un film di paura come si deve, senza chissà quali effetti speciali.
tratto da un gran bel libro di Shirley Jackson (qui), il film ci porta in una casa dove avverrebbero fatti molto strani.
uno studioso del soprannaturale scova due ragazze con sensibilità speciali ed è obbligato a "prendere" il nipote dei padroni della casa.
i quattro vivono insieme per pochissimo tempo (poche decine di ore, in realtà) scoprendo che davvero succedono alcuni fatti che hanno del soprannaturale.
gli attori sono perfetti per la parte, sopratutto il professore (Richard Johnson) ed Eleanor (Julie Harris), che sente di essere parte della casa, e non vuole andare via.
un piccolo grande film, che non si dimentica.
dallo stesso libro è stato tratto almeno un altro film e anche una serie, ma il film di Wise è perfetto, perchè insistere con altro?
nessuno si pentirà di aver visto il film, promesso.
QUI si può vedere il film completo
Lungaggini? Psicologismi? Questo è un film perfetto. Una
regia sublime al servizio di una storia e un'atmosfera terrificanti. La
sceneggiatura gioca magistralmente sul non-mostrato, la minaccia è sempre
oscura, i personaggi sono ricchi di sfumature, la suspence non cala mai. Ancora
oggi uno dei film di paura più...paurosi. La casa in cui si svolge la vicenda è
indimenticabile, con i suoi corridoi labirintici. Insieme all'Overlook Hotel
del capolavoro "Shining" di Stanley Kubrick, è l'edificio più
terrificante della storia del cinema.
E' un capolavoro di tensione che inchioda alla sedia sin
dall'inizio. Il regista è stato veramente grande nel far riuscire così bene un
film ambientato quasi tutto in una vecchia e tetra casa di campagna, servendosi
solo di una manciata di attori. La suspense è costruita abilmente con l'uso di
luci e ombre, rumori inquietanti (oggi col digitale non riescono a farli così
sinistri), movimenti di macchia, inquadrature particolari. Gli attori lo
coadiuvano al meglio, ciascuno incarnando un tipo umano diverso: lo scienziato
razionalista, la donna complessata e oppressa dalla famiglia d'origine, lo
sbruffone scettico, e la moretta molto, molto ambigua…
…Wise mette in serie le varie sequenze de “Gli invasati”
utilizzando un montaggio connotativo, in cui i primi piani di Eleanor (e degli
altri personaggi) si alternano con dettagli dell’arredo e dell’architettura di
Hill House per rafforzare il conflitto interiore della protagonista, dando un
senso specifico al travaglio interiore del personaggio. Le dissolvenze
incrociate hanno poi una doppia funzione: se nell’incipit mostrano il fluire
del tempo, nella parte centrale del film esse sono passaggi onirici, mentali,
dove Eleanor è sempre il soggetto dell’operazione.
Regista poliedrico e capace utilizzatore delle possibilità del mezzo
cinematografico, Robert Wise dirige un film in cui il dettagliato e ricco
profilmico, la messa in quadro estrema, il montaggio che fonde l’immagine e il
suono creano un’opera di grande fascinazione tout court. La
profondità scopica va di pari passo con quella psicologica e “Gli invasati”
risulta un esempio di horror di “atmosfera” tra i meglio riusciti della storia
del cinema.
In una villa in campagna sono avvenute strane morti nell'
800. A distanza di diverse dcine di anni uno studioso del paranormale, il
dottor Markway, decide di verificare se veramente questa villa sia maledetta.
Perciò, chiede ad altre tre persone di aiutarlo nei suoi studi, invitandole a
passare qualche giorno all'interno di questo luogo sinistro. Oltre all'erede e
ad una lesbica dalle apparenti dure maniere, vi è anche la fragile e strana
Eleanor. La casa la sta chiamando a sé o è frutto della sua mente fiaccata da
anni di insicurezze e repressioni?
Wise gioca con l'ambiguità dall'inizio alla fine
e questo è uno dei punti di forza di The Haunting.
Un'ambuiguità insita tanto negli oggetti quanto nei soggetti. Un'ambiguità che
va di pari passo con la suspense creata ad hoc dal taglio espressionista delle
luci; dalle opprimenti scenografie barocche; dalle profonde e buie inquadrature
"wellesiane" spesso dal basso verso l'alto; dal gioco dei rumori; dai
normali particolari che si trasformano in angosciose presenze (la maniglie, le
porte che sbattono).
