sabato 29 novembre 2025

Orfeo - Virgilio Villoresi

ispirato a Poema a fumetti (di Dino Buzzati), Virgilio Villoresi gira un'opera originale e coraggiosa, un film di cinema con personaggi umani e insieme cinema d'animazione.

la storia è quella di un amore complicato, Orfeo s'innamora completamente di Berenice, ma la morte la reclama.

Orfeo, disperato, la cerca dappertutto, anche all'inferno, a suo rischio e pericolo, ma non importa, non accetta un'ingiustizia così grande.

nella sua discesa agli inferi, così terrestri e così umani, pieni d'inganni e di falsità, affronta ogni trappola, ogni trucco, lui cerca l'amore della sua vita.

una giostra di colori e di effetti speciali, tutti disegnati, accolgono e accompagnano lo spettatore di un film unico.

lo si può vedere solo in meno di venti sale, ma cercatelo, nessuno se ne pentirà.

buona (amorosa e infernale) visione - Ismaele



 

Orfeo è un esordio che colpisce per coraggio e identità. Nel suo intrecciare mito, artigianato, avanguardia visiva e un immaginario dichiaratamente personale, Virgilio Villoresi firma un’opera prima che non assomiglia a nulla nel panorama italiano contemporaneo. Un film che chiede di essere guardato con abbandono, più che interpretato, e che nella sua visione stratificata e sensoriale lascia intravedere la nascita di un autore vero: uno sguardo capace di rischiare, di costruire mondi e di credere nella potenza delle immagini.

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Orfeo è un pezzo di cinema di altissima qualità, ha il ritmo di un sogno ed è girato con tecniche artigianali e sperimentali insieme; soprattutto, ha il pregio di parlare di qualcosa che la cultura contemporanea non osa più affrontare, la morte, e lo fa parlandone come la fine di tutto, ma come di qualcosa che c’entra con la vita e con il significato delle nostre attese, paure, gioie. È nell’al di là di Poema a fumetti che i morti «con occhi vuoti» guardano «le nubi, il mare, le selve senza più misteri». Che cos’è la vita? Perché si muore? Né Poema a fumetti né Orfeo si azzardano a rispondere. Ma all’uomo che accanto alla porta del giardino misterioso dice che dall’altra parte non c’è nulla, e tutto era fantasia, Buzzati e Villoresi rispondono con una promessa sussurrata: «Un giorno ci rivedremo»

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Giochi di specchi e di illusione che producono "immagini intrappolate nel tempo" e personaggi ossessionati dall'atto del vedere: è forse per questo che negli inferi-in-interni di Villoresi la fanno da padrone le finestre pittoriche, le aperture da e verso il paesaggio, la chiamata in causa della città, lei così ignara delle profondità oniriche che si celano dietro le sue porte all'apparenza più innocue.
In quella milanesità tanto cara a Buzzati (un po' smussata e resa meno novecentesca da Villoresi) c'è una villa dove avvengono metamorfosi, proprio come nelle tavole originali qui ricalcate in inquadratura all'inizio del film. A livello di adattamento siamo davanti a una sottile opera di riconfigurazione, che sa essere insieme fedele e radicalmente diversa. Un po' meno Dalì, un po' più di quella follia cinematografica che ricorda a volte un altro genio folle come Bertrand Mandico…

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…Con il film OrfeoVirgilio Villoresi adatta Poema a fumetti di Dino Buzzati trasformandolo in un viaggio sensoriale e simbolico, che mescola cinema, animazione artigianale e illusioni ottiche. “Orfeo nasce da un immaginario che sentivo vicino,” spiega il regista a proposito del film. “Ho scelto un ritmo che seguisse la logica instabile del sogno, girando in 16mm, costruendo scenografie a mano e usando tecniche legate a effetti ottici concreti. Le animazioni sono in stop motion, mentre una sequenza di danza fonde found footage di repertorio con nuove coreografie, in un omaggio intimo a mia madre, ballerina”.

Il risultato è un’opera che attraversa mito, amore e perdita attraverso un linguaggio che unisce sperimentazione e memoria personale.

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