giovedì 19 gennaio 2012

Repo men - Miguel Sapochnik

niente di speciale, c'è Forest Whitaker, una storia di riscossione crediti un po' più cruenta del solito, quelli di Equitalia sembrano signori, al confronto.
il resto è quello che ti aspetti - Ismaele


… L’esagerazione satirica di alcune situazioni rivela, con l’insipienza della messa in scena, un atteggiamento ipocrita e morboso, la vergogna per la stessa violenza parossistica che provocatoriamente si vuole mostrare.
E “provocatoriamente” implica già attribuire velleità di distopia sociologica che una baracconata simile brucia nell’arco di dieci minuti.
Un tuttavia resta ed è costituito da una sequenza, l’unica sequenza efficace, forte, perversa, con echi di Cronenberg, che tenta di spostare verso l’alto la barra della rappresentabilità dei feticismi moderni, miscelando sangue, sesso e chirurgia, una versione hardcore di “Nip & Tuck”, che per alcuni minuti ipnotizza e dimostra che il regista ha riversato tutta la sua concentrazione su quella scena, perchè se c’è un motivo di esistere per “Repo men” è quello di girare intorno a questo fulcro emotivo fatto di squarci anatomici senza anestesia, di mani che si infilano nelle interiora per inserire un lettore di codici a barre, di abbracci fra rivoli di sangue e dolori indicibili, di movimenti di camera che abbracciano e guardano e godono mentre la penetrazione diventa dissanguamento ed autopsia.
Uno screenplay che si fosse preoccupato del rigore logico, che non venisse chiuso in modo adolescenziale e neuromantico (senza motivo) e una dose di vero coraggio e talento visivo, e “Repo men” avrebbe avuto le carte in regola per essere lo shocker dell’anno.
Purtroppo rimane in mano un cerino che si spegne in fretta e brucia solo per alcuni attimi.

"Repo Man" is a gore and violent film with a predictable plot. The story has a poor description of this futuristic society, where a corporation has the power of God, tricking clients and using abusive means to retrieve the prostheses from those that do not pay the bill. When we see the line of production, it is hard to believe that the prostheses are so expensive that the company needs to retrieve them. If the intention is to intimidate the clients to pay, this type of marketing would never work. Therefore, the principle of the story is stupid and contradictory. The conclusion is totally predictable and disappointing. My vote is six.
A parte il finale abbastanza a sorpresa, è un action-movie futuristico abbastanza brillante e dinamico, che ha però nella prevedibilità la sua peggior caratteristica, con il recuperatore che poi si ritroverà ad essere uno da recuperare e quindi lotterà contro il sistema che rappresentava, ecc... . Tutto sommato non male per impegno neuronale minimo, buono per una visione disimpegnata in tutto relax. Non fosse per la violenza anche sanguinosa di alcune scene (quelle che mi sono più piaciute, s'intende) ottimo anche per una prima serata su tv generalista, molto meglio della media di roba che mettono di solito in palinsesto…
Al discorso centrale su una diffusa mancanza di umanità e alla costruzione di un meccanismo a suspense rivisto, ma tutto sommato efficace si somma l’insistita esplorazione dei corpi: l'efferata eppure sensuale sequenza del pre-finale tra Jude Law e Alice Braga, i continui dettagli delle asportazioni, i trapianti, le operazioni di fortuna. Tra la voce off del protagonista che ci guida in un paesaggio già follemente vicino e le interpretazioni di una buona squadra di attori, la pellicola non lesina azione, violenza e un certo numero di scene riuscite, specialmente nel primo terzo. Sebbene i palazzi fatiscenti, gli angoli bui e le luci artificiali siano gli stessi apparsi in mille altri visioni fantascientifiche, l'opera prima di Sapochnik ha la precisa identità del film medio.
L'idea - ottima, sulla carta - del recupero crediti legato agli organi - ho i brividi solo a pensare a cosa avrebbe potuto fare con un soggetto simile il Park Chan Wook dei tempi d'oro - viene così progressivamente svilita dai più banali sviluppi che si possano immaginare: l'antieroe è in realtà un brav'uomo vessato dalla moglie nonchè amico fedele e dipendente modello, la sfortuna e il caso lo portano ad empatizzare con chi, prima, lo stesso toglieva senza troppi problemi di mezzo per portare lo stipendio a casa, sopraggiunge la consueta crisi di coscienza legata a doppio filo con l'abbandono da parte della moglie, arrivano a ruota la rottura con il sistema, la crisi con l'amico di una vita, il consueto nuovo e tormentato amore. 
Tutto prima di rompere culi a destra e a manca per riportare l'ordine e la giustizia.
Troppo facile, così.
E anche quando il colpo di scena conclusivo pare riportare su un binario interessante l'intera pellicola si resta comunque perplessi sul perchè non si potesse far durare il tutto una buona mezzora in meno e con la sensazione, in qualche modo, di essere stati presi in giro con un gioco di specchi che è ben lontano dall'essere lo stesso di The prestige.
Nolan, ecco un altro nome che avrebbe fatto faville, con materia come questa.
Peccato davvero che, dietro la macchina da presa, ci fosse Miguel Sapochnik, che il massimo cui potrà aspirare, sarà continuare a dirigere episodi del Dr. House.
Troppo facile, davvero...

2 commenti:

  1. Era tra le cose da vedere. Mi sa che gli facciamo scendere qualche gradino a questo punto. Gentilissimo ;)

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    1. mica si può vedere solo capolavori, capitano anche film normali, ma c'è di peggio:)

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