mercoledì 6 novembre 2013

Meteora - Spiros Stathoulopoulos

cinque anni dopo il capolavoro (e opera prima) che è "PVC-1" Spiros Stathoulopoulos gira il suo secondo film.
devo avvertire che è tutta un'altra cosa, ambientazione, personaggi, tematiche, velocità, lingua sono del tutto diversi.
il film merita molto, visivamente ti cattura, gli inserti animati sul legno sono belli e inattesi, la storia d'amore sospesa, come forse deve essere, non bisogna aspettarsi soluzioni.
"solo" un film molto bello, se uno non ha visto "PVC-1" ancora di più - Ismaele



Che cosa manca allora? Possibilmente tutto il resto, o meglio quello che più preme: questa infatuazione tra il monaco e la suora dirimpettaia non si accende, ma, e ora rischiamo di finire in un circolo vizioso, è Stathoulopoulos stesso che non sembra affatto interessato ad aizzare tale sfera sentimentale, e al contempo il possibile nucleo di tutto, lo scontro amore-fede, la carnalità versus la spiritualità, viene appena sfiorato (c’è solo una sequenza dove in un crescendo di campane si intuisce il potere inquisitorio del convento verso la suora) sviando altrove, anche oltre la desacralizzazione (solo una pala che alla fine ha “smarrito” i due soggetti laterali) e la blasfemia (ci si può indignare per due religiosi che copulano? Ma andiamo!), specchiandosi nello stile (senza infastidire) e celebrando la geografia. Uno ieratico Stathoulopoulos (ieraticamente concentrato dall’inizio alla fine ad esclusione della sequenza in cui viene sventrata una capra) regala Immagini, cellule indispensabili del mosaico-cinema, non ce lo aspettavamo in modo così potente tanto che la sorpresa ripiana le eventuali mancanze. Adesso pare che si sia stabilito a Los Angeles e che voglia girare in America, noi, manco a dirlo, lo attendiamo ad occhi ben aperti.

…Le réalisateur arrive toutefois à garder celui-ci attentif grâce aux animations qui dynamisent, structurent et redonnent de l’intérêt à l’histoire. Ces différents passages offrent un aspect visuel et graphique intéressant, tout en apportant une note d’originalité, qui compense la médiocre performance des acteurs. Spiros Stathoulopoulos signe donc ici un film d’auteur très spirituel et contemplatif, où la passion semble malheureusement avoir été oubliée, que ce soit celle de la chair ou celle de la spiritualité.

Spiros Stathoulopoulos développe une histoire universelle, loin des univers modernes et étranges de ses collègues, mais mêlant diverses techniques. Il retrace des rituels rassurants, dépeignant le risque de perdition (sous les rochers s'ouvrent les enfers...), tout comme la beauté de la passion. Il se permet, au travers des dialogues, de prendre également un minimum de recul par rapport aux écrits religieux (voir l'ignoble conte sur St Jacob). Indéniablement, son film possède une étrange beauté qui imprègne la rétine comme le subconscient. Plus qu'il ne passionne réellement, « Meteora » capte notre imaginaire et nous embarque dans un somptueux et sombre tableau, dont l'animation touche au sublime.

 Très respectueux du phénomène religieux, le réalisateur n’hésite pourtant pas à montrer la vie des moines comme un long chemin de croix où le doute s’insinue comme un lent poison. Le fait de montrer une nonne tentée par l’onanisme, ou même de filmer l’accouplement entre deux religieux pourrait d’ailleurs passer pour de la provocation facile. Il n’en est rien grâce à une juste distance qui permet d’éviter toute forme de voyeurisme et de complaisance. La scène charnelle entre les deux protagonistes parvient même à signifier qu’il s’agit ici d’Adam et Eve découvrant pour la première fois l’extase mystique de l’Amour. C’est bien l’ascèse de la mise en scène, largement redevable des expériences austères de Bresson, qui permet de faire ressentir les aspirations des personnages, ainsi que leurs doutes légitimes. De quoi faire de Météora une expérience unique, mais qui s’inscrit également dans le sillage des œuvres les plus exigeantes de Bresson, Antonioni et consorts.

Meteora è un complesso di monasteri ortodossi sospesi sulla sommità dei monti della Tessaglia. In questo scenario si sviluppa la storia tra un monaco greco e una suora russa. Rintanati all’interno dei loro monasteri, conducono le loro giornate tra preghiere a dio, vita monastica e sporadiche visite in paese. Questa ripartizione dello spazio tra alto, medio e basso viene sfruttata da Stathoulopoulos per la raffigurazione dell’arbitrarietà del peccato. Tramite le discese dei protagonisti e i loro successivi incontri, il regista arriva infatti a problematizzare la spiritualità nella forma più dogmatica ed estrema. Dapprima amici e confidenti, i due monaci combattono una disperata lotta tra il voto di castità e la passione; un conflitto che li condurrà alla scoperta del corpo e alla consumazione di un rapporto carnale…

…La meilleure idée de Météora est son utilisation de l'animation. Reprenant l'esthétique des icônes orthodoxes, elles illustrent à la fois ce qui est et ce qui se dissimule, elles offrent un souffle géant dans un récit ultra-minimaliste. On y perçoit les enfers, on se noie dans une marée de sang. Ce trait d'union entre ce qui est ressenti, ce qui est réprimé et ce qui se passe renforce l'étrangeté de cette œuvre. Mais ce n'est pas la seule étrangeté, voir l'effet de surprise lorsque le présent surgit dans cette histoire qui semble se dérouler il y a des siècles. Le quotidien trivial débarque comme les cabris dévalent la montagne et rentrent dans le réel la tête la première. Même chose pour les sentiments des deux amants, retenus jusqu'à ce qu'ils finissent par tout submerger. Si la gestion du tempo reste inégale, si le film peine à être réellement bouleversant, il reste une expérience singulière dont on se souviendra.


…In netto contrasto con le sequenze più scenografiche di Metéora, oltre che quelle più sensuali e ricercate, si alternano le scene che mostrano le giornate di Theodoros, in particolare i suoi incontri con un contadino locale che, come in un documentario, parla a ruota libera di sè, delle sue piante e degli animali e suona il flauto. Se nelle intenzioni del regista c'era la volontà di creare un contrasto tra l'elevazione dello spirito e dei sensi e la noiosa semplicità terrena, il tentativo non sembra propriamente riuscito, perché in questo modo ne risentono la compattezza del film e l'attenzione dello spettatore.
da qui

4 commenti:

  1. Visto proprio la settiamana scorsa. PVC-1 è stata una botta incredibile e anche questo, seppur completamente diverso, l'ho apprezzato assai. Bellissimi gli inserti animati e straordinaria l'ambientazione. Un film che accresce con il tempo, da rivedere!

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    1. vero, penso sia un film che crescerà a una seconda visione, è più ricco di come sembra

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    2. Mi riprometto sempre di vederlo ma alla fine non lo faccio mai, eppure credo che sia più sulle mie corde di "PVC-1"

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  2. è tutta un'altra cosa, ed è bravo Spiros Stathoulopoulos a non ripetersi.
    altri avrebbero fatto PVC-2:)

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