Qui non ci sono spargimenti di sangue. La morte
rimane fuori campo. Qui tutto è giocato sul tempo dell'attesa, sul buio,
sull'intravisto, sul percepito.
Un grande impianto stilistico, unito ad una
sceneggiatura impeccabile e ad interpreti (e personaggi) convincenti, fanno
di The Haunting un "piccolo" manuale del
terrore e per questo la sua potenza dirompente non viene scalfita dal passare
degli anni.
…Sofisticato e opprimente nell’impianto visivo e
scenografico gotico, fra corridoi, porte nell’incubo e scale terrorizzanti, il
film ottiene i suoi migliori effetti inquietanti, però, nel sonoro, con un
magistrale congegno di sottrazione e immissione, dove rumori, voci, effetti
sonori elettronici, sguardi di terrore, squarci in soggettiva, angoli bui,
rivelazioni e occultamenti non lasciano mai la certezza su cosa si sia visto,
udito, percepito. Infine, la sensazione, non razionale, di una casa maledetta
che s’impossessa dei suoi occupanti, è reale.
…Robert Wise ha
la capacità di sfruttare le nostre paure più semplici: il buio, un rumore nella
notte, la notte stessa con i suoi misteri, una porta socchiusa. Onirico e reale
si mescolano senza farci capire il confine tra di loro e questo ci disorienta e
ci disturba, più volte ci troviamo a riflettere se quello che vediamo accada
veramente o sia frutto della suggestione dei personaggi.
Non esistono effetti speciali
ma l’ansia e la tensione sono alimentate da
movimenti veloci della camera da presa, giochi di luce ed ombra resi ancor più
violenti dalla pellicola monocromatica, grandangoli fortemente distorcenti,
giochi di specchi, musica dissonante.
Il montaggio unisce sapientemente
momenti di dinamismo e riprese ossessive con sequenze molto più classiche. Che
dire un piccolo gioiello di cinema perfetto e curato in ogni dettaglio. Un film
di cui si parla poco ma che andrebbe riscoperto e rivalutato (non solo da chi
lo sfrutta per farne delle rivisitazioni) soprattutto oggi, dove con gli
effetti speciali si nascondono notevoli carenze, in primis di idee.
Piccole curiosità. Il regista è
stato molto abile nel trattare l’attrazione saffica tra le due protagoniste.
Nel ‘63 eravamo ancora in pieno Codice Hays e la
censura era molto severa e poco permissiva.
L’unico effetto speciale di
tutta la pellicola è, nel finale, la distorsione della porta creata
con un operatore dall’altra parte che la spingeva con quanta forza aveva.
…La
grandezza del film non risiede tanto negli effetti visivi – volutamente
limitati – quanto nell’uso del sonoro e del non detto. Rumori inspiegabili,
voci, colpi improvvisi e silenzi angoscianti sono i veri protagonisti. Wise
costruisce la tensione giocando sull’ambiguità: ciò che accade è frutto di
fenomeni paranormali o delle allucinazioni di Eleanor?
La
fotografia di David Boulton, con ombre e prospettive inquietanti, e le musiche
sperimentali di Humphrey Searle, realizzate anche con incisioni a rovescio,
rafforzano l’atmosfera perturbante. L’accenno al rapporto ambiguo tra Eleanor e
Theo aggiunge inoltre una dimensione trasgressiva e psicologica, rara per
l’epoca…
The Haunting(che brutto il titolo italiano-Gli invasati-anche
perche'di invasati non se ne vedono in questa pellicola)è il classico horror
psicologico vecchio stampo 100%fosforo e 0% effetti speciali,al contrario
dell'omonimo remake di DeBont in cui tutto era fin troppo esibito fin dalla
prima inquadratura(la casa era fantastica pero').Qui i due uomini protagonisti
fanno la parte degli scettici,le donne quella delle sensitive e Wise usa tutto l'armamentario
a sua disposizione per spaventare non mostrando assolutamente nulla e se per
due ore tiene desta l'attenzione e la suspense con solo rumori e voci fuori
campo vuol dire che è un grande regista....
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