il film racconta una storia triste, delle brave persone con un piccolo debito verso l'Erario (30mila o 50mila euro) sono costretti a fallire, a perdere tutto, giorno dopo giorno, anche la dignità.
la storia ha una struttura quasi documentaristica, perfettamente verosimile.
è terribile che le istituzioni pubbliche siano incapaci di gestire situazioni del genere, d'altronde non si tratta di comprare armi, con relative tangenti, ma di salvare vite, attività commerciali, persone.*
interpreti davvero convincenti, in un film da non perdere.
buona (triste) visione - Ismaele
*la politica italiana (composta di incapaci e ladri, per la maggior parte) non riesce (o non vuole) salvaguardare la vita e la dignità dei suoi cittadini, non esistono meccanismi semplici e chiari per risolvere i problemi, sono le leggi, dicono, come se quei maledetti (sempre per la maggior parte) politici non fossero profumatamente pagati per risolvere problemi.
Il film racconta la storia di
Giovanni e Anna, due coniugi sessantenni che hanno vissuto insieme
dignitosamente gestendo con passione la loro trattoria nella cittadina di
provincia in cui vivono. La crisi economica
che attanaglia il Paese non risparmia la loro attività e la coppia comincia ad
accumulare debiti con lo Stato a causa di una cartella esattoriale che non sa
come saldare. I due si sforzano di tirare avanti fino a quando l’Agenzia di
Riscossione dei Tributi dispone il pignoramento forzato della loro casa e la
successiva messa all’asta. Da questo momento per Giovanni e Anna comincia un
inesorabile calvario che li porta in breve tempo a perdere lavoro e casa,
compromettendo inevitabilmente la loro vita più intima. Trasferiti in una casa
famiglia dai servizi sociali, saranno costretti a vivere in camere separate e
in condizioni di degrado. Abbandonati al loro destino e ignorati dalla società,
i due coniugi non cesseranno di lottare per ricominciare a vivere, ma quando ad
essere messa in gioco sarà la loro dignità, sceglieranno una soluzione estrema.
Esistenze che vanno a rotoli,
corruzione e malaffare amministrativo, scartoffie e lungaggini burocratiche,
intimità spezzate. Un film per denunciare e, insieme, riflettere.
scrive il regista:
Mi
sono ispirato ad alcuni fatti di cronaca per raccontare un Paese ferito in
profondità dalla grave crisi economica che lo sta attanagliando da tempo e dove
chi paga il prezzo più alto sono i più umili. Gli ultimi. E' la cronistoria di
ciò che i protagonisti sono stati costretti a vivere in tre anni e mezzo della
loro vita insieme dietro l’indifferenza di un Sistema Stato che, anche con
superficialità, permette ingiustizie anziché tutelare e aiutare i propri
cittadini onesti. Tra il 2012 e il 2015 in Italia, 628 persone si sono tolte la
vita per cause legate direttamente al deterioramento delle condizioni
economiche personali o aziendali. Su un totale di 16,7 milioni di pensionati
italiani, quasi 8 milioni percepiscono meno di mille euro mensili e oltre 2
milioni meno di 500 euro. Nello stesso periodo sono state chiuse più di 450.000
aziende di cui 57.000 per fallimento. Gli ultimi dati del rapporto Istat
documentano un Paese con consumi calanti e famiglie impossibilitate a far
fronte a costi di cure ed esami diagnostici, pagare le bollette e il
riscaldamento, con povertà e rischio di esclusione che riguardano un quarto
della popolazione, ai livelli più alti d’Europa. Il rapporto segnala che in
Europa oltre alla disoccupazione cresce la precarietà, quella che sino a poco
tempo fa era uso edulcorare chiamandola flessibilità.
…La coppia Viviani/Ciangottini è perfetta nella parte,
l‘eterea fanciulla de La dolce vita, l’irraggiungibile
miraggio di purezza di Marcello, ora è diventata una donna provata, la tenera
compagna di traversie per Giovanni, uomo mite e incurvato dagli anni,
sopraffatto dalla perdita di ogni ancoraggio ad una vita normale.
In un crescendo che procede a piccoli passi inesorabili, Cattani avvolge i due protagonisti in una
tela di ragno sottile, i loro movimenti nella vicenda sono realtà pura, nessuna
sovrastruttura romanzesca a rompere il lento fluire di giorni senza prospettive
né speranze.
L’arrivo della soluzione estrema diventa così cronaca annunciata,
nessun soprassalto emotivo, togliersi di mezzo quando la vita ti rinnega non
può che essere l’unica via d’uscita.
Ed un mare grigio, freddo, invernale è sempre disposto ad accoglierti
se sei colpevole di povertà.
…Quello di Fabrizio
Cattani è uno dei film più tristi e senza speranza che si possano immaginare.
Eppure, il regista toscano non si crogiola mai nel calvario dei suoi due
protagonisti, non cerca la lacrima dello spettatore. Al contrario, si preoccupa
di raccontare, senza acrimonia o false ideologie, lo sfondo sociale nel quale
il disagio di questa coppia avanti con gli anni trova terreno: l'eccesso di
burocrazia, i licenziamenti facili, la corruzione, l'incapacità di ascolto
delle istituzioni, la delazione. Tutti elementi che compongono un mosaico di
apprezzabile compostezza e che enfatizzano l'incredibile dignità
dell'inossidabile coppia protagonista, nella quale Vittorio Viviani sembra
decisamente più a suo agio di Valeria Ciangottini.