venerdì 18 settembre 2015

The Roe’s room (Pokój saren) – Lech Majewski

l'ho visto da qualche giorno, è vero che non ricordo la storia, quella non c'è, ma forse non è la cosa più importante.
qui Lech Majewski è agli inizi e questo è un film per la tv, che la TVP (televisione di stato polacca) ha prodotto, e questo è un miracolo, che da noi è da molto che non si verifica, una televisione che finanzia un'opera d'arte.
le immagini sono dei quadri in movimento, la camera del regista si sposta per abbracciare un enorme quadro, pezzo a pezzi, e fissare qualche dettaglio in movimento.
poi Lech Majewski farà anche storie più comprensibili, ma qui no.
guardare le immagini di questo film e ascoltare la musica insieme è un'esperienza che davvero merita, è un'altra cosa.
potete provare, poi direte se vi è piaciuto, o anche no, chissà.
a me è piaciuto molto - Ismaele





Se la morte è la certezza dell'uomo materiale la solitudine di fronte all'immenso è quella dell'uomo spirituale che si mette da parte, introspettivo spettatore, ed osserva ciò che avviene, guarda l'esterno per guardarsi all'interno, sanguina nei punti fermi imposti, gioisce degli spazi non confinabili nemmeno dai muri di una casa da dove non esce mai e nella quale la natura, la vita prenderà inarrestabile il sopravvento sventrando i muri partendo da un germoglio rampicante, non un impalpabile cielo ma una prateria in una stanza mondo, da falciare per resistere ancora senza cedere alla materia e continuare la ricerca del grande significato, che puoi intravedere e non cogliere ché se lo cogli lo descrivi e se descrivi la bellezza che è la grande legge è come se la distruggessi, non c'è staticità in quel mondo elevato e puoi solo accomodarti passeggero su quell'onda, e goderne fino all'ultimo saluto che sarà come il primo vagito su un candore di neve...

…all’innegabile bellezza visionaria di alcune situazioni, non posso non rimarcare quello che per me è un difetto macroscopico: non c’è una storia, non c’è il racconto. Sono solo tanti quadri, anche belli per carità, messi in sequenza. In altre parole non esiste una trama, e senza una logica nell’intreccio degli eventi accade che un autore possa sbizzarrirsi nell’inserire le stranezze più strane che gli vengono in mente, come chessò… mettere dei cerbiatti che brucano l’erba nella casa…

"Majewski's normal multi-tasking takes on even greater dimensions in his absolutely singular 'autobiographical film opera'. Writing (libretto and music), directing and designing this often limpidly beautiful 'cycle of life' parable, he conjures some remarkable images out of an extremely contained spatial and thematic environment…One of a kind." Gareth Evans, Time Out London

"A fantastical, haunting tale set in a house where nature fuses with - and eventually consumes - the lives of a family." Laurence Kardish, Senior Curator, New York Museum of Modern Art

"A modern visual arts masterpiece!" Ruben Guzman, Curator, Buenos Aires Museum of Fine Arts

"Fascinating film. Extraordinary imagination." Pierre-Henri Deleau, Biarritz International Festival of Audiovisual Media

"A visionary and musical poem. A profound, subtle and very original movie." Claude Chamberlan, Montreal International Film Festival

"There is a strange, entrancing beauty to the images and music in 'The Roe's Room'. Majewski creates striking visual tableaux that possess a memorable, haunting quality." Brendan Kelly, Variety

"Henri Langlois Association presents two equally unique film masterpieces at Cinema Accatone in Paris: the somber 'Film' by Samuel Beckett, and hypnotic 'Roe's Room' by Lech Majewski."
Allan Riou, Le nouvelle Observateur

"Disturbing and visionary." Carlo Montanaro, La Nuova di Venezia

Ultimately pretentious operatic musical about various aspects of a family unit with the various forces in it represented as natural symbols. Family life is explored through four seasons, with plants growing through walls, fountains coming out of dinner tables, weeds growing in the house, deer eating grass, the son attempting to eat grass, sex, mundane household chores or activities, a paternal influence, a maternal presence, etc. All this is shown with slowly moving artsy visuals while the opera sings about what we see. For fans of movies like Cremaster only.

4 commenti:

  1. Ecco un altro tra i migliori Majewski. Poesia pura!
    ... ormai credo non ti manchi molto di suo da vedere ;)

    RispondiElimina
  2. in realtà, dopo "Onirica" è solo il secondo che vedo :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Devo essermi rincoglionito, ora che ci penso però, probabilmente mi confondevo con Makavejev...

      Elimina
    2. sì, di Makavejev ne ho visto 5 o 6 :)

      Elimina