di maggior incasso, una
riuscita satira non troppo corrosiva sulla sanita' statale e sul mondo dei
medici (dipinti tutti come arrivisti senza scrupoli e assolutamente
disinteressati ai pazienti visti solo come numeri in grado di muovere
denaro).Il gruppo di attori è eccellente a partire da Sordi che stavolta è
assai misurato(come non gli accade nei film in cui è protagonista)per non
parlare della Valeri che dipinge un personaggio memorabile. Ottime le musiche, sempre
molto presenti e un finale che puo' essere visto come un'azzeccata premonizione
per il futuro.....
… chi
meglio del nostro Albertone nazionale poteva interpretare questo mostro
partorito da una società improntata al consumismo?!? Una società in cui si
lucra anche sulla salute dei cittadini.
Guido Tersilli rappresenta proprio l’italiano medio per antonomasia in quanto
risulta essere mammone, donnaiolo, cinico e qualunquista. La grandezza di Alberto
Sordi, che grazie a questo ruolo ottenne il David di Donatello e
il Globo d’oro come miglior attore protagonista, stava nel
riuscire a fare amare al pubblico personaggi che nel quotidiano avrebbe
disprezzato.
Il medico della mutua, tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe
D’Agata (che curò anche il soggetto del film), possiamo
tranquillamente definirla come una commedia satirica che, uscita nelle sale
italiane nel 1968, sbancò letteralmente i botteghini italiani (il
film è stato il secondo maggior incasso della stagione cinematografica italiana
1968-69 con £3.032.637.000), tanto che l’anno successivo il regista Luciano
Salce realizzò il sequel dal titolo Il prof. dott. Guido
Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue.
Al grande successo di questa opera, sceneggiata da Luigi Zampa,
dal talentuoso Sergio Amidei e dallo stesso Sordi, contribuì
anche la colonna sonora di Piero Piccioni con
l’indimenticabile Samba fortuna, rimasta nell’immaginario
collettivo di milioni di spettatori.
Pertinente con il lungometraggio in questione risulta essere il seguente
aforisma sarcastico dell’indimenticato artista Groucho Marx: “L’ultima
volta che sono andato dal dottore mi ha dato tante medicine che, una volta
guarito, sono stato male per un mese intero.”
In definitiva non si può proprio dire che il dott. Guido Tersilli abbia
tenuto fede al giuramento di Ippocrate, possiamo invece affermare con
convinzione che ha rispettato piuttosto lo spergiuramento di Ippocrate.
Vi auguro buona visione constatando che bisogna essere prudenti nello
scegliere il medico della mutua.
Senza
dubbio tra le migliori commedie italiane degli anni Sessanta, e tra i più
memorabili personaggi di Sordi. Zampa gira con stile fluido e moderno (i titoli
con la soggettiva dalla sirena dell'ambulanza sembrano anticipare uno stilema
da poliziottesco), il cast folto e trans-generazionale infila personaggi (o
mere comparsate) uno più cult dell'altro. Dalle visite a domicilio al grande
ambulatorio, la sceneggiatura è un vortice senza buchi, nonostante la durata
-specie per l'epoca- superiore alla media. Indimenticabile lo score di
Piccioni.
Commedie del genere hanno sempre un sapore dolceamaro perché, se
da una parte riescono a intrattenere con brillantezza e senza particolari
intoppi, dall’altra evidenziano il malcostume che si cela nei palazzi del
sistema sanitario nazionale. Il carisma di Sordi maschera bene il cinismo del
ruolo, rendendo un personaggio negativo quasi accettabile. Viene da chiedersi
se sia cambiato qualcosa nel tempo o se sia rimasto tutto uguale. La forza
dell’opera risiede anche nell’universalità dei temi affrontati.
Ricordo quanto mi piacesse questo film da piccola. Quando
ancora il cinema era un'incredibile scoperta capace di procurarmi stupore e
meraviglia (ma ci riesce spesso anche oggi, vi assicuro) mi divertivo sempre a
guardare Alberto Sordi nei panni del dottor Guido Tersilli, giovane medico
rampante oppresso da una madre arpia ed arrivista, andare a caccia dei
cosiddetti mutuati. Non sapevo neppure cosa fosse un mutuato ma capivo lo
stesso che il cinismo col quale li sfruttava Sordi nel film non doveva essere
né cosa buona né giusta.
A rivedere adesso questo film di Zampa resto
colpita dalla cura con cui al tempo si riusciva a far ridere e, nello stesso
momento, si cercava di dire qualcosa, di lanciare un messaggio. Il cosiddetto
cinema di evasione che conosciamo adesso (volgare, becero, insolente e
grossolano) è ben diverso da quello che era allora. Allora si scrivevano
sceneggiature, si sapeva dirigere e recitare adesso tutto questo non è più
necessario.
Uno dei più famosi film di Sordi ed uno dei più celebri film italiani
di sempre. E' un bellissimo esempio di commedia all'italiana, perfettamente
riuscita, che tratta di sanità, di mutua, ma in special modo dell'italiano di
allora che, sopraffatto dal mito del benessere e della ricchezza, è disposto a
tutto pur di portare a casa qualche lira in più, anche, come il medico di
questa pellicola, a sedurre un'orrenda vedova per avere più mutuati, a lavorare
giorno e notte fino ad avere un collasso, a perdere la fidanzata di una vita ed
a fottere tutti i colleghi.
Tutto ciò ce lo spiega con raffinata e sottile intelligenza,
utilizzando la chiave della comicità (poiché spesso è attraverso le gag
che passano i messaggi più crudi) Luigi Zampa che, con una regia spiritosa e
spietatamente cattiva e disillusa, realizza un film di culto ancora
attualissimo (nonostante la mutua non esista più) e probabilmente immortale. Il
suo protagonista è un Alberto Sordi in assoluto stato di grazia che rispolvera
il suo repertorio comico degli esordi per strappare una risata che morda e
faccia pensare.
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