sabato 12 dicembre 2015

La isla mínima - Alberto Rodríguez

c'è chi dice che questo film sia una mezza copiatura di True Detectives, è una bugia, visto che il film precedente di Alberto Rodríguez, Grupo 7, ha come protagonisti una coppia di detectives, anche lì, come ne La isla mínima, abbastanza selvaggi.
in più, vantaggio di La isla mínima su True Detectives, dura 105 minuti intensissimi, senza un minuto inutile, non si rifiata mai.
se vi piacciono i film pallosi, che non costringono a dubitare, a interrogarsi, che non arrivano al dunque, che non siano l'affresco di un'epoca, che siano politicamente corretti, dove il bianco e il nero non si mischiano mai, che evitano le sorprese, ecco, questo non è un film per voi.
se così non fosse, alla fine del film non smetterete di ringraziare il momento in cui avete preso la decisione di andare al cinema.
vogliatevi bene, andate a vedere questo film, non vi deluderà - Ismaele





La isla minima è un film che funziona egregiamente sia come thriller, cupo e teso come pochi, sia come affresco storico , estremamente credibile.
Visione altamente consigliata.

…La pellicola colpisce sin dalle prime immagini per la perfezione delle sue linee, per quell’orizzonte che s’impone, per le inquadrature che sono scatti in grado di vivere di vita propria, per quella forza graffiante, la luce accecante e il calore che riusciamo a percepire. Siamo anche noi in quei campi e immersi in quel fango. La Isla Minima e la sua trama ci trascinano, inquietano e ispirano. Ciò che stupisce non è l’intreccio né la sceneggiatura (alquanto classica) ma la profondità dei personaggi e la tridimensionalità dei luoghi. Con poche parole azzeccate, i gesti giusti e attenti movimenti di macchina, Rodriguez rende tangibili protagonisti immaginari (interpretati da Raúl Arévalo e Javier Gutiérrez) e per un paio di ore fa rivivere, con disarmante ed efficace lucidità, un’epoca impressa nella memoria di molti.
Dotato di una confezione che nulla ha da invidiare alle migliori produzioni a stelle e strisce, riuscendo a superare opere simili, come Le Paludi della morte, questo film è un piccolo gioiello di equilibrio: sempre in bilico tra suspense e dramma, tra giusto e sbagliato, tra il bene e il male, senza mai impartire lezioni ci regala momenti di ottimo  cinema.

Stilisticamente, il regista spagnolo fin dall'incipit c'introduce in questo spazio. Nei titoli di testa, con inquadrature aeree e plongée, la macchina da presa mostra il terreno composto da linee complesse, una sorta di sistema nervoso, uno scenario labirintico; la stessa inquadratura l'abbiamo del cimitero alla fine della sepoltura delle due ragazze, con linee rette e geometriche; e una terza sul fiume che inquadra la barca dei due poliziotti a bordo navigare verso la veggente rivelatrice di notizie funeste per Juan. Insomma, l'iterazione delle tre inquadrature sono una raffigurazione della morte compenetrante lo spazio, il terreno, il cielo, l'intero ambiente dove si muovono i personaggi e in cui lo spettatore è immerso fin da subito da Rodríguez, dove il senso metafisico di finis terrae combacia anche con il termine di un tempo storico (quello della Spagna) e personale (quello dei personaggi: Juan, il killer, le ragazze assassinate).
Alberto Rodríguez rielabora stilemi di genere in modo originale e personale, mettendo in scena la fine di un'epoca con un equilibrio tra forma cinematografica, struttura narrativa e contenuti, rendendo "La Isla Minima" una visione da non perdere.

Visualmente, La isla mínima es un sobresaliente ejercicio de estilo en donde los escenarios naturales, exaltados por una monumental fotografía de Álex Catalán –espectaculares planos cenitales del paisaje, casi pinturas en movimiento– funcionan como un personaje más de la trama. Mucho se ha comparado a la película con la popular serie True Detective y lo cierto es que los dos agentes interpretados por Javier Gutiérrez y Raúl Arévalo tienen mucho de la psicología de los encarnados por Woody Harrelson y Matthew McConaughey en el thriller de HBO, del mismo modo que el río Guadalquivir de La isla mínima se presenta tan tenebrosa como los pantanos de Luisiana. Rodríguez le imprime un ritmo pausado a la narración que, sin embargo, agarra al espectador desde los llamativos títulos de crédito iniciales para no soltarlo hasta su ambiguo y, por una vez, perfecto desenlace, que se atreve a dejar la puerta abierta a diferentes y espeluznantes interpretaciones. Un guión redondo, que cuida al milímetro cada pequeño detalle y dosifica con sabiduría las pistas a lo largo del metraje, sin descuidar las escenas de acción –hay un par de ellas impecablemente rodadas: una persecución a pie entre los arrozales y otra en coche a través de las nocturnas marismas–, solo necesitaba de los actores adecuados para hacer que el milagro tomara forma y La isla mínimase convirtiera en una gran obra para el recuerdo. Sin duda, el reto ha sido solventado con matrícula de honor…

2 commenti:

  1. Ah, vedi, quella cosa di Grupo 7 è importantissima, hai ragione.
    Io sono uno di quelli, forse l'unico, che manco l'ha nominato True Detectvie. Quella serie era meravigliosa per il suo esistenzialismo, non per il plot. E trovo l'accostamento automatico sì, ma banale in quel senso

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    1. lo chiamano cinema di genere, ma esiste solo due generi, il buon cinema e il cattivo cinema.
      questo è del primo genere.
      ho i miei pregiudizi per le serie, ma questo è un altro discorso.

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