Il ragazzo che amava i cavalli - il film su Zucchetto,
Montana e Cassarà - non è stato ammesso al finanziamento dalla Film commission
siciliana. L'autore Pasquale Scimeca scrive alla premier
“La lotta
alla mafia non è (o non dovrebbe essere) né di destra, né di sinistra, ma un
dovere morale di tutti: politici, intellettuali e semplici cittadini. Allora
perché un assessore della Regione Sicilia, a Lei vicina, ha negato
il finanziamento al film sui giovani poliziotti barbaramente assassinati dalla
mafia?”. A porre la domanda è Pasquale Scimeca in una lettera
in cui si rivolge direttamente alla presidente del consiglio, Giorgia
Meloni. L’ultimo film del regista siciliano – Il ragazzo che
amava i cavalli – non è infatti stato ammesso al finanziamento
dalla Film commission siciliana, lo scorso 2 luglio.
Il regista
sceglie il giorno in cui si ricorda l’uccisione, 40 anni fa, del
commissario Beppe Montana, capo della sezione Catturandi della
Squadra mobile di Palermo, per rivolgersi alla premier. L’assessora a “lei
vicina”, a cui fa riferimento Scimeca è Elvira Amata, anche lei di
Fdi e alla guida dell’assessorato al Turismo, che ha stanziato i finanziamenti
per film e serie tv. Amata è indagata per corruzione in
un’inchiesta della procura di Palermo. Secondo le ipotesi d’accusa l’assessora
avrebbe ottenuto l’assunzione del nipote in cambio di finanziamenti per alcuni
eventi.
Dopo il niet
al film su Biagio Conte, anche questo bocciato dalla Film
commission, ora fa discutere anche il rifiuto per il finanziamento al film sui
poliziotti uccisi da Cosa Nostra negli anni ’80: Lillo Zucchetto,
Beppe Montana, Ninni Cassarà, Roberto Antiochia e Natale
Mondo: “Non erano dei pericolosi estremisti, ma fedeli servitori dello Stato,
morti ammazzati mentre facevano il loro dovere”, ha scritto Scimeca, autore in
passato di pellicole premiate come Rosso Malpelo e Placido
Rizzotto. Il rifiuto è arrivato dalla Film commission siciliana che
ha stilato una graduatoria in cui il film di Scimeca risulta non
ammissibile a finanziamento per un punteggio sotto la soglia minima
che riguarda la solidità finanziaria della produzione (il
minimo era 15, il film ha totalizzato per questa voce soltanto un punteggio
sotto la soglia minima, arrivando a 14,6).
Sono quasi 4
milioni di euro quelli stanziati dalla Film commission siciliana per le
produzioni che hanno partecipato al bando lanciato nel 2024. Tra queste anche
la Palomar che ottiene 729 mila euro per la seconda stagione
di Vanina, un vicequestore a Catania. Nella prima stagione,
però, alla serie aveva partecipato l’attrice Verdiana Barbagallo,
poi nominata tra gli esperti scelti per redigere la lista delle produzioni da
finanziare, come ha denunciato Scimeca. A presiedere questa sorta di
commissione è Nicola Tarantino, dirigente della Regione Siciliana, anche lui
intercettato dalla Guardia di Finanza di Palermo nell’indagine
che ha coinvolto l’assessora.
Dopo il caso
Cannes, l’ultima indagine per corruzione della procura di Palermo, guidata
da Maurizio De Lucia, ha alzato un gran polverone su come siano
stati distribuiti i finanziamenti dell’assessorato al Turismo e della
presidenza dell’Assemblea regionale, entrambe guidate da due meloniani. “Perché
(e a chi) fanno ancora così tanta paura questi giovani poliziotti dai ‘passi
perduti’, questi figli di un dio minore che indagavano coi piedi nel fango, che
cercavano i latitanti tra i vicoli e le borgate mafiose?
Eppure, è grazie a loro se è rimasta viva la speranza dei ‘siciliani onesti‘
in quegli anni bui. È grazie a loro se Paolo Borsellino e Giovanni
Falcone hanno potuto istruire quel Maxiprocesso che
ha rappresentato la prima vittoria dello Stato contro la mafia”, ha ricordato
il regista palermitano nella lettera rivolta a Meloni. “Per chi ha la memoria
corta, o per chi di memoria non ne ha per niente, forse vale la pena di
ricordare che il 28 luglio di 40 anni fa, veniva assassinato il giovane
commissario di polizia Beppe Montana”, sottolinea Scimeca proprio
nel giorno dell’anniversario della sua morte. “Signora Presidente del
consiglio, perché non volete che la vita di questi giovani poliziotti, di Lillo
Zuccheto, di Beppe Montana, di Ninni Cassarà, di Roberto Antiochia e di Natale
Mondo, vengano fatte rivivere in un film? Perché non volete che i ragazzi di
oggi possano conoscere e identificarsi nei loro valori di coraggio, giustizia e
amore per le divise che indossavano con onore? Quanto valgono per le
Istituzioni che Lei rappresenta le loro vite? Non faccia finta di niente, mi
risponda per favore!”, conclude il regista.
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