sabato 30 agosto 2014

Wrong cops – Quentin Dupieux

sembrano diversi episodi collegati per tirarne fuori un film, e comunque il risultato è positivo.
sembra una "scuola di polizia" aggiornata e cinica, dove non ci sono più le gag, ma humor nero e assurdo senza limiti, magari ripetitivo, ma spesso efficace.
il film si tiene e merita una visione, spesso si ride, la storia del talento è bellissima - Ismaele






…Come e più dei precedenti exploit del francese, un'operazione destinata a dividere, in cui la chiave è non prendersi sul serio e adattarsi a un microcosmo in cui prevale lo shock dell'attimo sulla coesione dell'intreccio. Gag talora irresistibili se prese singolarmente che in qualche modo faticano ad adattarsi ai confini di un lungometraggio, ma che colpiscono, nel bene o nel male, l'immaginario. Magari stordendolo fino all'esasperazione, gridando la propria identità anziché limitandosi a suggerirla.
Ma oggi, nel 2013, anche (soprattutto?) questo è cinema, tanto da conferire a Dupieux uno status di autore che gli si confà almeno quanto l'intimo femminile su uno dei suoi sgradevoli e corpulenti poliziotti "sbagliati". Un minutaggio breve, 82 minuti, ma sufficiente per raggiungere lo scopo e poi chiudere con un'esaltante morale, lucida e crudele, pronunciata in un barlume di effimera saggezza da un poliziotto talmente strafatto da dimenticarla immediatamente. Marilyn Manson non appare per caso: perché siamo tutte star ora, nel dope show.

…"Worng Cops" lascia filtrare in controluce un (velato) intento di critica alla società consumistica statunitense: Duke e compagni agiscono esclusivamente per il proprio interesse personale, per esaudire una sordida perversione o per un senso di famelica cupidigia, incuranti delle conseguenze delle loro azioni, che si spingono sempre ben oltre il grottesco. Quello che sembra interessare maggiormente Dupieux è impressionare lo spettatore a colpi di eccessi e stravaganze, ma in questo senso il film mostra presto i suoi limiti. Nella seconda parte della pellicola, infatti, il regista si perde inseguendo i molteplici risvolti di una improbabile trama gialla, mentre le gag continuano ad accumularsi inarrestabili l'una sull'altra, in una sorta di altalena sterile e, alla lunga, ripetitiva.
Dupieux può comunque vantare uno stile eccentrico e coerente, che ammicca con consapevolezza al cinema di John Waters e alle produzioni Troma. E senza rinunciare mai al suo humour feroce e corrosivo, al limite della blasfemia, riesce a regalare qualche battuta ben assestata. Basti pensare al bizzarro interrogatorio di Marilyn Manson, struccato e pettinato nei panni di un ragazzino introverso, o al veloce dialogo con la donna sulla sedia a rotelle, assolutamente irriverente ma davvero fulminante.
Il colpo migliore, comunque, Dupieux lo mette a segno ricorrendo a una buona dose di autoironia quando, nella riuscitissima scena del colloquio con il capo di un'etichetta discografica, spiega che il segreto del successo è 95% marketing e 5% talento. Non male, per uno che è diventato famoso grazie alla pubblicità di un paio di jeans.

Wrong Cops è un film trash, un acido fumetto compiaciuto delle proprie abiezioni, abitato dalle caricature idiote di una sitcom gretta e allucinata. Ma non solo: è anche un grande film, perché conduce, come oggi raramente accade, il demenziale alla sua espressione pienamente politica, perché mostra la perversione della visione e della comprensione del mondo, perché è un film su un ordine vizioso, un film sull’opera dell’ideologia, sull’ideologia al lavoro.

L'incipit è straordinario con quel poliziotto che smercia droga dentro topi morti.
Ma le gag, le situazioni paradossali, i dialoghi assurdi si sprecano.
Il punto di forza del film, o uno dei punti di forza, è la caratterizzazione dei singoli personaggi.
I poliziotti sono straordinari, potrebbero anche non parlare per funzionare.
Più o meno tutti pervertiti (ah, l'omosessualità, latente o no, è dilagante nel film) hanno il loro top in Duke (un grandissimo Mark Burnham), un testa di cazzo incredibile, sempre strafatto, che si comporta da capo del mondo e non ha una minima moralità o inibizione. Lui non sa nemmeno cosa vuol dire parlare, strilla e basta.
Ma anche il pancione De Luca con la sua ossessione per i seni e la "calma" perversione del suo sguardo è straordinario. E non è da meno Rough, un poliziotto nero orbo di un occhio e con melone nella fronte, appassionato di musica disco e convinto di avere un talento pazzesco nel campo…

…El tramo final es de lo mejor del metraje (junto al diálogo del policía y el herido con el productor musical), y la reiterada burla que se hace de la industria discográfica, la violencia, el porno, el cine, la institución familiar y por encima de todo, la propia policía, es un motivo para invertir las normas de la realidad y del día a día y provocar que el espectador alce las cejas y se desternille sin llegar a reponerse de la extrañeza que evoca cada sketch. Desde Marilyn Manson como evasivo y freak musical secundario, a una zanja cavada en el jardín para un muerto todavía muy vivo, pasando por obscenos chantajes económicos y el guiño, desde el televisor de una familia, a un film anterior del director, cada elemento se rinde a la parodia. Una clase de humor agresivo, deslenguado y locuaz no recomendado a todos los públicos ni propio de una apacible velada familiar, pero dotado de una personalidad y un tinte surrealista, capaces de hacer que rinda a sus pies sin dudarlo. Wrong cops a veces agota, pero sus bizarradas hilarantes fascinan, nos sumergen en la ilógica por excelencia y se alejan con acierto del 99% de comedias convencionales. Y ya se sabe, en una noche de viernes, no hay nada mejor que empacharse a patatas fritas, y reírse a carcajadas de las hipocresías del mundo que nos rodea.
da qui

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