martedì 19 novembre 2013

20 novembre 1975, arriva in sala “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, di Milos Forman

Prima dell’inizio delle riprese  Milos Forman proiettò agli attori “Titicut Follies”. girato nel 1967 da Frederick Wiseman, in un manicomio giudiziario, censurato fino al 1992 per un ordinanza restrittiva emessa dalla Corte Suprema del Massachusetts che lo riteneva una violazione della privacy dei detenuti, l’unico film censurato per motivi non di oscenità, né di sicurezza pubblica. È un film abbastanza forte, se qualcuno ne scrive così: “Qui siamo di fronte all’orrore delle istituzioni, dell’uomo sull’uomo, qualcosa di simile a certi documentari sul nazismo che vi sarà capitato di vedere.” (da qui). Doveva avere le idee abbastanza chiare, Milos Forman.

In Svezia rimase in programmazione nei cinema dal 1975 al 1987.

Kirk Douglas, che a teatro nel 1963 impersonava McMurphy (impersonato poi da Jack Nicholson) aveva comprato i diritti per il film prima della pubblicazione del libro e aveva scelto Milos Forman per la regia quando il regista stava ancora a Praga.

Milos Forman scelse di avere un attore famoso e gli altri solo attori sconosciuti, affinché riconoscessero naturalmente il ruolo di leader di Jack Nicholson.
La 20th Century Fox avrebbe distribuito il film solo se alla fine McMurphy fosse sopravissuto, ma il finale non fu riscritto.

Il titolo deriva da un verso di una canzone per bambini, il testo completo si può leggere nel libro di Ken Kesey, che ha scritto una sceneggiatura per il film, ma Milos Forman la rifiutò, perché Ken Kesey voleva che, come nel libro, la storia fosse raccontata da Chief Bromden, l’indiano nel film.
Ken Kesey affermò di essersi sempre rifiutato di guardare il film per tutta la vita.

(Ken Kesey è il tipo che scrisse: “Qual è il compito dello scrittore nell’America contemporanea? Non ne sono sicuro, ma faccio un esempio.
Uno di questi giorni starai camminando per strada e, all’improvviso, vedrai una luce. Guarderai dall’altra parte della strada e, in piedi all’angolo, vedrai Dio. Saprai che è Dio perché avrà una chioma gonfia e ricciuta contornata da un’aureola, come Gesù, avrà occhietti a mandorla come Buddha, e un sacco di spade appese al cinturone, come Maometto.
E ti dirà: – Vieni a me. Attraversa la strada e vieni a me. Oh, vieni a me, manderò le Muse a sussurrarti all’orecchio che sei il più grande scrittore di sempre, meglio di Shakespeare. Vieni a me, avranno tette come angurie e capezzoli come mirtilli. Vieni a me. Non devi fare altro che cantare le mie lodi.
Il tuo compito è rispondere: – Vaffanculo, Dio. Vaffanculo. Vaffanculo. Vaffanculo.
E’ compito tuo, perché nessun altro lo farà. I nostri politici non lo faranno. Nessuno, a parte lo scrittore, lo farà. Nella storia vi sono tempi in cui vanno cantate le lodi del Signore, ma non adesso.
Adesso è tempo di dire: – Vaffanculo. Non m’importa chi era tuo padre. Vaffanculo.
E poi, tornare a scrivere.”)
qui per approfondimenti


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