sabato 25 marzo 2023

El planeta – Amalia Ulman

girato in bianco e nero, in una Gijon meno affascinante della Manhattan di Woody Allen, il film mette in scena mamma e figlia (come lo sono nella realtà) nel pieno di una decadenza economica, verso il fallimento totale.

le due si illudono, finché dura, di continuare a vivere una vita al di sopra dei loro mezzi, che non esistono, in una città che è lo specchio della loro crisi (non si contano i negozi chiusi, da affittare, falliti), comprando a credito o tentando (fallendo, ca va sans dire) la strada della prostituzione.

ma le cose rotolano verso il basso, senza pietà.

un film che è la fotografia di una forma di morte, non basta Martin Scorsese, millantato conoscente della madre, a far cambiare strada alla valanga, che non torna indietro.

interessante, o folle, l'illusione malata che le cose andranno meglio.

buona (disperante e disperata) visione - Ismaele


 

 

El Planeta, che dà il titolo al film, è un ristorante di lusso che rappresenta per le protagoniste il polo estremo di una vita passata che non torna più, una realtà borghese sbiadita che ha lasciato soltanto le sue abitudini e i suoi sfarzosi costumi.
Amalia Ulman costruisce una narrazione solida che gioca con i toni surreali della tragicommedia e con un umorismo di fondo accattivante. La sua regia è immediata e lineare, senza troppi tecnicismi, accompagnata da una fotografia che sembra rendere omaggio a più di qualche classico. A stonare, nell'insieme comunque di livello, sono il montaggio e una colonna sonora che non sempre si lega con armonia a ciò che viene mostrato. Il montaggio del film stride con il resto per l'utilizzo di alcune transizioni visivamente marcate e fin troppo audaci, forse volontariamente kitsch. Ciò che risalta nel film, invece, sono le interpretazioni di Amalia e Ale Ulman, realmente madre e figlia, e la capacità di rendere i personaggi interessanti nella loro complessità. Tale complessità, però, non inficia sulla leggerezza velata e sincera che caratterizza il film, sul tono perfino scanzonato che lo contraddistingue.
El Planeta è un esordio convincente, nonostante alcuni elementi più fuori fuoco di altri. La bravura della Ulman è quella di essere riuscita a fondere il proprio stile con una narrazione che vede nella bellezza dei personaggi la sua punta di diamante, su uno sfondo che non è mai solo una semplice cartolina ma un ambiente che riesce, da solo, a comunicare qualcosa.

da qui

 

…Le protagoniste del film, Leo e Maria, sono infatti interpretate rispettivamente dalla Ulman e sua madre Ale: una scelta di cast che lascia trasparire profonde tensioni personali nascoste sotto la superficie "fiction" del film. Le dinamiche madre-figlia riflettono in modo ironico e speculare i disordini e la criticità della realtà urbana dipinta dalla regista. "El Planeta" vuole tracciare un ritratto della crisi finanziaria della Spagna contemporanea, evitando il realismo e scegliendo di abbracciare gli accenti della black comedy. La Ulman dipinge un mondo tragicomico e camp che omaggia Almodóvar, mentre l'estetica monocromatica e vignettistica ricercata dall'autrice sembra richiamare il primo Jim Jarmusch…

da qui

 

La carta vincente di El Planeta è insomma quella di saper raccontare con freschezza ed umorismo un mondo angosciato e incapace di essere onesto con se stesso, che fantastica di vite mai vissute e sempre desiderate. Anche nelle scene finali, quando il film ci mostra un galà per il premio Principessa delle Asturie con ospite Martin Scorsese (un vero evento che ha avuto luogo a Gijón nel 2018), capiamo che l’immaginario cinematografico per Amelia Ulmann è l’ennesimo filtro per potenziare questa dissimulazione, per renderla ancora più totale. Dopotutto, se di fronte a una vita che non lascia molte scelte non si può che affondare, allora tanto vale farlo con stile.

da qui

 

El Planeta de Ulman más bien podría considerarse un buen trabajo de fin de carrera más que una buena película. Propone ideas muy interesantes, pero se queda en eso: un esbozo. Como ópera prima resulta un trabajo admirable, pero resulta inconexo y no llega a ningún puerto.

Por supuesto, también resulta digno de sorpresa que fuera seleccionada para el Festival de Sundance, lo cual tiene mucho mérito para una película independiente. Pero aún, El Planetase queda a mitad de camino con una historia que, si bien puede resultar interesante y atractiva al espectador, se queda en algo confuso.

da qui 


Nessun commento:

Posta un commento