sabato 2 agosto 2025

La veduta luminosa – Fabrizio Ferraro

Catarina ha il compito di condurre Emmer a un incontro con il di lei producer.

ma non sarà un viaggio facile, Emmer (per bocca del quale parla Holderlin) ha i suoi percorsi, e costringe Catarina a camminare per i boschi, lasciando la macchina da qualche parte.

un film poetico, nel quale non si deve cercare altro che la poesia e la libertà.

un film diverso dal solito, come Fabrizio Ferraro ci ha sempre abituato.

buona (nella natura) visione - Ismaele


 

QUI il film completo, su Raiplay

 

  

L’avanzare della mdp alle spalle dei protagonisti intervallata con l’uso della soggettiva, lasciano che si entri nel centro più riposto e inimitabile della soggettività, costituito dallo sguardo, dalla maniera di creare una relazione indissolubile tra naturale a antropico. Il poeta si firmava Scardarelli, nella sua quiete follia. La sua follia se l’era meritata, mentre oggi ce ne sono di pazzi che non la meriterebbero quella follia. Ferraro invita a guardare nell’aperto, cercando ciò che è nostro, per quanto lontano. Come il suo personaggio errante, Emmer, cerca ciò che nostro per quanto lontano, dormendo nel bosco, ai piedi degli alberi, attraversando trasparenze e immagini fuori fuoco.
Gli Dei sono fuggiti, il mondo è disertato dal divino, tuttavia un fuoco ci trascina, nonostante tutto, c’è questa urgenza, domanda che preme nel profondo, una domanda che ci impone a cercare ciò che è più propriamente nostro. Cercare il dove, il da dove. Quel domandare osa scavalcare l’ultimo orizzonte per porci all’aperto, nello spazio sconfinato. Figli del caso verso la dissipazione. Ma la verità è una sola? La verità va declinata. Emmer non incontra una pietra di inciampo, ma nel suo cammino si attende qualcosa, l’assurdo in cui lo sguardo naturalistico, ferocemente indifferente, si fonde con lo sguardo tragico, di boschi neri a rivestire una terra di dolore, una terra nuda, da una veduta luminosa.

da qui

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