un prete, malvisto dalle autorità ecclesiatiche e alla fine arrestato dai militari, in Messico, vive di niente, di elemosina, ma quella che dà e più di quella che riceve, come Gesù si accompagna a prostituìte, che scandalo!
un film che non ti stanchi di vedere, denso di significati, Buñuel è davvero unico, un film da non perdere assolutamente.
buona (cristiana) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film completo, in italiano o in spagnolo
Buñuel e la lezione di carità di “Nazarín”
- Goffredo Fofi
Mentre in Italia una cultura in
fatto di storia del cinema è impossibile farsela, per le nuove generazioni
(anche per il disastro di un sistema scolastico che andrebbe “revisionato” da
capo a fondo), con la sola eccezione della splendida attività della Cineteca di
Bologna, capita altrimenti altrove, per esempio a Parigi, dove sono attive due
cineteche con programmazioni quotidiane, e sono tuttora tante le cosiddette
sale d’essai. Capita dunque di rivedere, in nuove edizioni e su grande schermo,
i grandi titoli del passato, e tra questi ho avuto la fortuna di poter rivedere
Nazarín di Luis Buñuel, uno dei film che in passato mi hanno più sconvolto e
dato da pensare. È un film messicano del 1958, tratto da un romanzo di Benito
Pérez Galdós del 1895 (ne conosco un’edizione italiana di Avagliano,
recuperabile tramite internet), l’autore da cui il regista trasse anni dopo,
stavolta tra Francia e Spagna, un altro capolavoro, Tristana.
Perché Nazarín è uno dei film che
più mi mise in crisi e mi dette da pensare, quando lo vidi la prima volta tanti
anni fa, proprio a Parigi, dove avevo seguito per diversi anni i miei che vi
erano immigrati per sopravvivere? Perché raccontava anche certe mie fantasie
giovanili e le metteva in crisi. Nazarín è un giovane prete che, nella
periferia di Città del Messico al tempo della dittatura porfiriana, come altri
prima di lui vuole imitare il Cristo e si fa mendicante e pellegrino per le
strade del Messico, raccogliendo involontariamente intorno a sé un piccolo
gruppo di disastrosi fedeli, un nano, due prostitute eccetera. Nonostante la
sua riluttanza in alcuni villaggi trova chi lo venera come una specie di santo,
di guaritore. La sua sconfitta maggiore è quando vuole assistere una giovane
moribonda, che invece della consolazione divina invoca il suo uomo e vuole
ancora, fino alla fine, abbracciarlo (è un episodio che cita Sade), ma in
generale il suo ostinato far del bene non porta serenità ma gelosie e
opportunismi nel piccolo gruppo dei seguaci, ed è visto con ostilità dalle
autorità dei villaggi finché non viene arrestato, perché in suo nome accadono
liti e disgrazie. Ed è allora che, lungo la strada in cui è portato a piedi e
ammanettato da una prigione a un’altra, quando una contadina che porta una
cesta al mercato gli fa la carità di un frutto, che Nazarín capisce il senso
vero della carità, nella solidarietà degli umili. Buñuel detestava l’uso della
musica nei film, considerandolo una sorta di ricatto sui sentimenti degli
spettatori, ma a questa scena unì il suono improvviso ed esplosivo dei tamburi
della settimana santa del suo paese natale, Calanda,
e noi capiamo dal volto di Nazarín che egli infine ha rinunciato all’orgoglio
di una presunta santità per l’accettazione della lezione più vera della carità
tra umili. Molti hanno ragionato su questo finale, uno dei più intensi, e sì,
educativi, dell’intera storia del cinema. La sceneggiatura del film
si può leggerla in Sette film di Luis Buñuel, che curai per Einaudi tanti anni
fa con l’aiuto dello stesso regista.
…Nazarin è un film impegnativo come tutte le opere di Buñuel,
che non lascia inerte lo spettatore, perché lo spinge in ogni momento a
domandarsi quale sia il significato di ciò che vede sullo schermo, anche se
spesso (per sadica volontà surrealista del regista) un significato preciso non
c'è. Nazarin è comunque un film importante che può in un primo momento
spiazzare lo spettatore (è tratto da un romanzo realista; sembra prefigurare
un'adesione di Buñuel al cristianesimo), ma con un po' d'occhio si può
riconoscere il Buñuel migliore, quello del "grazie a Dio sono ateo",
che con il film successivo, Viridiana (1961) chiarirà meglio ciò che pensa
della religione rivelata (ma si tengano d'occhio i preti che Nazarin incontra
durante il film). Nazarin è un film notevole anche dal punto di vista
figurativo, fotografato superbamente dal maestro Gabriel Figueroa, che tiene a
mente le opere pittoriche di Velasquez, Murillo e Goya…
…Il protagonista interpretato Francisco Rabal è l'incarnazione di una
religiosità autentica, direttamente ispirata al messaggio evangelico, disposta
al sacrificio di sé e all'aiuto incondizionato al prossimo come valori-guida. Questa
concezione è avversata e addirittura perseguitata dal potere ecclesiastico
(viene rimproverato da un agiato prete “borghese” per il suo stile di vita
frugale e pertanto indegno di un sacerdote; un alto prelato che si accompagna
ad un arrogante militare definisce addirittura Nazarín “eretico” per aver
affermato che un poveraccio ha la stessa dignità umana di un re). E' una figura
che ricorda San Francesco o lo stesso Cristo per la noncuranza delle
convenzioni sociali e delle apparenze (come accompagnarsi con due donne) che lo
espone agli attacchi di un moralismo che guarda solo alla facciata di
un'ipocrita presentabilità invece che alla sostanza delle condotte personali.
Nazarín è però distante anche dalla religiosità superstiziosa del
popolo e cerca di allontanare le donne dalle ingenue credenze sul malocchio ed
i miracoli per affidarsi più concretamente alla scienza medica. Questi
“ultimi”, come le prostitute, assassini, nani, seppur peccatori sono comunque
visti come depositari di un candore che li può avvicinare a Dio, come emerge
dalle domande, ingenue confusionarie, ma profonde e pungenti, che la fuggiasca
Andara pone a Nazarín (“Perché uno nasce? E come fanno
i pulcini a diventare proprio uguali alla gallina? E perché tre corvi portano
sfortuna e due fortuna? E mi dica, perché i topi così piccoli sono tanto vivaci
e le mucche così grandi sono tanto stupide? E un'altra cosa … perché facendo
l'elemosina ai preti le anime escono dal Purgatorio?”)…
Film connotato da una lucidità espositiva impressionante,
dove l’armonia complessiva di ambientazione, personaggi e storia raggiunge
livelli altissimi.
È poi così anticristiano il messaggio di fondo
di questo film? Certamente resta un film profondamente religioso, che impone
allo spettatore interrogativi complessi e destinati a risposte mai definitive.
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