molto prima di Parenti serpenti Mario Monicelli aveva girato un film pieno di parenti serpenti.
oggi sembra un film strano, ma quello era lo spirito dei tempi.
molte cose sono divertenti, prima di tutto il prete che parla solo con citazioni, spesso fuori luogo.
e poi la nonna morta che cita continuamente il libretto rosso di Mao è impagabile :)
un film divertente, e pieno di umorismo nero, purtroppo sottovalutato.
buona (serpentizia) visione - Ismaele
Inaspettata
incursione di Monicelli nel grottesco (poco nota al pubblico ma in sospetto di
essere invece ben nota agli addetti ai lavori), che realizza il suo film
visivamente più ricercato (grandangoli deformanti, inquadrature dall'alto,
montaggio serrato, un set di impianto incredibile). Film imperfetto, sia
chiaro, che paga lo scotto della politicizzazione totale del suo tempo (i
riferimenti al libretto rosso di Mao) e di un umorismo macabro assai più
elitario e meno immediato di quello che sarà di Parenti
serpenti (dalla tematica simile). Eppure magnetico.
La padrona di una fabbrica di insetticidi micidiali,Ghia
(Capodaglio) accende la tv e muore.Poi accorrono i parenti,molti dei quali
muoiono in bizzarri incidenti.C'e' di tutto,il giovane capellone (Lavelock)
che avra' la meglio sull'avida zia Ornella (Valentina Cortese).pur considerato
il minor film di successo del maestro Monicelli,il film rimane una farsa nera
godibilisima che anticipa il futuro "Parenti Serpenti" e non
lesina aggiornamenti di costume molto divertenti.L'opera e' distribuita dalla
Columbia e prodotta da Franco Cristaldi,alcune trovate sono geniali,come i
titoli di testa e coda con insettoni in primo piano,super zoomati e i colloqui
tra il nipote e la morta sul libretto rosso di Mao ,con sottotitoli
impressi,per non parlare di voyeur dai tetti e situazioni,con siparietti a
sfondo erotico.Insomma divertente...ecco il film di Natale-antiNatale....per
ripararci dai cinepanettoni....qua si ride...amaro.
Uno
dei divertimenti di Monicelli, un film decisamente pop (basti vedere
l'oggettistica spesa qua e là) senza attori famosi ma con una sorta di raduno
di vecchie glorie (Cortese, Tofano, Capodaglio) contrapposte ai giovani pseudo
alternativi. Lo humour nero è molto (troppo?) raffinato, l'idea di fare un film
quasi sperimentale girato a quadri non paga affatto e il risultato è uno dei
pochi insuccessi di Monicelli. Però qua e là ci sono trovate divertenti, e poi
a descrivere (e massacrare) i riti familiari come Monicelli non riesce nessuno,
neanche Bellocchio.
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