domenica 24 agosto 2025

The innocents - Eskil Vogt

Eskil Vogt è stato sempre lo sceneggiatore di Joachim Trier, per esempio in Thelma, film che ha qualche importante somiglianza con The innocents.

nella pacifica Norvegia non tutto è come sembra, un gruppo di bambini, due sorelle bionde di sangue norvegese (Anna e Ida) e un bambino (Ben) e una bambina (Aisha), figli, probabilmente, di rifugiati (da Somalia e Siria?), si trovano a giocare insieme nel parco sotto casa.

e però i bambini hanno dei superpoteri (cattivi?) che usano alla grande, à la guerre comme à la guerre.

all'inizio vediamo che Anna, una bambina autistica, interagisce con Aisha, si leggono nel pensiero, e Anna comincia anche a parlare.

e poi comincia una guerra senza pietà, nessuno capisce cosa succede, solo i bambini (e noi che vediamo il film) capiscono.

è una lotta senza quartiere, questione di vita o di morte.

un film che inquieta, e che ti ricorderai per molto tempo.

gli innocenti del titolo non sono così innocenti, vedrai.

un film da non perdere, davvero un gran film.

buona (innocente) visione - Ismaele




QUI si può vedere il film completo, su Raiplay

 

 

 

The Innocents è spietato, non c’è modo migliore per definirlo. Spietato con noi spettatori e con i suoi piccoli -bravissimi-protagonisti che da villain diventano vittime e carnefici perdendo il controllo. Poche scene, in realtà, sono esplicitamente cattive, eppure così intense da spargere a macchia d’olio un’inquietudine che mal si sopporta. Una certa pazienza bisogna averla nell’approcciarsi al film di Vogt, perché è un film in crescendo che segue minuziosamente i piccoli diavoli e ne costruisce un background affascinante e triste allo stesso tempo, così da fondare il loro comportamento su una scrittura solida e non lasciata al puro divertimento di combinare guai in giro per la città. Condividono, oltre a capacità fuori dal normale, una situazione familiare decisamente non delle migliori. Le figure genitoriali non sono un reale punto di riferimento e, nello specifico caso di Ida e Anna, quando si ricordano d’essere un padre e una madre dedicano molto più tempo alla seconda perché malata e bisognosa di più attenzioni. Questa mancanza è un collante che li unisce e che li spinge a passare insieme le giornate ad “allenare” con un certo sadismo i poteri extrasensoriali che possiedono.

Il film è sostanzialmente questo, un viaggio nell’ignoto che i bambini compiono alla scoperta di sé stessi. Musica, ambientazione e la capacità del direttore della fotografia di catturare il meglio della luce tiepida norvegese concorrono alla creazione di un’atmosfera misteriosa, paurosa a piccole dosi, ma da cui è impossibile distogliere lo sguardo. The Innocents omaggia nel titolo anche il film omonimo di Jack Clayton del 1961, un capolavoro di suspense e paura da cui Vogt ha sicuramente imparato molto. È presumibile anche che sia fan del cinema di genere, perché un’opera così sofisticata non si tira su senza una conoscenza pregressa di specifiche regole. Ci fossero più film horror della stessa fattura al giorno d’oggi, il genere respirerebbe più spesso aria così fresca e salutare.

da qui

 

Dal punto di vista tecnico il film è girato benissimo. La telecamera è posta costantemente ad altezza bambino, per immergerci proprio in quel contesto di vita dato che, come detto, i grandi sono figure di contorno (che non saranno comunque risparmiati, alcuni vittime inconsapevoli dei poteri dei loro figli). La fotografia è gelida, (del resto ci troviamo in Scandinavia) perfetta per comunicare la freddezza e l’impassibilità dei piccoli protagonisti di fronte alla violenza. La musica è perfetta, fatta di linee leggere al synth con virate verso partiture dai toni bassi che accompagnano le scene più inquietanti. Ma è su quello che dicevo all’inizio che il regista, Eskil Vogt (autore anche dell’ottima sceneggiatura), dimostra la sua bravura, ovvero la costruzione delle suspence attraverso dei tempi di montaggio perfetti e grazie a delle inquadrature ansiogene.
The Innocents è un film che inquieta e spaventa, perché quando si tratta di unire la figura dei bambini a concetti quali cattiveria, violenza e, in generale, al male, veniamo scossi nel profondo, giudicando la cosa così innaturale. In realtà non è un pensiero così blasfemo e questo film lo dimostra in modo intelligente, del resto il lato oscuro è in ognuno di noi, e ci accompagna dalla nascita  fino alla morte.

da qui

 

Al cospetto di direttive che guardano di buon occhio all’omologazione, imponendo direttamente/indirettamente dei paletti che da consigliabili stanno diventando invalicabili, con il senso del pudore che viene osservato con deferenza/timore (talvolta senza crederci), è sempre più raro imbattersi in modelli/dettami/idiomi in grado di percorrere sentieri che siano a tutti gli effetti alternativi. In abbinamento, una propensione al coraggio, accompagnata da una consapevolezza senza la quale sarebbe tutto inutile a prescindere e solamente controproducente, è una mercanzia praticamente introvabile su piazza.

Per quanto vada preso con le pinze, The innocents riesce nell’impresa di entrare in questa esclusiva categoria. Non concede contentini di sorta (se non parziali e destinati a essere disintegrati alla prima occasione), non ha la benché minima indecisione (sfidando il buon senso) e non scende a compromessi con la sensibilità comune, con tutto ciò che questo significa/implica…

da qui

 

Carbura lentamente e senza troppi eccessi impetuosi il thriller di Vogt, che sembra abbracciare il pruriginoso esistenzialismo infantile sconfinando, non di rado, in territori horror dalle evidenti venature metapsichiche. Restano gli sguardi, i silenzi, i gesti abnormi di giovani esseri “indifesi”, uniti da piccoli squarci di realtà ma divisi da grandi contese ataviche. Bello.

da qui

 

Il film - quasi una storia di genesi di piccoli incontrollabili supereroi divisi tra un bene ancora sconosciuto o scarsamente decifrabile ed un male con cui si sperimentano le proprie caratteristiche più recondite, dinanzi ad un mondo sempre superficiale e materiale fatto di adulti troppo distratti ed afflitti ognuno dalla propria caotica vita - è strutturato come un thriller incalzante e sufficientemente realistico per risultare coinvolgente ed in grado di inquietare, sentimento che già traspare dal sinistro ma accattivante manifesto scelto per pubblicizzarlo.

da qui

 

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