Alberto Sordi e Silvana Mangano sono i protagonisti di tutti e cinque gli episodi, girati da registi bravissimi, che valorizzano i due interpreti.
alcuni episodi sono eccezionali, gli altri solo molti belli.
da non perdere, promesso.
buona (Mangano-Sordi) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film completo
Davvero un buon film ad episodi, tutti
magistralmente interpretati da Sordi e dalla Mangano; tra i vari episodi, tutti
comunque di buon livello, spiccano Comencini e Bolognigni che, con i loro
"Eritrea” e “Luciana” fanno riflettere, appassionano e rendono tristi,
perchè si tratta comunque di capitoli evidanziati da una sottile malinconia.
Non male nemmeno Brass però, breve ma incisivo.
Il film a episodi furoreggiava nei 'mitici' anni '60; poi questo modo
di fare cinema, che ha prodotto anche buoni risultati, si affievolì fino alla
scomparsa quasi totale.
Il problema è come sempre la frammentarietà di tali operazioni che
generano episodi riusciti, alternati ad altri irrisolti.
'La mia signora' si avvale di tre autori, Tinto Brass e Mauro Bolognini
con due episodi a testa e Luigi Comencini con uno e interpretati, nelle vesti
di protagonisti, da Silvana Mangano e Alberto Sordi...
LA MIA SIGNORA è una delle migliori commedie
a episodi degli anni sessanta. Non è un semplice veicolo per la comicità di
Alberto Sordi e il talento di Silvana Mangano ma qualcosa di più. E’ la sintesi
della loro straordinaria bravura, compendio perfetto delle loro tante
sfaccettature interpretative…
…La mia signora è innanzitutto un omaggio alla Mangano nella
sua stagione più rigogliosamente bella, e attraverso i cinque episodi del film
(tutti di buona fattura) si (auto)proclama donna simbolo degli anni
sessanta. Affiancata dal re di quel periodo, Alberto Sordi (che ha sempre
affermato di aver coltivato una profonda amicizia con la Mangano), si fa
rappresentare in diverse vesti, vuoi petulante moglie con la fissa degli
uccellini e vuoi prostituta illusa, vuoi donna di enigmatica pignoleria e vuoi
giovane moglie sfinita ed annoiata e vuoi fedifraga repressa. Il migliore è il
secondo perché forse più completo e malinconico (di Comencini), ma non si
sottovaluti il beffardo cinismo del primo, l’ermetismo buffo del terzo, la
romantica freddezza del quarto e la tragicomica finale. Un film che è anche una
dichiarazione d’amore, o almeno di ammirazione, come lo sarà Le streghe, più pericolosamente singolare.
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