giovedì 7 agosto 2025

La mia signora - Tinto Brass, Mauro Bolognini e Luigi Comencini

Alberto Sordi e Silvana Mangano sono i protagonisti di tutti e cinque gli episodi, girati da registi bravissimi, che valorizzano i due interpreti.

alcuni episodi sono eccezionali, gli altri solo molti belli.

da non perdere, promesso.

buona (Mangano-Sordi) visione - Ismaele

 

 

QUI si può vedere il film completo

 

Davvero un buon film ad episodi, tutti magistralmente interpretati da Sordi e dalla Mangano; tra i vari episodi, tutti comunque di buon livello, spiccano Comencini e Bolognigni che, con i loro "Eritrea” e “Luciana” fanno riflettere, appassionano e rendono tristi, perchè si tratta comunque di capitoli evidanziati da una sottile malinconia.
Non male nemmeno Brass però, breve ma incisivo.

da qui

 

Il film a episodi furoreggiava nei 'mitici' anni '60; poi questo modo di fare cinema, che ha prodotto anche buoni risultati, si affievolì fino alla scomparsa quasi totale.

Il problema è come sempre la frammentarietà di tali operazioni che generano episodi riusciti, alternati ad altri irrisolti. 

'La mia signora' si avvale di tre autori, Tinto Brass e Mauro Bolognini con due episodi a testa e Luigi Comencini con uno e interpretati, nelle vesti di protagonisti, da Silvana Mangano e Alberto Sordi...

da qui

 

LA MIA SIGNORA è una delle migliori commedie a episodi degli anni sessanta. Non è un semplice veicolo per la comicità di Alberto Sordi e il talento di Silvana Mangano ma qualcosa di più. E’ la sintesi della loro straordinaria bravura, compendio perfetto delle loro tante sfaccettature interpretative…

da qui

 

La mia signora è innanzitutto un omaggio alla Mangano nella sua stagione più rigogliosamente bella, e attraverso i cinque episodi del film (tutti di buona fattura) si (auto)proclama donna simbolo degli anni sessanta. Affiancata dal re di quel periodo, Alberto Sordi (che ha sempre affermato di aver coltivato una profonda amicizia con la Mangano), si fa rappresentare in diverse vesti, vuoi petulante moglie con la fissa degli uccellini e vuoi prostituta illusa, vuoi donna di enigmatica pignoleria e vuoi giovane moglie sfinita ed annoiata e vuoi fedifraga repressa. Il migliore è il secondo perché forse più completo e malinconico (di Comencini), ma non si sottovaluti il beffardo cinismo del primo, l’ermetismo buffo del terzo, la romantica freddezza del quarto e la tragicomica finale. Un film che è anche una dichiarazione d’amore, o almeno di ammirazione, come lo sarà Le streghe, più pericolosamente singolare.

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