giovedì 17 dicembre 2015

Redemption - Identità nascoste - Steven Knight

sceneggiatore di grandi film, qui Steven Knight è alla regia, nel film prima di Locke.
Redemption è un po' lento, senza troppi colpi di scena, avvengono fatti non sorprendenti, non stupisce come Locke, è comunque un film onesto, prove tecniche per il capolavoro successivo.
di sicuro merita la visione - Ismaele




…Per questo suo esordio registico l’autore di Birmingham usa Statham come un veicolo – probabilmente anche pubblicitario – per raccontare alcune delle attività criminali della comunità cinese nella Capitale. Lo fa con occhio attento e interessato ma non incattivito, pensando forse che il male di un uomo solo sia peggiore di quello pianificato da un’organizzazione criminale. Purtroppo la sua sceneggiatura scade nella banalità quando si concentra sul personaggio della suora polacca e come regista non riesce a ottenere il necessario dalle scarse capacità attoriali di Jason Statham.
Knight dirige comunque in maniera elegante, affascinante, e a fianco di alcune brillanti soluzioni di sceneggiatura crea anche diverse sequenze davvero ottime. Il viaggio di redenzione del suo protagonista, per quanto prevedibile in molti risvolti, interessa e colpisce, e questo da solo è già un successo. Si sarebbe forse potuto rendere ancor più ossessivo il ricordo degli Hummingbird, che oltre a dare il titolo al film perseguitano il protagonista nei suoi incubi, ma visti i precedenti non sembra sbagliato pensare che Knight sia il miglior regista possibile al servizio delle sue sceneggiature.
da qui

Aperto a divagazioni action come a parentesi melodrammatiche, Redemption - Identità nascoste ragiona sugli obblighi e sulle responsabilità, sull'importanza delle proprie azioni e sulla difficoltà di mantenere un equilibrio, mettendo a confronto due personaggi ugualmente al limite: proprio come Joey, anche Cristina, suora di origine polacca dalla fede forse non saldissima e persa dietro al sogno del balletto classico, ha dentro una ferita non rimarginabile, un passato che la costringe ad un'esistenza che avrebbe voluto diversa. Incontro di due solitudini, percorso di liberazione e possibilità di vedere i propri errori nell'altro, il rapporto tra i due diventa il fulcro di una pellicola sulla difficoltà di mantenere salda la propria identità in una realtà in cui nulla sembra avere più senso, dove i fiumi servono per liberarsi dei cadaveri e i clandestini sono stivati dentro a scatole di cartone. Diretto con buon ritmo e basato su una struttura narrativa più classica di quanto appare, il film tiene desta la partecipazione dello spettatore, aumentando gradualmente la forza del dramma fino ad un pre-finale in cui il montaggio alternato chiude, contestualmente, le storie di Joey e Cristina….
da qui

 Redención está muy lejos de ser una hipnótica obra audiovisual que convierta a Steven Knight en el nuevo director de moda en los circuitos más cool de la cinefilia, pero es digno reconocerle la virtud de intentar (y conseguir) aportar algo de distinción al Universo Statham. Motivo suficiente como para darle una oportunidad a esta cinta extraña e imperfecta, pero a ratos fascinante.

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