mercoledì 29 ottobre 2025

Cinque pezzi facili – Bob Rafelson

Bobby (Jack Nicholson) vive la sua vita libera, lavora quando serve, ha una fidanzata, e altre donne, ama la sua libertà, ma non sa bene cosa fare.

poi gli dicono che il padre sta morendo, e torna a casa, per qualche giorno, poi di più.

e sappiamo tante cose, era un pianista di talento, ma non sopportava l'oppressione della e nella sua benestante famiglia d'origine, ed era fuggito, vivendo una vita completamente diversa rispetto a quella che avrebbe voluto il padre per lui.

e alla fine, quando si sente legato, continua a fuggire.

nessuno è davvero libero, e bisogna ricominciare da capo.

quello che impressiona del film è quanto sia vivo ancora oggi, e sincero, e le interpretazioni sono perfette, quella di Jack Nicholson ancora di più.

la prigione della famiglia, del lavoro, di una relazione duratura costringono all'evasione Bobby, a sua volta inquieto portatore di una solitudine esistenziale senza soluzione.

un piccolo grande film da non perdere, se uno si vuole bene.

buona (indimenticabile) visione - Ismaele

 

 

QUI si può vedere il film completo, in italiano

 


Uno splendido inno all'anticonformismo,una luce accecante sullo spirito contraddittorio sugli anni a cavallo tra i Sixties e i Seventies,senza la rabbia tipica di quegli anni ma solo descrivendo la confusione dei sentimenti e la ricerca di qualcosa non semplice da definire(liberta'?).Il finale di poetica indeterminazione è emblematico in questo senso:non si cerca un punto di vista ma si constata solo il malessere esistenziale del protagonista ingabbiato in schemi sociali che sente che non gli appartengono e da cui vuole fuggire nel modo piu'veloce possibile senza neanche la giacca addosso....Uno dei film piu'belli di Rafelson

da qui

 

…‘Cinque pezzi facili’ ha la complessità, le sfumature, la profondità del Cinema migliore. Coinvolge lo spettatore nella vita dei personaggi e lo fa affezionare a loro anche se i protagonisti non cercano quell’affetto.

Ricordiamo Bobby e Rayette perché sono completamente se stessi, così incasinati, così bisognosi eppure così coraggiosi nella loro solitudine. “Una volta che si sono visti personaggi ‘vivi’ come questi, è più difficile apprezzare dei pupazzi in uno spettacolo di marionette”.

da qui

 

In un’atmosfera rarefatta e allusiva che si tramuterà in tipica cifra stilistica della New Hollywood anni Settanta, Cinque pezzi facili tratteggia dunque il profilo di un giovane americano che sceglie scientemente una propria inquieta deriva. La sua è una fuga da qualsiasi forma di tradizionale responsabilità. Pure verso se stesso, verso il proprio talento dimenticato, verso un probabile futuro di generali apprezzamenti pubblici. Una lenta e sommessa autodistruzione, che sembra generarsi da un non meglio definito risentimento verso qualsiasi forma di consesso sociale, famiglia compresa. Bobby continua forse a credere nell’amore (l’incontro con Catherine), ma con ogni probabilità si tratta più di coazione a ripetere che di sincera convinzione. Come il fotografo Thomas di Blow-Up (Michelangelo Antonioni, 1966), pure Bobby è destinato a sparire all’orizzonte. La splendida sequenza finale sta lì a dimostrarlo. In un piano-sequenza pressoché a macchina fissa che si allunga sui cartelli di coda Bobby decide di optare per l’evanescenza, per l’evasione finale da qualsiasi possibilità di interpretazione dell’esistenza umana. Nemmeno il confronto con il padre può essere risolutivo – ed è del resto significativo che il padre non possa rispondere, riducendo la confessione di Bobby a un monologo davanti alla propria indecifrabile coscienza. In un certo senso il personaggio di Bobby Dupea anticipa le radicali ribellioni del Randle McMurphy di Qualcuno volò sul nido del cuculo (Miloš Forman, 1975). Ne è la premessa, in qualche modo. Bobby non è ancora sospettato di essere pazzo né viene rinchiuso in un istituto psichiatrico, ma la ribellione che agita entrambi i personaggi ha radici molto simili. Randle avrà una maggiore consapevolezza del Potere e, pur in un territorio ancora allusivo e allegorico, un più diretto coinvolgimento con istanze contingenti. Bobby si ferma un attimo prima della coscienza. Percepisce, avverte, vive di intuizioni, mai di vere elaborazioni. Cinque pezzi facili può condividere l’animo contestatario dei suoi tempi, ma tenendosi lontano dalle sue più dirette implicazioni…

da qui

 

  


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