nella Londra dei gangsters, non quella dei Beatles e della swinging London, due fratelli diventano i leader del crimine.
sono i due fratelli Legend, Reginald e Ronald (entrambi interpretati mirabilmente da Tom Hardy), uno innamorato, l'altro pazzo, eppure non ce n'è per nessuno, tutti capitolano.
niente di straordinario, a parte Tom Hardy, ma è un film che non annoia.
buona (banditesca) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film, su Raiplay
…Si parla molto in compenso in Legend, in articolati dialoghi che sfiorano il
vaniloquio, dove ogni tanto si cita la Grecia, per ragioni
enogastronomiche (si ordina del retsina al ristorante), etimologiche (ci viene
spiegato il significato del termine “utopia”) e narrative (si allude al ritorno
di Odisseo ad Itaca, anche se lo si confonde con Agamennone), ma dell’unità di
luogo tempo e azione della tragedia non vi è traccia. Né si respira il dramma
di questi personaggi, che vengono dal nulla e vanno verso un epilogo narrato in
didascalia (d’altronde, bisogna ricordarcelo, questa è una storia vera), non
hanno traumi né obiettivi (l’utopia della Nigeria non riesce a mascherare questa
assenza), non sono mai realmente in pericolo. Bisogna accontentarsi di una
rissa al pub, di un cattivo che viene ucciso con un colpo sparato in fronte, e
poi c’è anche un corpo a corpo tra gemelli che naturalmente, data la doppia
interpretazione di Hardy, è tutto in montaggio proibito…
…La vera particolarità di Legend sta
nell’avere il protagonista Tom Hardy impegnato
in entrambi i ruoli dei gemelli Kray. Negli anni, Hardy si è confermato come
uno degli attori più esplosivi e carismatici della sua generazione, e in
possesso di una carica espressiva e fisica non comune, ma, anzi, assai rara.
Basti pensare ai suoi recenti impegni in Mad Max: Fury Road e Revenant – Redivivo, per averne un esempio.
In Legend, l’attore britannico si “sdoppia” interpretando
contemporaneamente (nella pellicola) due ruoli così simili
quanto diametralmente opposti, praticamente dicotomici. Con grande impegno
e intelligenza, Hardy “entra” alla perfezione sia in Reginald che in Ronald, e
il risultato è spettacolare. E anche la sola e unica nota positiva di questo
film…
…Un mix di violenza e spettacolarità che,
dal punto di vista drammaturgico, fa sì che "Legend" possa contare da
una parte sul contrasto caratteriale dei protagonisti, uniti da un legame
indissolubile ma distanti sia sul piano della personalità (omosessuale
dichiarato, Ron era affetto da disturbi mentali) che su quello della
predisposizione mentale, con Reggie differente dal gemello per la visione
pragmatica e imprenditoriale della sue "attività"; dall'altra sul
pathos prodotto dal tormentato e romantico legame che contraddistinse l'unione
tra Reggie e la bella e fragile Frances, la donna che sarebbe diventata sua
moglie e che nel corso della loro relazione avrebbe cercato - senza successo -
di convincere il marito a non lasciarsi coinvolgere dalle tendenze
autodistruttive dell'imprevedibile fratello…
...Se il titolo suggerisce l’ambizione a un
respiro epico per la vicenda dei fratelli Kray, l’obiettivo è ben lungi
dall’essere stato raggiunto: Legend incespica al
contrario in una narrazione che, indecisa se dare risalto alla dimensione
pubblica (e mediatica) della vita dei due fratelli, o alle sue implicazioni più
intime, resta sospesa in una sorta di terra di mezzo. Problematica, seppur non
priva di motivi di interesse, è infine la doppia interpretazione di Hardy: la
sua prova nei panni dello psicopatico Ronnie, infatti, appare tanto marcata
nella resa delle idiosincrasie del personaggio, talmente smaccatamente sopra le
righe, da perdere presto in misura e credibilità. Un limite che, più che
all’ottimo interprete britannico, va imputato a una sceneggiatura che sembra
affidarsi in misura eccessiva alle sue doti attoriali.
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