ispirato a Poema a fumetti (di Dino Buzzati), Virgilio Villoresi gira un'opera originale e coraggiosa, un film di cinema con personaggi umani e insieme cinema d'animazione.
la storia è quella di un amore complicato, Orfeo s'innamora completamente di Berenice, ma la morte la reclama.
Orfeo, disperato, la cerca dappertutto, anche all'inferno, a suo rischio e pericolo, ma non importa, non accetta un'ingiustizia così grande.
nella sua discesa agli inferi, così terrestri e così umani, pieni d'inganni e di falsità, affronta ogni trappola, ogni trucco, lui cerca l'amore della sua vita.
una giostra di colori e di effetti speciali, tutti disegnati, accolgono e accompagnano lo spettatore di un film unico.
lo si può vedere solo in meno di venti sale, ma cercatelo, nessuno se ne pentirà.
buona (amorosa e infernale) visione - Ismaele
…Orfeo è
un esordio che colpisce per coraggio e identità. Nel suo intrecciare mito,
artigianato, avanguardia visiva e un immaginario dichiaratamente
personale, Virgilio Villoresi firma un’opera prima che non
assomiglia a nulla nel panorama italiano contemporaneo. Un film che
chiede di essere guardato con abbandono, più che interpretato, e che nella sua
visione stratificata e sensoriale lascia intravedere la nascita di un autore
vero: uno sguardo capace di rischiare, di costruire mondi e di credere nella
potenza delle immagini.
…Orfeo è un pezzo di cinema di altissima qualità, ha il ritmo
di un sogno ed è girato con tecniche artigianali e sperimentali insieme;
soprattutto, ha il pregio di parlare di qualcosa che la cultura contemporanea
non osa più affrontare, la morte, e lo fa parlandone come la fine di tutto, ma
come di qualcosa che c’entra con la vita e con il significato delle nostre
attese, paure, gioie. È nell’al di là di Poema a fumetti che
i morti «con occhi vuoti» guardano «le nubi, il mare, le selve senza più
misteri». Che cos’è la vita? Perché si muore? Né Poema a fumetti né Orfeo si
azzardano a rispondere. Ma all’uomo che accanto alla porta del giardino
misterioso dice che dall’altra parte non c’è nulla, e tutto era fantasia,
Buzzati e Villoresi rispondono con una promessa sussurrata: «Un giorno ci
rivedremo»
…Giochi di specchi e di illusione che producono
"immagini intrappolate nel tempo" e personaggi ossessionati dall'atto
del vedere: è forse per questo che negli inferi-in-interni di Villoresi la
fanno da padrone le finestre pittoriche, le aperture da e verso il paesaggio,
la chiamata in causa della città, lei così ignara delle profondità oniriche che
si celano dietro le sue porte all'apparenza più innocue.
In quella milanesità tanto cara a Buzzati (un po' smussata e resa meno
novecentesca da Villoresi) c'è una villa dove avvengono metamorfosi, proprio
come nelle tavole originali qui ricalcate in inquadratura all'inizio del film.
A livello di adattamento siamo davanti a una sottile opera di riconfigurazione,
che sa essere insieme fedele e radicalmente diversa. Un po' meno Dalì, un po'
più di quella follia cinematografica che ricorda a volte un altro genio folle
come Bertrand Mandico…
…Con il
film Orfeo, Virgilio Villoresi adatta Poema a fumetti di Dino Buzzati trasformandolo
in un viaggio sensoriale e simbolico, che mescola cinema, animazione
artigianale e illusioni ottiche. “Orfeo nasce
da un immaginario che sentivo vicino,” spiega il regista a proposito del film.
“Ho scelto un ritmo che seguisse la logica instabile del sogno, girando in
16mm, costruendo scenografie a mano e usando tecniche legate a effetti ottici
concreti. Le animazioni sono in stop motion, mentre una sequenza di danza fonde
found footage di repertorio con nuove coreografie, in un omaggio intimo a mia
madre, ballerina”.
Il
risultato è un’opera che attraversa mito, amore e perdita attraverso un
linguaggio che unisce sperimentazione e memoria personale.
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