una storia su un uomo con un senso spiccato per capire i pensieri degli altri, passandoci vicino.
dopo un incidente che gli segna la vita vive di questa sua facoltà, vendendo (a pagamento) delle informazioni ai merda che nelle aste al ribasso, grazie a lui, riescono a battere tutti.
sembra una brava persona, ma fa un lavoro prettamente mafiono, chissà se se ne rende conto, ma è intelligente, lo sa.
un giorno incontra una ragazza, e la sua vita cambia, finchè dura.
un film un po' d'amore, un po' d'economia (capirete cosa sono le aste al massimo ribasso, da abolire in un sistem economico sano), un po' di mafia.
il protagonista, Matteo Carlomagno, è bravissimo.
il film non sarà perfetto, ma merita.
buona (economica) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film, su Raiplay
…Nella storia portata sugli schermi il quarantenne
Diego, un ex poliziotto ombroso e solitario, riesce sempre a conoscere quale
sarà l’offerta più bassa nelle gare d’appalto della pubblica amministrazione e
‘vende’ l’informazione a un’organizzazione malavitosa che si nasconde dietro a
un ingegnere dal colletto bianco, apparentemente irreprensibile. I metodi di
Diego sono diversi, ma gli fa gioco in particolare una sua caratteristica:
riesce a leggere nel pensiero dell’interlocutore. Così finiscono in rovina
piccoli imprenditori e cooperative che riuscirebbero a sopravvivere solo
aggiudicandosi ogni tanto un appalto. Un giorno Diego viene posto di fronte a
una scelta etica: continuare nell’azione truffaldina o far fallire la
cooperativa dove lavora la ragazza che ama.
Tra pestaggi, suicidi e omicidi Al massimo ribasso è un buon noir di ambientazione tutta torinese, scegliendo
tra l’altro scorci non convenzionali, come la passerella Chiaves-Carrara. Ma è
soprattutto cinema di impegno civile e una produzione coraggiosa. Sono spesso
severo con il cinema italiano ma in questo caso auspico almeno una buona circuitazione…
Un
racconto abbastanza genuino che zoppica e interessa allo stesso tempo. Il
personaggio di Diego, stretto tra pulsioni buone e cattive e prigioniero di un
superpotere che forse non vorrebbe, catalizza l'attenzione in una storia che
vorrebbe fluttuare tra noir contemporaneo e denuncia sociale ma ci riesce solo
parzialmente e offre dialoghi non sempre convincenti. Ritmo non eccelso,
ambientazioni promettenti, cattivi che non fanno sconti e una protagonista
femminile discreta ma limitata dal copione. Altri personaggi con alti e bassi e
un cameo della "Lucianina" forse evitabile.
Irritante.
Soprattutto considerato quanto di buono mette per altri versi in luce.
Raccontare una storia in questo modo, rifiutandosi così a lungo di spiegare le
funzioni dei personaggi all'interno della stessa, lasciandoli comparire dal
nulla e nel nulla ricacciandoli per poi riprenderli, affastellando dialoghi
smozzicati privati delle parti che aiuterebbero a contestualizzarli nel modo
corretto, significa penalizzare fortemente la godibilità del tutto. Perché va
bene suggerire, mascherare per lasciar intuire solo parzialmente, nascondere
quella verità che poi rappresenta l'unico vero colpo di scena del film, ma se
per ottenere un clima di mistero - ben reso peraltro da
una raffinata colonna sonora e dalla scelta non banale delle location torinesi
- tocca macellare a tal punto l'azione interrompendola con flash che il più
delle volte paiono fuori luogo o inutili... allora vuol dire che si è esagerato…
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